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In equilibrio tra fantasia e realtà

Acqua come elemento di esplorazione del mondo 

A cura di Danilo Vaghi

Materiali:

  • foglio plotter 
  • carta colorata
  • colla
  • matite

Leggendo “The Element” di Ken Robinson, ho ripensato al mio incontro con l’acqua in quella che è la mia ricerca educativa insieme ai bambini della scuola dell’infanzia. Secondo Robinson tutti nasciamo dotati di capacità naturali straordinarie, che però, almeno in parte, sembriamo perdere man mano che cresciamo. Ciò può accadere per diverse ragioni, una delle quali, sostiene Robinson, risiede nell’istruzione che riceviamo. L’attuale sistema scolastico pare in effetti fatto apposta per soffocare la nostra creatività e immaginazione, depauperando il futuro che verrà.

Credo che prima di partire con un progetto in ambito educativo sia opportuno porsi dei quesiti, dei focus d’indagine e di interesse: 

  • Come offrire contesti di ricerca per i bambini nella scuola dell’infanzia? 
  • Quali sono le possibilità che offrono i diversi contesti? 
  • L’acqua è solo un ambiente oppure un elemento educante
  • Come l’acqua può diventare ed essere un elemento educativo? 
  • Qual è il ruolo dell’insegnante? 
  • Chi è il bambino in questo contesto di ricerca?

Perché non provare a cercare delle risposte a queste domande, partendo da un elemento così interessante e spaesante come l’acqua?

È interessante vedere come il corpo del bambino riesca a maturare l’esperienza cognitiva e interpretativa del mondo proprio attraverso la relazione con l’elemento acqua, insieme al gruppo dei compagni che, come un gruppo di ricerca, indaga ed esplora la realtà circostante. Sarà interessante costruire con loro una specie di Mitologia della classe a partire dalle diverse osservazioni che man mano gli proporremo.

Cosa significa galleggiare? 

Non tutti hanno il filo invisibile che li tiene su” Sofia

Provate a condurre i bambini nell’osservazione dei movimenti dell’elemento acqua in vari contenitori e contesti (in sezione, in bagno, in un lavandino) e documentate le diverse ipotesi che sviluppano pian piano con il passare delle osservazioni. A questo punto date loro dei materiali e insieme esplorate cosa succede dall’incontro tra questi e l’acqua. 

Cosa accade? Perché alcuni stanno su e altri cadono giù? Quali sono le forze che li tirano verso il fondo? 

La questione è davvero interessante, se perfino Galileo Galilei si è tanto arrovellato sul problema che, partendo dalle ipotesi di Aristotele, che non lo convincevano affatto, ci ha addirittura scritto un trattato: Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono.

E prendendo spunto proprio dal confronto tra queste due visioni, quelle di Galileo e Aristotele (mica pizza e fichi!), si potrebbe condurre i bambini a porsi nuove domande, sempre a partire dall’osservazione dei materiali e dei loro comportamenti: 

Come si comportano materiali che hanno pesi diversi?

Come si comportano materiali che hanno forme diverse?

Come si comportano materiali che hanno colori diversi (questa non è ovviamente una domanda che si sono fatti Aristotele e Galileo…, ma anche questa apre un nuovo fronte: e se ci fossero colori più leggeri e colori più pesanti, colori galleggianti e colori che non lo sono???)?

Mi raccomando: abbiate cura di annotare tutte le risposte! A questo punto, infatti, ognuna di queste può diventare l’inizio di un racconto da inventare tutti insieme o individualmente. E dopo aver inventato la storia, ora le si dà una forma visiva: come una specie di lungo fiume, i bambini, tutti insieme, possono illustrarla attraverso un lungo racconto senza pagine, un unico flusso, sulle cui rive ci si siede per ascoltarne il lento fluire. 

E di domanda in domanda ecco che arriviamo, proprio come nella navigazione di un fiume, ad un’ansa che richiede di rallentare e da qui cominciare una nuova esplorazione. 

Cos’è l’equilibrio? 

Non dovete cadere. Quando sentite di essere instabili, resistete a lungo prima di girarvi verso terra, poi saltate. Non bisogna più sforzarsi di stare fermi, bisogna guadagnare terreno. Conquistare! Il filo trema. Si vorrebbe imporgli la calma con la forza, mentre invece bisogna spostarsi con dolcezza, senza disturbare il canto della corda.” – Philippe Petit

È quando non si cade. 
L’equilibrio è quello della bicicletta. 
È quando si sta su un piede solo. 
Se la mamma ti tiene la mano, non cadi.
Siete in grado di stare in equilibrio come gli oggetti sull’acqua? 
Forse sull’acqua no, ma perché non sperimentare le parti del corpo che ci permettono di sperimentare l’equilibrio?

Gli appoggi al suolo costituiti dai propri piedi o dalle parti del piede, dalle mani, dalle dita, da un solo dito, dalle ginocchia, dalla schiena, dal naso, dall’orecchio, dal lobo dell’orecchio, dai capelli. Un’analisi delle capacità motorie e del proprio corpo davvero interessante per un bambino.

E perché i bambini hanno sete di continuare a esplorare, ecco nuove possibilità di sperimentare nuove forme di equilibrio a partire dagli elementi architettonici che ci circondano: uno scalino, una scala, la ringhiera, il divano, la sedia, lo sgabello, la palla, il tappeto, la corda, il materasso, il piano inclinato, gli insegnanti stessi, i propri compagni…

La risorsa del grande gruppo è stata utilizzata per il confronto tra i bambini, per mettere a confronto le loro esperienze, le ipotesi, e le possibili future cooperazioni. 

Anche in questo caso, è utile segnarsi man mano tutte le risposte che di volta in volta vengono date, i dubbi, le soluzioni, le ipotesi, le discussioni che via via sorgono tra un bambino e l’altro… Tutto questo, infatti, può trasformarsi in materia da cui partire, come nel caso precedente, per inventare una sorta di Mitologia che spieghi attraverso il loro sguardo il perché di questo fenomeno, delle forze implicate, dei diversi comportamenti dei corpi…

Dopo aver sperimentato il corpo e gli elementi mobili e immobili dell’ambiente, passiamo allora a un nuovo elemento espressivo, la costruttività, utilizzando tutti i materiali scelti dai bambini che in forma singola o composta potevano portare a equilibrio. Molti sono stati i materiali scelti e sperimentati spontaneamente: Kapla, il lego, i rocchetti forati, sia in cartone che in plastica, i tubi di cartone, le mattonelle in legno, i sassi da accostare in altezza, lo Shangai, il filo, lo spago, il fil di ferro, i differenti legni dal più spesso al più leggero.

Mostriamo poi loro che il loro gioco è un gioco molto serio: anche alcuni architetti si sono divertiti a giocare con l’equilibrio e le sue forze (come la Tour Eiffel o le architetture di Frank O. Gehry, la torre di Pisa, le statue dell’isola di Pasqua…). E anche la natura non si risparmia: l’acqua sulle foglie, gli equilibri impossibili delle rocce del Gran Canyon… 

E infine un ulteriore passaggio potrebbe essere la visione del film The Walk, la storia del funambolo che attraversò in solitaria e senza sicurezze le Torri Gemelle. Una visione davvero curiosa che ha portato i bambini a volare con il pensiero e con la fantasia ancora più in alto, grazie a un viaggio che li ha portati dall’elemento dell’acqua a quello dell’aria, dal galleggiamento all’equilibrio, attraverso l’utilizzo del proprio corpo e dell’ambiente che tutti i giorni abitano ed esplorano.


Danilo Vaghi Insegnante e Atelierista dell’acqua e del movimento “Reggio Emilia Approach”. Ideatore e fondatore del WaterHug Approach, approccio innovativo all’acqua per i bambini e le famiglie dal concepimento al decimo anno d’età. Insegnante di scuola dell’infanzia in formazione. Pedagogista in formazione.