Vai al contenuto

Scendere negli abissi

Intervista ad Alessia Zecchini, campionessa mondiale di apnea

Abbiamo rivolto qualche domanda ad Alessia Zecchini, apneista italiana che ha stabilito numerosi record italiani e mondiali nell’apnea. In questi mesi è probabile che anche molti di noi, grandi e piccoli, si siano sentiti in apnea. Imparare ad affrontare e gestire le emozioni è un esercizio complesso, che richiede disciplina e impegno a partire dal controllo del gesto a noi più familiare e nello stesso tempo naturale: il respiro. 

1.

Per tuffarsi e scendere così in profondità da soli bisogna, come hai detto tu stessa, nutrire molta fiducia in se stessi. Tu come coltivi questa fiducia? 

L’apnea mi ha insegnato tante cose tra cui la fiducia nelle proprie capacità e la consapevolezza di essere capace di fare qualcosa. Questo è un percorso come qualunque altro che piano piano si rafforza sempre di più. L’impegnarsi tanto, il cercare di migliorarsi sempre, il vedere i risultati e il cercare di porsi obiettivi raggiungibili porta pian piano a rafforzare la fiducia nei propri mezzi. Questo diventa poi qualcosa di naturale e così, con la stessa naturalezza con cui posso affrontare un tuffo in allenamento, affronto il tuffo il giorno della gara. Penso che tutti potrebbero pian piano lavorare e capire quanto siamo in grado di migliorarci e che la nostra mente siamo noi: siamo noi che decidiamo.

2.

Come descriveresti il viaggio che compi durante un’immersione?

Quando mi tuffo comincio un viaggio: sono concentrata al cento per cento su quello che sto facendo. Prima del tuffo sono focalizzata sul mio respiro, sul mantenerlo calmo e tranquillo; ogni minimo gesto deve esser fatto con la massima concentrazione, senza che nessun pensiero possa distrarmi. Durante il tuffo questa totale immersione in questo flow (il blu del mare aiuta a entrarci) è veramente un viaggio che ti porta sempre più in profondità fino a che ti si stacca il cartellino… e poi si inizia a godere ancora di più perché quello che è accaduto è bellissimo. Anche la risalita, se si “pinneggia” bene, è un bel viaggio di ritorno: il mare è blu, si gode di quell’immensità del blu davanti ai tuoi occhi che pian piano si schiarisce. Infine, negli ultimi metri ti lasci accompagnare dall’acqua e dal mare in superficie, che ti fa gioire e ricordare un tuffo spettacolare.

3.

Di fronte alla magnificenza della natura l’uomo esperisce spesso quella che viene definita l’esperienza del sublime, che lo induce a prendere coscienza del proprio limite razionale e a riconoscere la possibilità di una dimensione sovrasensibile, da esperire sul piano puramente emotivo. Tu di fronte alla vastità e alla bellezza che incontri nelle tue immersioni, cosa provi, quali sono i tuoi pensieri e le tue emozioni? 

Quello che sento sono tantissime emozioni. L’apnea mi ha insegnato tantissimo, mi ha insegnato ad avere più consapevolezza di me stessa e maggior controllo del mio corpo e della mia mente. Tutte queste sensazioni, quando sono sott’acqua, sono ancora più ampliate e perciò esercito ancora più controllo. Sicuramente durante l’immersione riesco a godere di questo magnifico elemento che è l’acqua e il mare, dell’affascinante mondo che c’è sotto l’acqua, ricco di animali e flore fantastiche. L’oceano è la ragione principale per cui faccio apnea: sono sempre stata affascinata dal mare, da questa distesa di acqua blu che si muove incessantemente e che mi trasmette veramente un senso di pace, di tranquillità, di ricarica energetica: penso che non ci sia nulla come il mare e l’oceano. Ovviamente la natura in generale è spettacolare, essere sulla cima di una montagna o di fronte a una distesa di colli infiniti è qualcosa che comunque ti ricarica e ti restituisce un’energia pazzesca, ma per me poter ammirar nell’oceano i pesci, gli animali, una balena è il realizzarsi dei sogni di quando ero una bambina e guardavo Pinocchio.

4.

Qual è la tua relazione con la paura? 

Non c’è paura, o meglio c’è la paura di fare tanti errori, c’è paura di sbagliare la compensazione, di pinneggiare troppo forte o troppo piano, di andare troppo lenti, di non raggiungere la profondità, ma non certo paura di morire. Non faccio questo sport per rischiare la morte, assolutamente no. È tutto fatto in totale sicurezza, perciò le paure sono altre, diverse da quelle che creano ansie o problemi. La cosa più importante è ascoltare le proprie emozioni prima che prendano il sopravvento: così, se la si riconosce in tempo, anche la paura allora diventa gestibile. La lucidità aiuta tanto e in apnea non puoi permettere che certi pensieri ti distraggano.

5.

Sei spesso nelle scuole a parlare con i ragazzi. Perché? Che cosa la tua disciplina può trasmettere a insegnanti, bambini e ragazzi?

Penso che la mia disciplina possa insegnare tantissimo come tutto lo sport. La cosa principale che voglio insegnare ai bambini e ai ragazzi è che devono avere una passione, qualunque essa sia: uno sport, la musica… L’importante è avere una passione e crederci fino in fondo e impegnarsi sempre. L’altra cosa importante è avere dei sogni da non mollare mai, in cui credere sempre e migliorarsi per raggiungerli. E poi ovviamente è importante che fin da giovani imparino a respirare, a respirare bene: questo li aiuterà a fare perfomance sportive migliori, performance scolastiche, di lavoro, nella vita…. Quello che vorrei trasmettere è che possono gestire le loro emozioni, le proprie sensazioni, governare la propria mente, perché non è qualcosa di esterno o di lontano. Noi siamo la nostra mente, noi possiamo decidere cosa possiamo fare, siamo noi gli artefici della nostra vita: perciò impegnarsi fin da giovani vuol dire avere da grandi tantissime soddisfazioni. Anzi, le soddisfazioni arrivano anche quando si è piccoli perché ci si deve sempre porre obiettivi raggiungibili che permetteranno di alzare sempre più l’asticella che porterà sempre più lontano. 


Alessia Zecchini è nata a Roma il 30 giugno del 1992 e nel 2006, all’età di 13 anni, fece il suo primo corso di apnea federale nella società Apnea Blu Mare. Per poter gareggiare però, dovette aspettare fino ai 18 anni per le vigenti regole federali.

Nel 2009 cambiò società e divenne atleta della società di nuoto pinnato Nuoto Belle Arti. Nel 2010 fece le sue prime due gare e si qualificò per i successivi Campionati Italiani Primaverili. Nel 2011 partecipò al suo primo Campionato Italiano e si piazzò al secondo posto in due discipline su tre. La convocazione per la Nazionale non tardò ad arrivare e dal 2012 è membro della squadra nazionale e dal 2013 ha sempre vinto una medaglia in ogni manifestazione internazionale a cui ha partecipato.

Nei Campionati Europei ha vinto tre ori, sei argenti e un bronzo mentre, ai Mondiali ha finora conquistato sedici medaglie d’oro, cinque d’argento e due di bronzo.

Inoltre, ha realizzato ben 74 record mondiali in quasi tutte le discipline dell’apnea sia indoor che outdoor.

È attualmente la “donna più profonda al mondo” con i suoi -113m CWT (monopinna) raggiunti ad agosto del 2019 a Roatan in Honduras.