Ri-Alzate la voce!
Laboratorio a cura dei Ludosofici
In ogni nostra casa è custodita la storia di una mamma, nonna, bis-nonna, zia, amica, vicina di casa, cugina, sorella, amica… che non aspetta altro di essere raccontata o addirittura illustrata. Potete aggiungere fotografie o altro materiale che può servire a descriverla meglio e raccontare le straordinarie gesta di cui è stata protagonista. E, quando le tracce sono state smarrite, nulla ci vieta che possiamo essere noi, con la nostra immaginazione, a sopperire a questa mancanza. Grazie all’esempio di Le Ortique, che ridà voce alle artiste dimenticate, anche noi possiamo dare voce a tutte le artiste nascoste nelle nostre case e nei nostri ricordi e immaginare, a partire da loro e grazie a loro, nuove forme per i nostri sogni e i nostri desideri.
Dunque, che aspettate? Scaricate il libretto qui sotto, andate alla ricerca di voci sussurrate e trasformatele in racconti udibili in tutto il mondo!
Fare tanto, fare tutto:
Milena Milani
Articolo a cura di Alessandra Trevisan (Le Ortique)
letto da Costanza Faravelli
Dirompente, energica, instancabile: un factotum culturale. Giornalista, poeta e scrittrice, critico, pittrice e ceramista, organizzatrice di eventi, gallerista: gli aggettivi, i ruoli e le etichette mancano per definire una figura come quella di Milena Milani, che si è mossa con assoluta disinvoltura nel secolo scorso proprio grazie alla straordinaria capacità di non arrendersi, di non darsi mai per vinta, di incoraggiarsi sempre nelle proprie battaglie per ottenere uno spazio all’interno di un panorama maschile.
Oggi la diremmo una influencer del proprio tempo, lontana dalle logiche di mercato ma lungimirante nel proprio panorama; poi diremmo che l’empowerment faceva completamente parte di lei. E diremmo anche che può essere definita una Patti Smith senza il palco, una donna forte per i suoi anni.
Era nata a Savona nel 1917 e aveva lasciato la Liguria presto, per frequentare l’Università a Roma contro il volere paterno. Lì conosce Ungaretti e Cardarelli; inizia a farsi strada nel mondo. Nel ’43, poi, emigra a Venezia e incontra Carlo Cardazzo, un collezionista con cui starà per vent’anni e con cui girerà il mondo. Inizia a pubblicare poesie e racconti e nasce autrice. Si apre molte porte perché la sua determinazione la fa stare nel posto giusto, la fa frequentare scrittori e pittori con cui confrontarsi – tra cui Picasso, Kandinsky, Mirò –, intellettuali e critici, che costituiscono un mondo variegato e accessibile. Venezia, Milano e Roma sono the place to be, soprattutto dagli anni Cinquanta, ma anche i suoi rifugi perfetti insieme ad Albisola e Cortina.
Nel ’63 scompare il suo compagno di vita. Milena ha già imparato a difendersi perché si è conosciuta. Sa di essere sufficiente a sé stessa; sa che lavorare è la sua vera emancipazione e sa di non aver bisogno di avere qualcuno accanto oltre alla propria forza. Nel 1964 pubblica La ragazza di nome Giulio per Longanesi: lì nasce il personaggio di Jules, una ragazza con un nome maschile che cerca la propria identità prima dello scoppio del femminismo: «Io sono una ragazza che vive a parte, nel suo mondo segreto, anzi nella sua isola segreta, dove nessuno approda, e forse non approderà mai per quanti sforzi potrà fare». Un volto magnetico, quasi fuori dal tempo, come in un film di Bergman. Questo libro la porterà in Francia e in Inghilterra, dove sarà tradotta eppure, a seguito di un processo per censura nel 1966, dovrà reinventarsi. Lo farà come pittrice e poi proseguendo la carriera di giornalista, ad esempio per La Stampa e Il Gazzettino, su cui scriverà per molti anni.
Sono tanti i suoi libri ma è anche grande l’oblio in cui è caduta, sconosciuta e quasi senza voce, nonostante la longevità (è mancata nel 2013).
Durante la sua vita non starà mai ferma perché l’affermazione dell’essere artisti, per lei, passa attraverso un sodalizio con il sé fatto quando era adolescente. ‘Essere’ e ‘diventare’ sono la stessa cosa, coincidono all’infinito. Rifiorire dopo alcune sconfitte – un lutto, la mancata vincita di un premio letterario – non modificano la sua spinta alla vita, al fare. Milena Milani è una pluriartista resiliente, con i propri spigoli a vivo ma pur sempre generosa e coraggiosa in ogni azione, in ogni forma scelta per esprimersi al pubblico.
In un’intervista del 1979 spiega come crea e perché lo fa, e cosa significhi essere una donna in un panorama che deve ancora comprenderla del tutto: «Essere me stessa. Ho molti interessi, principalmente l’arte e la letteratura. […] Essere attiva significa vivere e i giorni a nostra disposizione spariscono rapidamente. Scrivere, dipingere o fare ceramica sono un’esigenza. Quando scrivo un romanzo vado avanti in maniera folle, ma ho anche delle crisi, dei dubbi. Alla fine, stanca, mi rifugio nei colori, mi piacciono quelli forti e le parole visibili. […] Ho una voce femminile, cerco di farmi sentire, e non solo con la letteratura, attraverso i libri; io ho sempre dipinto sin da bambina. La gente trova strano che io scriva libri e faccia questa pittura, ma trova la mia ceramica molto fresca e questo mi fa piacere.»
Fare tanto, fare tutto e rialzarsi come forma mentis.
Alessandra Trevisan è PhD in Italianistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di autrici dimenticate del Novecento e ha lavorato a lungo su Goliarda Sapienza, dedicandole due monografie. Nel 2020 ha fondato con Viviana Fiorentino e altre autrici il gruppo Le Ortique. È lyricist e poeta.
Le Ortique – deforming the canon. A group of women authors committed to discover forgotten women artists.
Dall’Italia all’Irlanda, un percorso obliquo e fuori strada fatto da autrici per riscoprire le artiste dimenticate dai canoni.