Bellezza salvaGente
Laboratorio a cura dei Ludosofici
E se fosse la bellezza a salvare il mondo?
Scrivere di bellezza è davvero un esercizio titanico.
Questo laboratorio vuole essere una suggestione, un invito a cercare la propria bellezza. Allo scopo di porre un punto di partenza che non ambisce a imporre alcuna direzione, ma che permetta alla ricerca personale di ognuno di noi di svilupparsi liberamente, proponiamo qui di seguito qualche riflessione di autori e autrici, poetesse e poeti. Le prime sono tratte dai suggerimenti che il filosofo Byung-Chul Han dà nel suo La salvezza del bello; le altre sono state raccolte a margine di altre letture e ricerche svolte da noi, membri della Redazione di FarFarFare.
La bellezza, secondo [Simone Weil], ci obbliga ad “abbandonare” la nostra immaginaria posizione di centralità” […] Non è che non siamo più al centro del mondo: non ci siamo mai stati. Noi cediamo volontariamente il campo alla cosa bella che ci sta di fronte.
Elaine Scarry, Sulla bellezza e sull’essere giusti, Il Saggiatore, Milano, 2001, p. 89
Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa: o meglio quest’essenza non era in me, era in me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. La strada di Swann, Einaudi, Torino, 1981, p. 936
È più importante che le proprie equazioni siano belle piuttosto che combacino con gli esperimenti […]. Se si lavora con la prospettiva di rendere belle le equazioni, e si possiede una profonda intuizione, si è certamente sulla strada del vero progresso nella conoscenza scientifica.
Paul Dirac, La bellezza come metodo. Saggi e riflessioni su fisica e matematica, Cortina Raffaello, 2019.
«Un fiore… due fiori… fiori rossi… fiori grandi… e… Bellissimi fiori!». E concluse: «Ci sono esattamente bellissimi fiori attorno a quest’albero».
Il Penultimo Pinguino lo scrutò da molto vicino e disse: «Bellissimi non è mica un numero».
«Oh, eppure li ho appena contati» replicò l’Orso.
«E tra l’altro quello non è neppure contare».
«No?» chiese l’Orso.
«Neanche un po’» disse il Pinguino. «Stammi a sentire: ci sono esattamente 38 fiori intorno a quell’albero. Vedi di ricordartelo!».
[…]
Ma l’orso non gli prestava più attenzione: aveva sprofondato il naso nell’aiuola ed era tutto intento ad annusare i fiori. Il profumo dei fiori gli fece il solletico al naso, perciò si mise a ridere.
«Ora devo andare» disse tutto allegro, «arrivederci».
E si allontanò pensando: “Meglio annusare i fiori che contarli”. E pensò anche: “I fiori sono più Bellissimi che 38”. Questo pensiero lo rese molto felice.
Oren Lavie, illustrazioni di Wolf Erlbruch, L’orso che non c’era, edizioni e/o, Roma, 2014.
Provate adesso ad affidarvi alle vostre immagini e parole per dare una forma a ciò che è la bellezza per voi nelle sue molteplici sfaccettature.
Cliccate sul bottone qui sotto e scaricate quelle che vi si presenteranno come vere e proprie cartoline… Ancora tutte, ma proprio tutte, da scrivere!