Pianta dei luoghi
Laboratorio a cura di Camilla Marani
Avete mai immaginato di vivere in un enorme orto botanico? Di orientarvi in uno spazio seguendo le piante, i fiori e le erbacce? Di trasformare le icone della vostra città in enormi esseri viventi verdi, ovvero gli alberi?
Lo scopo di questo laboratorio è quello di stimolare la nascita di nuove chiavi di lettura della città, intesa come inaspettato e stimolante luogo comune, come possibilità di incontro tra esseri viventi di tutte le specie.
Forse è una visione troppo lontana dal mondo in cui viviamo, ma noi vogliamo guardare avanti e invitare tutti voi a costruire nuove narrazioni dello spazio in cui camminate, abitate e vivete.
Se doveste ora descrivere la strada che fate tutti i giorni per andare al lavoro o a scuola, vi ricordereste quanti alberi ci sono? Sapreste dire di che tipo sono? Se non avete una risposta a questa domanda, non preoccupatevi! Non appena avrete un po’ di tempo libero, però, indossate un paio di scarpe comode e partite per l’esplorazione: siate turisti nella vostra città!
Cosa serve?
- un’oretta di tempo libero
- scarpe e vestiti comodi
- cuffiette
- cellulare
- un foglio e una penna (ma questi servono più tardi: non occorre portarseli dietro)
Pianta dei luoghi è un progetto che ti propone un’esperienza multisensoriale e consiste in una passeggiata all’aria aperta accompagnata da un’audioguida.
I protagonisti principali sarete proprio voi, che, camminando, imparerete a riscoprire ed esplorare il potenziale dello spazio che vi circonda.
“Campi, alberi e giardini erano per me spazi, finchè tu, amore mio, non li hai trasformati in luoghi” – scriveva Goethe.
Qual è la differenza tra spazio e luogo?
Lo spazio è il dato fisico ma in sé anonimo su cui fioriscono i luoghi. Lo spazio rimane tale finché non viene notato da qualcuno che gli attribuisce un valore, un significato o un nome.
Vorreste anche voi trasformare alcuni spazi in luoghi?
Questo esperimento è stato già svolto da una quarantina di persone, che hanno riscoperto i luoghi di casa attraverso una passeggiata errante in cui si sono concentrate sulle piante.
Avete idea di quante sono le cose che ci circondano e che non abbiamo mai neppure notato? Scoprirle sarà bellissimo e vi stupirà!
Allora, siete pronti?
Eccoci di ritorno. Com’è andata? Avete scoperto nuovi luoghi?
Ora che siete a casa, potete realizzare l’ultimo passaggio di questo esperimento: disegnare su carta la vostra esperienza.
L’esercizio è molto semplice. Basta prendere il foglio bianco e la penna che avevate messo da parte e, ripensando alla vostra passeggiata, ma senza preoccuparvi delle reali proporzioni, tracciare il vostro percorso. Segnate i punti che ricordate e che vi sono rimasti nel cuore ridisegnandoli o, più semplicemente, dando loro nome, trasformando così gli spazi in luoghi.
Il risultato sarà la vostra interpretazione libera e personale del cammino che avete compiuto.
Qual è la ragione di quest’ultimo passaggio?
Ridisegnare il percorso consegna alla memoria i luoghi individuati e, soprattutto, permette di condividere con gli altri le scoperte di ciascuno.
Il nostro obiettivo è quello di costruire una comunità che sia aperta alla coabitazione di tutte le specie e al riconoscimento e all’incontro con l’inaspettato: una comunità che sappia stupirsi della bellezza quotidiana. Desideriamo lasciare un segno. Per questo che abbiamo aperto una pagina Instagram che possa collezionare le mappe soggettive di tutti coloro che prendono parte all’esperimento della Pianta dei luoghi. Se anche voi volete condividere la vostra esperienza, potete inviare la vostra mappa al profilo @piantadeiluoghi o alla mail info@piantadeiluoghi.it
costruito per aiutare le persone a “piantare” i propri luoghi nella città e instaurare un processo di ri-mappatura urbana.
Pianta dei luoghi è un sistema che nasce da uno studio di Camilla, una ex studentessa della Facoltà di Design e Arte alla Libera Università. Esploratrice del mondo fin dalla nascita, approfondisce l’interesse per il camminare, le città e le piante all’interno del suo progetto di tesi, dando vita a nuove riletture dello spazio urbano.