Nomadi di cuore
Articolo a cura di Federica Armiraglio
Che cos’è “I Luoghi del Cuore”?
I luoghi del cuore è il più importante progetto italiano volto a sensibilizzare i cittadini e le istituzioni su quanto sia importante tutelare e valorizzare il nostro patrimonio. Lo straordinario valore di questo progetto risiede anche nell’essere una mappatura costruita dal basso: non è un catalogo gestito dalle istituzioni preposte, ma un censimento spontaneo. Ogni due anni, infatti, il FAI chiede a tutti i cittadini di segnalare attraverso un censimento quali siano i luoghi che stanno loro più a cuore, che fanno parte dell’immaginario personale o della memoria collettiva in cui si riconoscono, che si intrecciano alle loro storie, anche familiari, che sono legati a momenti speciali della loro vita o che, semplicemente, trovano belli: insomma, tutti quei luoghi che si vorrebbe vedere tutelati e tramandati integralmente alle generazioni future.
Il progetto è nato nel 2003 e ad oggi ha raggiunto cifre davvero importanti: ha superato in totale 9,6 milioni di voti a favore di più di 39500 luoghi in tutta Italia. La concretezza è uno dei punti di forza di questo progetto: al censimento svolto ogni anno pari segue, nell’anno dispari, l’annuncio dei risultati, resi noti sotto forma di classifica (ciascuno può segnalare uno o più luoghi o votarne di già presenti nel database); grazie alla partnership tra FAI e Intesa San Paolo i tre vincitori, ovvero i luoghi arrivati sul podio della classifica, ricevono un contributo economico di 50, 40 e 30 mila euro, corrisposti, però, solo a fronte di un progetto concreto di restauro e di valorizzazione. Inoltre, tutti i luoghi che raggiungono una soglia minima di voti (duemila voti) possono candidare il proprio progetto concreto di valorizzazione del territorio a un bando lanciato nell’anno dispari. Attraverso questo meccanismo, il FAI ha saputo sostenere fino ad ora 119 progetti in 19 regioni. I progetti che hanno un impatto sociale notevole innescano frequentemente dei circuiti virtuosi: è capitato molto spesso, ad esempio, che i contributi del FAI siano stati il punto di partenza per l’arrivo di altri contributi di entità anche maggiore o che la sola enorme visibilità ottenuta grazie al censimento sia riuscita comunque ad attirare i finanziamenti necessari ai progetti di restauro.
Facciamo qualche esempio…
La Certosa di Calci, in provincia di Pisa è una delle più importanti certose italiane. Nasce nel Medioevo, proprio all’epoca della fondazione dell’ordine certosino. Come accaduto a molte altre certose, a seguito della santificazione di San Bruno viene trasformata in uno sfarzoso complesso barocco ricco di affreschi. La Certosa di Calci è un bene dello Stato, che, però, non riceveva finanziamenti da quasi dieci anni, quando, nel 2014, arrivò al secondo posto nazionale con ben 92 mila voti: oltre al milione e centomila euro erogato dallo Stato quando era ancora in corso il censimento e ai 50 mila euro ricevuti del FAI, nel corso degli anni successivi sono arrivati finanziamenti pubblici pari a più di tre milioni di euro, che hanno consentito di portare avanti grandi campagne di restauro.
Un esempio più piccolo è quello di Lentini, in provincia di Siracusa. Per la precisione, nella campagna di aranceti tra i comuni di Lentini e Carlentini i cittadini hanno segnalato una chiesa rupestre, risalente all’insediamento immediatamente successivo alla presenza greca sul territorio. La chiesa in grotta rischiava di scomparire, ma grazie all’effetto di Luoghi del Cuore il FAI ha finanziato il recupero di un ciclo di affreschi e ha innescato l’arrivo di tanti altri piccoli contributi. Oggi le guide turistiche chiedono che la Chiesa rupestre del Crocifisso sia inserita nei circuiti di visita.
I Luoghi del Cuore e le Convenzioni Europee
Lo spirito dei luoghi del cuore è totalmente in sintonia con quello di due importantissime convenzioni europee.
La prima è la Convenzione Europea del Paesaggio, siglata nel 2000 a Firenze tra 32 Stati membri dell’Unione Europea, che reputa da tutelare qualunque paesaggio sia ritenuto importante dalle popolazioni, non importa se eccezionale o degradato. Il preambolo alla Convenzione Europea del Paesaggio sottolinea come il paesaggio sia da tutelare, perché non è solo il luogo di vita delle persone, ma anche un fattore che contribuisce enormemente al benessere sociale, emotivo ed economico delle persone.
La seconda è la Convenzione di Faro, siglata nel 2006 e ratificata lo scorso anno, che introduce l’idea delle comunità di eredità: anche le persone possono prendersi cura in vari modi del proprio patrimonio territoriale, piccolo o grande che sia. E questa è proprio l’idea che sta alla base dei Luoghi del Cuore.
In occasione del censimento, i voti arrivano spaccati a metà. Ci sono le grandi mobilitazioni, come avvenuto per la Certosa di Calci, in cui un luogo può ricevere dai mille voti in su (a oggi, il record è di 114 mila voti); oltre a rispondere al bisogno del luogo, la comunità che lo vota gli attribuisce un valore identitario e si impegna affinché non venga smarrito: in queste occasioni si assiste a enormi mobilitazioni, da parte dei commercianti, delle università o anche degli italiani all’estero, soprattutto laddove esistono comunità coese. Qualche anno fa, per esempio, cittadini pugliesi residenti all’estero erano riusciti a raccogliere un ingente numero di voti a favore di uno degli eremi di Pulsano, in provincia di Foggia. Dall’altra parte, però, arrivano anche molti voti individuali.
Ciò che non accade mai è che vincano luoghi come il Colosseo o la Torre di Pisa, ritenuti al sicuro, gestiti e tutelati. Protagonisti e vincitori del censimento sono centri medio-piccoli, come Calci o Lentini. È qui che il legame identitario con il territorio si fa più forte, mentre nelle grandi città come Milano, Roma, Venezia o Firenze è decisamente più labile.
Nomade in Italia: soste imperdibili
L’Italia è spesso definita come “museo diffuso”: è un’espressione di cui si abusa, ma che, vista la bellezza del nostro territorio, è senz’altro vera. Scegliere solo alcune tappe è difficilissimo, se non impossibile, ma ci proviamo.
A dimostrazione di quanto funzioni lo spirito dei luoghi del cuore, la mia ascendenza marchigiana mi porta a scegliere le Marche come primo luogo in cui sostare. Di questa regione mi piacerebbe suggerire due luoghi, uno per il suo valore naturalistico e l’altro in virtù del suo patrimonio storico e artistico. Il primo è il Lago di Pilato sui Monti Sibillini, un luogo incantevole ed estremamente suggestivo in un ambiente solitario che si raggiunge dopo tre ore di cammino. Il secondo è il borgo di San Ginesio, duramente colpito dal terremoto e in cui, di fronte ad aiuti che stentavano ad arrivare, gli abitanti si sono impegnati a spostare le macerie: «Almeno adesso – mi hanno detto con fierezza un paio d’anni fa – grazie all’opera delle nostre mani il nostro meraviglioso panorama si vede di nuovo».
Spostandomi da tutt’altra parte, in Sicilia, andrei sull’Etna. I Luoghi del Cuore ci rivelano che l’Italia sta diventando sempre più consapevole del suo patrimonio naturale, oltre che storico e artistico: i vulcani del nostro paese sono indubbiamente una grande fetta del nostro capitale ambientale.
Mi piacerebbe molto visitare i siti archeologici della Campania e in particolare Paestum, per concentrarmi sulle tracce della storia greca nel nostro paese.
Non sono mai stata e vorrei invece andare in Molise, una regione estremamente sottovalutata. Senza dubbio, l’essere una meta turisticamente poco battuta le ha permesso di conservare fortemente le sue tradizioni, ovvero il suo patrimonio immateriale, a cui l’UNESCO sta dando un’importanza sempre crescente: la cultura delle comunità è di per sé un inestimabile valore.
Infine, cito un luogo molto turistico, ma che ho nel cuore perché ci vado da quando sono bambina: le Dolomiti. Luoghi come questo dovrebbero convincerci che non è necessario andare lontano per trovare paesaggi che scatenino in noi emozioni straordinarie: le Dolomiti sono un patrimonio geologico tra i più importanti al mondo.
A proposito di “Nomadismo”…
Mi piacerebbe suggerire infine qualche luogo che è stato il tema “Nomadismo” a farmi venire in mente.
Nel patrimonio immateriale dell’UNESCO è stata inserita la transumanza, che nel nostro paese può essere associata, per esempio, ai luoghi compresi tra la Basilicata e la Puglia. Ripercorrere i tratturi che caratterizzavano la transumanza è secondo me un modo per entrare in contatto con una tradizione che riguarda il presente e non solo il passato del nostro paese.
Per ricordare che il nostro è anche un paese di allevamento, cito due borghi che hanno una storia molto particolare e degna di essere conosciuta.
Ulassai, in Sardegna, nel territorio dell’Ogliastra, terra di montagne e greggi, è un borgo ricco di tradizioni legate alla transumanza, ma noto anche per aver dato i natali all’artista Maria Lai. Maria Lai ha riscoperto e trasformato in arte tante tradizioni povere e ha dimostrato come l’essere fisicamente nomade mantenendo la capacità di tornare alle proprie radici sia un modo di rimanere legati alle proprie memorie e di arricchirsi sempre di più.
La transumanza ci porta anche a Troina, in provincia di Enna, dove il sindaco ha combattuto strenuamente la mafia legata all’utilizzo dei pascoli.
Volgendo lo sguardo al passato, invece, troviamo i Walser, che valicavano le Alpi e conducevano una vita durissima nel territorio della Valsesia. Il FAI ha stretto un accordo con l’Unione Alagnese per la valorizzazione della cultura Walser: lavoreremo per il recupero di due baite walser a Otro, una frazione di Alagna che si raggiunge soltanto a piedi, ma anche all’interno del borgo di Alagna collaboreremo con il Comune e con il Politecnico di Torino per un racconto della cultura Walser che vale assolutamente la pena di essere tramandata e conosciuta.
Infine, ci sono i nomadi moderni, che possiamo identificare, per esempio, negli stranieri che decidono di trasferirsi in Italia, anche solo per una parte dell’anno, andando a ripopolare territori di crinale e quindi da sempre a rischio di spopolamento e contribuendo al recupero e alla tutela della cultura e delle tradizioni locali. Proprio questi “nomadi moderni” hanno permesso, attraverso il loro voto, la conservazione della tradizione delle mongolfiere di carta nel borgo di Bellissimi, nell’entroterra di Imperia. Grazie ai Luoghi del Cuore è stato creato un percorso che collega, attraverso una passeggiata immersa nella natura, i due borghi di Valloria e di Bellissimi ed è stato sostenuto un laboratorio dove ancora oggi vengono fatte le mongolfiere di carta.
Insomma, dobbiamo essere fieri del meraviglioso paese che abbiamo e averne cura. Dobbiamo andare a scoprirlo.
Federica Armiraglio, storica dell’arte con esperienze di studio e lavoro in Italia e all’estero, è stata per oltre dieci anni conservatore del Museo della Collegiata di Castiglione Olona (VA). Ha pubblicato vari volumi di taglio divulgativo con Rizzoli e Skira. Lavora dal 2007 per il FAI – Fondo Ambiente Italiano, dove è responsabile dell’ufficio “Contenuti Grandi Progetti”, che si occupa tra l’altro di “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale dei luoghi da non dimenticare, tra le principali campagne della Fondazione.