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“Dolce far… tanto!”

A cura di Luci su Marte

Guardatevi attorno alla ricerca di un dizionario. Sfilatelo dalla libreria e fate scorrere le pagine tra le dita fino a che non trovate la parola “oziare”. La definizione indicata non promette niente di buono: “passare il tempo senza far nulla, poltrire”.

Fortunatamente, tanto tempo fa, secondo gli antichi romani l’ozio era uno spazio libero, di scoperta lenta, da dedicare a se stessi e al proprio piacere.
E per voi? Cosa vuol dire “oziare”?

Proviamo a esplorare insieme il significato di questo concetto. Vi proponiamo un laboratorio che utilizza l’espressione del corpo per scoprire quanto racconta di noi la dinamica del movimento che scegliamo.

Per prima cosa delimitate la stanza in tre aree distinte [1]. Ognuna di esse corrisponde a una velocità diversa: lenta, media e veloce.
Dividetevi in due gruppi: il primo si muove, il secondo osserva. Tranquilli, tra poco invertiremo i ruoli!

1.

Si comincia dalla stanza veloce: muovetevi liberamente, in maniera frenetica ed energica.
Immaginate di essere in ritardo, la campanella di scuola sta per suonare e voi dovete ancora finire di fare colazione, lavarvi i denti e preparare lo zaino con i libri.

2.

Appena sentite il segnale stabilito in precedenza (la voce di chi vi guida, il suono di un campanello o la musica che si ferma), passate nella stanza del tempo medio. La dinamica del movimento ora rallenta. Se ogni tanto sentirete riaffacciarsi qualche gesto svelto, non preoccupatevi: alternateli ad altri più posati e proseguite.

3.

Ora spostatevi nell’ultima stanza, quella del tempo lento. Tutte le parti del corpo si muovono piano: guardatevi intorno, ascoltate il vostro respiro e quello dei compagni.

Interrompete la corsa e iniziate a camminare come se steste seguendo una farfalla che vola calma nell’aria.

Dopo questa prima attività, riunitevi in gruppo e raccontate agli altri come vi siete sentiti in ognuna delle tre stanze. Quale avete preferito?

Bene, tornateci di nuovo mantenendo la stessa suddivisione in gruppi di prima. Prendetevi il vostro tempo e mettete in sequenza quattro movimenti con la velocità che avete scelto.

Ripeteteli più volte e fissateli nella mente.

Se siete pronti, create dei gruppi da tre (magari fatevi aiutare da qualcuno). L’ideale è che insieme a voi ci siano bambini che hanno scelto tempi diversi dal vostro: insegnate agli altri la piccola coreografia che avete pensato e provate a imparare la loro.

Quando tutti avranno finito, ogni trio mostrerà al resto dei compagni il proprio lavoro. Chi guarda dovrà mettersi d’accordo e inventare un titolo per la composizione in scena.
Segnateli da qualche parte per non dimenticarli!

Prima di salutarci, sparpagliatevi nella stanza e sedetevi a terra con gli occhi chiusi.
Ripensate alla sequenza di quattro movimenti che avete creato prima e, a seconda del tempo scelto, rappresentatela con delle semplici linee su un foglio. Portatelo nella stanza corrispondente e adagiatelo sul pavimento vicino a quello degli altri. Come sono i tratti?
Descriveteli a parole e osservate insieme le differenze di segno.

Abbiamo concluso e ognuno di voi ha il suo spazio di movimento preferito: veloce, medio o lento. Vi siete accorti però che sbirciare in quello degli altri può essere una scoperta divertente: se a volte serve essere svelti, altre volte è bene anche fermarsi a pensare.
Fate finta di essere di fronte al banco dei gelati: perché scegliere un gusto solo quando ce ne sono così tanti?


[1] Per aiutarvi potete utilizzare un rotolo di scotch di carta.


Luci su Marte è un progetto indipendente di Lucia, danzatrice, e Marta, educatrice museale. Insieme esploriamo nuovi orizzonti di fruizione dell’arte attraverso il movimento.

Lucia Sauro vive e lavora a Roma, è danzatrice ed esperta in pedagogia del movimento in età evolutiva. Laureata in Letteratura e Arti Performative, trascorre alcuni anni tra Austria, Inghilterra e Belgio dove completa la formazione da danzatrice e lavora come performer. Conduce regolarmente corsi e laboratori di educazione al movimento e danza per bambini e adulti.

Marta Tedolfi vive e lavora a Milano. Dopo la laurea magistrale in Arti Visive inizia la sua collaborazione con Pirelli HangarBicocca, dove si occupa della progettazione e conduzione delle attività didattiche del Dipartimento Educativo. Accanto alla passione per l’arte contemporanea affianca quella per la letteratura per l’infanzia.