Dietro e dentro ogni progetto c’è un nucleo originario, un punto di partenza. C’è qualcosa che lo anima e sorregge e da cui riceve al tempo stesso coerenza e movimento. C’è un’idea.
Prima che trasformi la realtà, che sia tangibile e concreto, il progetto si riesce a intravedere nell’aspetto acerbo ma chiaro e luminoso di un’idea. Poco importa che questa abiti la mente e non si stagli di fronte ai nostri occhi, perché è la parola stessa, così come la lingua degli antichi Greci l’ha coniata, che rivela la possibilità di distinguerne i contorni: idea, figlia di idein, il verbo che significa vedere.
Un’idea, però, ha bisogno di uno spazio per crescere e maturare. Senza uno spazio adeguato che le permetta di crescere, conoscere e relazionarsi ad altre realtà, rischierebbe di spegnersi: si inaridirebbe fino a estinguersi e perderebbe così la possibilità di trasformarsi in progetto e dunque in realtà. E quindi noi progettisti, che guardiamo al mondo dell’infanzia, quali domande dovremmo porci quando prepariamo gli spazi per accogliere le nostre idee e quelle dei bambini con cui ci confrontiamo?
In questo numero di FARFARFARE sul progetto troverai:
e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!
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