Laboratorio a cura di Massimiliano Tappari
Da migliaia di anni l’essere umano possiede, spesso senza saperlo, il più potente strumento di comunicazione di massa. Un mezzo che coinvolge tutti i sensi, in grado di trasmettere e ricevere dati nello stesso istante. Una macchina complessa capace di farlo entrare in contatto immediato con gli altri: la faccia. Da sempre gli esseri umani si guardano in faccia e dicono “sì” o “no”, “buongiorno” o “buonasera”. Se dicono “sì” ma pensano “no” allora si chiamano voltafaccia. Questa però è un’altra faccia del problema.
Gli esseri umani nascono con la loro personale interfaccia installata e la prima cosa che vedono venendo al mondo è un’altra faccia. Quando poi muoiono, scompaiono una volta per tutte dalla faccia della Terra.
Ogni faccia è il perfetto autoritratto di chi la indossa. Sotto sotto ognuno ha la faccia che si merita. D’altro canto chi perde la faccia, difficilmente la ritrova. A meno che non se la rifaccia. Ma in questo caso c’è sempre qualcuno che glielo rinfaccia. Non c’è proprio modo di salvare la faccia.
Massimiliano Tappari
Eh, sì, “faccia” è una parola che possiamo trovare e usare in tante occasioni diverse. Vi siete mai chiesti perché? Una ragione, forse, è che, così come nel linguaggio, anche nel mondo le facce ci circondano: non solo la parola, ma anche vere e proprie, concrete facce sono ovunque! Provate a fare questo esperimento: passeggiando, all’aperto o al chiuso, col buio o con la luce, attraverso luoghi noti o sconosciuti, guardatevi intorno. Quante facce riuscite a vedere? Vi ricordano qualcuno? Che tipo di espressione fanno? Si accorgono di voi o il vostro passaggio le lascia indifferenti? Osservate, con attenzione e senza remore: le cose non si offendono, potete scrutarle a fondo. A patto, ovviamente, che anche voi siate disposti a lasciarvi osservare.
Oooh! Inventario di fotografia e Coffee Break. I suoi titoli più recenti, realizzati con Chiara Carminati, sono A fior di pelle, Ninna no e Occhio ladro (Lapis).
, nato nel 1967, immagina il mondo come un grande libro da sfogliare, pieno di personaggi e di trame che si nascondono negli oggetti e nei paesaggi quotidiani. Con Corraini ha pubblicato