Vai al contenuto

Alla scoperta del cerchio

Laboratorio a cura di Michela Dezzani

Di recente, ho proposto a un giovane pubblico un laboratorio più volte sperimentato nel corso del tempo. L’attività, creata sulla base del metodo Bruno Munari®, ruota intorno alla forma del cerchio e riprende l’esplorazione delle forme tipica del design e delle ricerche di Bruno Munari.

Questa la traccia di partenza, che guida l’operatore nella proposta del laboratorio:

Disegnare e colorare, come in una piccola enciclopedia, tutte le idee di cerchio che conosciamo e quelle che siamo capaci di inventarci.
I cerchi intorno a noi e quelli dentro di noi.
Impossibile non accorgersi della presenza del cerchio nel nostro immaginario così come della sua importanza da un punto di vista scientifico. La sua simbologia polisemantica lo rende tra le forme più interessanti in assoluto. Dagli anelli della corteccia degli alberi, al disco cromatico, dai giochi in cerchio al cerchio di Giotto, passando per le bocce e le bolle di sapone.

Il primo momento del laboratorio, pertanto, prevedeva che i bambini inventassero tanti tipi di cerchio, in risposta proprio a uno dei principi base del metodo Munari®, ovvero l’esplorazione delle variabili attraverso tanto il disegno quanto il colore.

In un secondo momento hanno messo insieme i cerchi.
I risultati finali sono stupefacenti, perché, se le nostre aspettative potevano portarci a immaginare lavori simili a quelli di Kandinskij, i bambini hanno creato qualcosa di completamente diverso. Per intenderci, i dipinti di Kandinskij presentano tinte piatte e forme che si avvicinano e, a volte, si sovrappongono o si sfiorano; nei lavori dei bambini, invece, i cerchi sono pieni di tutti i simboli che ne riprendono la forma, come lo yin e lo yang.

Questo significa che per i bambini di oggi il mondo è interconnesso e che, al di là di quello che noi facciamo, ci sono mondi che si mescolano ed entrano nella loro esperienza.

Anche la composizione finale riflette questo assunto: i bambini hanno bucato e inserito i cerchi uno dentro l’altro, come a specchiare la complessità della realtà che vivono e che non può essere descritta da una rappresentazione piatta della forma.


Michela Dezzani
La mia più che una professione è una grande passione.
Ricercatrice, formatrice e consulente nella ideazione di progetti e nella formazione di adulti e bambini. Ho conosciuto e collaborato con Bruno Munari a partire dagli anni ’90. Socia fondatrice dell’Ass.Bruno Munari e docente dei Master metodo Bruno Munari®. Master in Epistemologia Operativa® conseguito presso il Centro di Psicologia Culturale di Ginevra. Dal 1989 sono relatrice in diversi convegni a lui dedicati. Progetto laboratori e corsi di formazione in diverse istituzioni in Italia e all’estero. Ho collaborato con diverse istituzioni museali: Ara Pacis, Explora, Muba, Mart, Museo Diocesano, Pinacoteca di Brera, Palazzo Reale, Triennale.
Nel 2008/09/10 sono stata invitata dallo Shiodome Creative Center di Tokyo per un progetto di formazione al pensiero progettuale creativo con adulti e bambini. Sono stata consulente per aziende come Bracco, Ferrero, Fujitsu, Gelsia, Lago, Zucchi ecc…
A partire dal 2000 ho fondato e avviato laboratori permanenti, metodo Bruno Munari, in molte scuole italiane e internazionali interessate all’educazione progettuale e creativa. Ho collaborato con la il FabLab Open Dot e con la Fondazione Montessori. Ho ideato, finanziato dalla Fondazione Cariplo, “Tutti i colori del bianco” un itinerario laboratoriale per i bambini
delle comunità Sikh della Lomellina. Per EXPO ho studiato il progetto ORTOGRAFICO, laboratori per adulti e bambini dedicati al cibo esplorato con tutti i sensi tranne il gusto.
Organizzo mostre per bambini, che nascono dalle mie collezioni personali di giochi didattici e libri: DOPPIO GIOCO, tra progetto didattico e oggetto di design, che espone giochi e giocattoli progettati da designer italiani e stranieri; FANTASIA AL POTERE, espone l’intera collana di libri intitolata TANTI BAMBINI, diretta da B. Munari. Nel 2020 nasce un nuovo progetto formativo metodo Bruno Munari intitolato “Lo strumento modifica chi lo usa” che approfondisce la relazione che instauriamo con gli strumenti grafici e artistici che usiamo fin da quando
siamo piccoli. Gli strumenti parlano un loro linguaggio e ogni strumento racchiude la sua personalità, il suo modo di essere, quel carattere che non lo fa confondere con altri strumenti. Il carattere degli strumenti si scopre con la sperimentazione, con tante semplici prove sulle possibilità d’uso concreto che il materiale offre. Collaboro con la Fondazione Achille Castiglioni.