Aprire porte temporali
Laboratorio a cura di Monica Gilli
“Così è del nostro passato. Cercare di evocarlo è fatica sprecata, tutti gli sforzi della nostra intelligenza sono inutili. È nascosto fuori del suo dominio, della sua portata, in qualche oggetto materiale (nella sensazione che ci darebbe quell’oggetto materiale) che non sospettiamo.”
Marcel Proust
Secondo il concetto di tempo di Bergson, proprio come in un flusso, ogni momento è indissolubilmente legato a quello precedente e a quello successivo e ciò che ne deriva non è tanto una condizione di continuità quanto di compresenza. Secondo questa teoria la coscienza umana fluisce entro l’evoluzione vitale che la porta a svilupparsi, a modificarsi, rappresentando allo stesso tempo un flusso costante che mantiene presenti tutti gli istanti che percorre. La memoria giunge a coincidere così con l’interezza stessa della coscienza e dell’esistenza dell’io umano.
Si sa anche quanto i sensi, e in particolare l’olfatto, siano degli attivatori della memoria e quindi delle possibili porte temporali per viaggiare nei ricordi.
Cominciamo quindi con il nostro esperimento.
Il luogo perfetto per svolgerlo è proprio la vostra casa.
Non vi serviranno strumenti particolari: i vostri occhi e il vostro naso saranno più che sufficienti, purché siano attivati al massimo.
Iniziate ora la vostra ricerca. Ispezionate con calma tutte le stanze, magari a partire dalla vostra camera. Setacciate gli armadi, frugate dentro ogni cassetto. Insomma, andate a caccia di oggetti che potrebbero attivare il flusso della memoria.
Nella prima fase della ricerca lasciate che siano gli occhi a guidarvi: osservate tutto con attenzione e attendete che nella vostra mente appaia un ricordo legato a un oggetto.
Continuate l’esplorazione facendovi guidare ora dal vostro naso. Annusate tutti i cibi che trovate. Spingetevi ad annusare anche altre cose, senza trascurare niente: il costume da bagno, l’astuccio, un libro… Anche questi oggetti possono attivare la vostra memoria.
Quando vi accorgete che si è aperta una porta temporale ed emerge il ricordo, prendetevi tutto il tempo per restare un po’ con lui. Chiudete gli occhi. Richiamate tutto ciò che la vostra memoria ha conservato.
Se volete, potete annotare i ricordi emersi, sotto forma di parole o di disegni, in un quadernino che sia loro dedicato. Laddove è possibile, per esempio con gli aromi e le essenze che avete scovato, conservateli in piccole quantità in alcuni contenitori.
Si può dire che, così facendo, avete catturato alcuni dei vostri ricordi. Custodite il vostro quadernino e i vostri contenitori, magari nascondendoli in un cassetto pronto per essere dischiuso. In questo modo, potrete riaprire le vostre porte temporali tutte le volte che vorrete.
Monica Gilli è maestra d’infanzia e allieva dei bambini, pedagogista critica e sognatrice, sempre in movimento e alla ricerca di significati e storie da raccontare.