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La bellezza dell’ozio

A cura della libreria Viale dei Ciliegi 17 di Rimini

Più lento, più profondo, più soave

«Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?» Joseph Conrad


«Perdo il mio tempo guardando
il gatto che fissa l’infinito
come nessuno di noi saprebbe fare?»
Franco Marcoaldi


È davvero così colpevole il dolce far niente? Perdersi in una nuvola o a guardare una formica che trasporta una briciola di pane? Si cresce davvero senza aver mai perso del tempo, tanto tempo? E un bambino che sfoglia un libro illustrato senza saperne leggere il testo? Non è nel tempo lento, nell’attenzione, il segreto per dare spazio alla fantasia?

È nel tempo lento che i pensieri e i sentimenti si sedimentano e maturano.

La lettura è di per sé un’attività lenta, è un atto di contemplazione che ci riporta a fare i conti con il tempo.

Pensando alle tante sfumature dell’ozio abbiamo riscoperto una sua sempre poco sottolineata caratteristica: non vogliamo contraddire la definizione di padre di tutti i vizi (che tra l’altro spesso sono così belli e adrenalinici…) ma preferiamo il suo ruolo di madre del futuro. Si può creare anche stando fermi.

Non si scrive un libro o una canzone correndo a perdifiato…

Il futuro è sempre attesa di qualcosa che succederà o che faremo accadere: qualcosa che cresce spontaneamente o che contribuiamo a far crescere coltivando l’attenzione, la cura, la ricerca dello stupore e della bellezza.

Non ci si ferma, ogni tanto, per ripartire, ogni volta?

«Non appena alzato la mattina dal letto, dopo aver bevuto il tè, si sdraia sul divano, appoggia la testa alla mano e pensa, senza risparmiare le proprie forze, sino a che, alla fine, la testa si stanca per il pesante lavoro e la coscienza dice: oggi …