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Pagine senza limiti
Intervista a Suzy Lee
Salto nel vuoto
Bibliografia a cura di Steven Guarnaccia
Tra gli oggetti dai bordi più riconoscibili ci sono senza dubbio i quadri. Le cornici che li abbracciano o, in loro assenza, il contrasto con il muro su cui poggiano rendono evidente lo spazio entro cui devono esprimersi. E, anche se gli artisti provano di tutto per annullare quei confini, la materia della superficie non cede alle illusioni che l’immaginazione tende a incoraggiare.
I libri, a loro volta, devono fare i conti con i loro limiti oggettivi. La possibilità di essere aperti e sfogliati regala una certa libertà, che permette loro di cambiare forma, di svelare e di nascondere, ma non elimina i contorni oltre i quali l’inchiostro di un autore non può spingersi.
Pagine senza limiti
Intervista a Suzy Lee
Ogni pagina è tagliente nel ricordare i suoi confini e ferisce le mani che se ne dimenticano. La cucitura che separa due facciate insiste nel marcare il territorio che, una volta aperto, sembra più esteso di quanto non sia. Ma il punto è: questi limiti, così evidenti, non vorranno forse raccontare una storia?
Per creare, condividere e tramandare abbiamo bisogno di un supporto materiale, che, finché può, asseconda totalmente la nostra immaginazione. Dopodiché, si affida al nostro buon cuore, pregandolo di non lasciarsi trascinare dal pregiudizio. La materia non può dissolversi, né lo vorremmo. Tuttavia, pur restando se stessa, non è condannata ai limiti di cui la accusiamo: se a raccoglierla ci sarà una metafora,la tela si trasformerà in una macchia d’olio e la cucitura tra le pagine in un pertugio che conduce chissà dove.
Salto nel vuoto
Bibliografia a cura di Steven Guarnaccia
Alcune forme letterarie si divertono particolarmente a sfidare i contorni da cui i loro contenuti sono circondati. Tanto che, a volte, introducono dei confini anche dove la materia non li imporrebbe. Così per il puro gusto di giocarci. Come si spiegherebbero, altrimenti, i bordi che ostinatamente racchiudono le vignette dei fumetti?
Sembra che i limiti, allora, alimentino la nostra immaginazione, pur senza essere a loro volta una nostra invenzione. I limiti esistono, eccome: vivono concreti tra le nostre mani e sotto i nostri occhi, ma non sono né freni né prigioni. Sono semplici bordi, a volte un po’ sporgenti. Spetta a noi decidere se inciamparvi, cadere e arrabbiarci con un’anonima ingiustizia o se metterci in posizione, sguardo verso l’orizzonte, come farebbe un corridore sulla linea di partenza, pronto a scattare.