Vai al contenuto

Dialoghi pazienti

Laboratorio a cura di Maurizio Montalti

Sono tante e diverse le possibilità che abbiamo se vogliamo trovare un modo divertente ed efficace di avvicinarci al mondo dei funghi. 

Potrebbe sembrare banale, ma la prima cosa che suggerirei è di farsi una bella passeggiata nel bosco. Un alternarsi di passi e soste che porti a soffermarsi, a immergersi nell’ambiente che ci circonda. Dobbiamo concentrarci sui nostri sensi, perché siano loro a guidarci nell’esplorazione di quello che alla fine ci sembrerà un luogo del tutto nuovo: l’udito e la vista, soprattutto, si riveleranno essenziali per conoscere il bosco e, con esso, i funghi che lo abitano. 

Ascoltare, osservare, percepire. Chiudere gli occhi e guardare; stare in silenzio e al contempo conversare con tutto ciò che ci circonda. Credo sia l’esperienza più piena, che permette di trovare se stessi nella relazione con gli altri, umani e non umani. Con tutti i viventi.

Come si può, però, entrare in contatto con la materia?

Di recente è uscito un articolo sul Guardian in merito ad alcune iniziative commerciali che mi sento di menzionare, perché potrebbero rivelarsi utili. 
Alcune aziende, oggi, producono e vendono kit per far crescere funghi nelle proprie case: blocchi di substrato coltivato in sterilità su cui incidi dei taglietti, spruzzi dell’acqua e da cui magicamente crescono i funghi. Il fatto che il blocco da cui partire sia già pronto impedisce di capire come si produce, ma ciò non toglie che questi kit consentano di seguire il processo di crescita, che rispetta dei tempi molto diversi da quelli cui siamo abituati noi esseri umani. Per veder crescere un fungo, dobbiamo pazientare: siamo costretti a rallentare, a rispettare una dimensione di <…