Vai al contenuto

Esagoni

Playlist a cura di Carmine Esposito

La biologia delle vespe è affascinante: quando passa l’inverno, ogni femmina fecondata crea un nido e vi depone le uova, fondando la propria colonia fatta di femmine sterili. A fine ciclo, quando cala l’estate e l’autunno rinfresca l’aria, l’ormai logora regina fondatrice depone delle uova diverse, perché contengono gli unici maschi e le femmine fertili. Queste ultime dovranno costituire ognuna il proprio nido lontano da quello di nascita. 

Il luogo in cui si nasce, il posto che accoglie, lo spazio in cui sbagliare è lecito, da cui scappare ma lontano dal quale ci si sente fuori posto: il nido umano ha molti parallelismi con quello animale. Poi, tocca a ognuno costruire il proprio.

TERRA MIA di Pino Daniele

Nel 1977 un tale Giuseppe Daniele, detto Pino, esordisce come cantautore scegliendo come punto di partenza quella che fu la sua culla. Terra Mia non è solo un messaggio d’amore dedicato a Napoli, ma è un disco fatto della stessa sostanza della città.

STORMI di Iosonouncane

A chi è capitato di passare da Buggerru è sicuramente saltata all’occhio la singolarità di coloro che abitano questi inusuali paesaggi, fatti di spiagge infinite da un lato e resti di miniere e lotte sindacali dall’altro. Con Die (in sardo: giorno) Iosonouncane, al secolo Jacopo Incani, lascia un’orma indelebile nella musica italiana, e lo fa arrangiandolo intorno alla sua esperienza di vita, tutta sarda.

LOVE SUPREME (PART.1: AKNOWLDGEMENT) di John Coltrane

La storia del jazz è piena zeppa di storie di spiritualità. John Coltrane (Saint John per la Chiesa Ortodossa Africana) ne è un esempio. Con A Love Supreme, il sassofonista afroamericano libera al creatore il suo inno di ritrovata serenità. Perché il nido non è solo un luogo che racchiude, ma soprattutto un dispositivo che accoglie.

PHANTASMAGORIA IN TWO di Tim Buckley

Nel 1967 usciva Goodbye and Hello. Il disco di Tim Buckley non avrebbe rappresentato ancora l’apice del suo talento eccentrico e delicato, ma al suo interno c’era una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi. In Phantasmagoria in Two, il cantautore di Washington si aggrappa alla persona a cui è dedicata, il suo nido, mentre “everywhere there’s rain / everywhere there’s fear” (“ovunque c’è la pioggia / ovunque c’è la paura”).

STAI ANDANDO BENE GIOVANNI di Giovanni Truppi

Stai andando bene Giovanni non è solo il primo singolo del disco omonimo di Giovanni Truppi, ma è un inno ai tentativi di vita andati male. Perché il nido è fatto per essere lasciato, e con molta probabilità la prima prova di volo sarà un capitombolo.

SUBTERREAN HOMESICK BLUES di Bob Dylan

Nel 1965 Bob Dylan, pupillo del Greenwich Village, all’epoca talento limpidissimo del nuovo folk intellettuale di protesta, volle “Riportare tutto a casa”, e con Bringing it all back home svoltò alla chitarra elettrica scatenando l’ira funesta della sua fan base. Il cantautore del Minnesota si scrollò di dosso le aspettative e i problemi del mondo, tornando a mettere al centro se stesso.

EVERYTHING IN ITS RIGHT PLACE di Radiohead

Nell’ermetico testo di Thom Yorke c’è tutto il disagio nel vedere “ogni cosa al suo posto”, ma non trovare il proprio. A causa del successo improvviso e straordinario, il frontman dei Radiohead e i suoi compagni ebbero un periodo di burn-out e smarrimento. Quando registrarono Kid A, la band dell’Oxfordshire era tanto lontana dal punto da cui era partita quanto distante da quello che avrebbero costruito loro.

FIESTA DE SAN BENITO degli Inti Illimani

Gli Inti-Illimani intitolarono il primo disco da esiliati Viva Chile!, e la tracklist è pregna di cultura e rabbia, alto come le Ande e ruvido come le coste. Il Cile tornò democratico solo quindici anni dopo, e nel 1988 la formazione di Santiago poté tornare a casa e partecipare alla formazione del nuovo stato, alla costruzione del nuovo nido.


Carmine Esposito è autore e compositore. Cultore di sistemi armonici musicali, fa l’educatore in vari servizi, proponendo laboratori musicali per bambini e ragazzi.