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Felici contaminazioni

Playlist a cura di Sergio Briziarelli

Questa playlist esplora le zone franche, luoghi di interazione tra stili e pensieri sonori; percorre i confini dove la fusione tra mondi musicali trova la propria espressione.

La selezione di musiche dedicata a questo tema porta l’ascoltatore a prendere contatto con quello spazio neutrale, quella soglia bianca dove l’artista – come davanti a una tela – mescola, aggiunge ingredienti personali, innescando delle vere e proprie collisioni tra stili, generi ed epoche.


LAST SONG di Meredith Monk

È un brano commovente, dove la voce, sostenuta dal formale e ostinato giro accordale del pianoforte, emigra progressivamente verso un mondo vocale nuovo, fuori dalla dimensione consonante, istintivo e viscerale: un’ultima e disperata dichiarazione d’amore.


SANCTUS (dalla Berliner Messe) di Arvo Pärt

È la soglia perfetta dove trovano equilibrio ed espressione i due mondi musicali alla base dello stile del compositore: la monodia, quasi sempre di derivazione gregoriana, e la tintinnabuli, ovvero la ripetizione di tre suoni dall’inizio alla fine del brano: una sottintesa forma di minimalismo musicale, tipico della seconda metà del ‘900.


TRAUMGEKRÖNT (dai Sieben frühe Lieder) di Alban Berg

Probabilmente, tra i vari compositori del suo tempo, Alban Berg è colui che forse più di tutti è riuscito a creare un’unione perfetta tra la musica dodecafonica e il precedente periodo romantico-espressionista tedesco, “impiegando” la rigidità architettonica dei nuovi sistemi seriali all’espressione lirica e drammatizzazione musicale.


SANCTUS (da Officium) di Jan Garbarek e The Hilliard Ensemble

La soglia può essere anche un luogo fisico? Perché no? Provate a rinchiudere per due settimane in un’abbazia sperduta tra le foreste, uno dei quartetti vocali inglesi più blasonati e famosi quali The Hilliard Ensemble. Aggiungete alla compagnia uno dei grandi sassofonisti jazz del momento e il risultato è presto fatto: Officium, forse uno dei dischi di maggior successo della ECM (naturalmente insieme al Köln Concert di Keith Jarrett). Si tratta di un album straordinario, di musica polifonica e monodica antica eseguita in perfetto stile dove la voce del sax, come una lingua di fuoco, si sovrappone quale un prolungamento delle voci, attraverso delle improvvisazioni in perfetto stile jazz. Una musica senza tempo, dalla carica espressiva incommensurabile.


KYRIE (dal Requiem) di György Ligeti

György Ligeti, tra i più grandi compositori del secondo novecento, consegna al secolo, precisamente a metà degli anni ‘60, la mastodontica partitura del suo Requiem (si ricordi la citazione di alcuni estratti dell’opera nel film 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick). Il Kyrie, secondo brano dell’opera, è un’audace citazione delle antiche e complesse forme polifoniche fiamminghe: viene in mente ad esempio il Deo Gratias di Johannes Ockegem, compositore al quale Ligeti era molto legato. Innovazione straordinaria, genio compositivo e citazione delle forme del passato.


VALIANT (da Trialogue) di Bugge Wesseltoft, Henrik Schwarz e Dan Berglund

Un compositore pianista jazz, un DJ e un contrabbassista riuniscono i loro differenti mondi sonori e stili: sensibilità classica cameristica, jazz&blues, sonorità elettroniche.


MEDITAZIONE PER VIOLA E PIANOFORTE di Paul Hindemith

Attaccato dal regime nazista quale autore di “musica degenerata” Paul Hindemith è tra gli esponenti più noti della musica politonale, ossia l’uso contemporaneo di più tonalità all’interno della stessa composizione.


PSEUDO-YOIK di Jaakko Mäntyjärvi

Il brano, scritto per coro misto a cappella, offre uno sguardo umoristico agli stereotipi della musica popolare tipica della Lapponia attraverso un raffinatissimo arrangiamento corale.


SEZIONE N.6 (da Musica per 18 strumenti) di Steve Reich

Uno tra i massimi esponenti viventi della musica minimale trasporta l’ascoltatore in una dimensione ipnotica, dove la ripetizione martellante, incessante e ostinata di brevissimi elementi musicali – talvolta anche singole note – costruisce un’affresco di pattern: il suono con lentezza cambia colore e si trasforma, fluendo e ripetendosi come un vero e proprio mantra.


FINALE: ANIMÉ. LÉGER ET NERVEUX (dalla Sonata in Re Minore per violoncello e pianoforte) di Claude Debussy

L’impressionismo è certamente uno dei periodi della storia della musica dove il suono in mano al compositore diventa un vero e proprio pigmento di colore, una macchia. Claude Debussy è certamente tra i maestri più rappresentativi di quest’epoca, dove le influenze e collisioni tra le arti tra le quali pittura, poesia e musica hanno rappresentato un motore incessante e fondamentale per l’evoluzione dello stile, della comunicazione e del linguaggio artistico di quegli anni.


THE LAMB di John Taverner

In questo brano, l’ultimo della selezione, convivono e si fondono due mondi musicali completamente diversi. Il primo cita meccanismi compositivi e di costruzione melodica legati alle avanguardie novecentesche, dove la melodia, attraverso tecniche compositive dell’inversione e della retrogradazione, fluisce quasi come se l’autore stesso, davanti allo specchio della vita, riflettesse su di sé, ripercorrendo a ritroso le propria storia. Lo stesso tema, nella seconda parte, è armonizzato a 4 voci nel modo elio, come un corale ecclesiastico, una preghiera di affidamento al divino.

Sergio Briziarelli è direttore di Omphalos Voices dalla sua fondazione nel 2015. Inizia la sua formazione musicale presso il Conservatorio di musica F. Morlacchi di Perugia, in canto lirico, composizione, musica corale e direzione di coro. Nel 2011 consegue il diploma in direzione d’orchestra al Conservatorio G. Verdi di Milano. Ha frequentato i corsi di alto perfezionamento musicale in direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e studiato direzione d’orchestra presso l’Universität für Musik und Darstellende Kunst di Vienna. Nel 2013 ha conseguito un master di specializzazione per direttori di coro presso la Fondazione Guido d’Arezzo. Nel 2015 ha conseguito la laurea di secondo livello in Musica corale e direzione di coro con il massimo dei voti e il conferimento di lode presso il Conservatorio di Perugia. Ha partecipato a vari corsi di direzione d’orchestra e diretto in occasione dei concerti sia in Italia che all’estero. Attualmente collabora come maestro di coro e preparatore vocale con vari gruppi nella provincia di Perugia. Professore di canto corale dal 2015 al 2018 presso Umbra Institute, istituto americano di istruzione superiore e attualmente presso il Liceo scientifico G. Galilei di Perugia. È stato direttore del Coro Giovanile Umbro per il biennio 2016/2017. É attualmente membro della Commissione Artistica dell’A.R.C.Um – Associazione Regionale Cori Umbri e di Cromatica – Associazione Nazionale Cori Arcobaleno