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Ritenta, sarai più fortunato

Filmografia a cura di Flavio Pintarelli

“Vado matto per i piani ben riusciti”. Se siete nati e cresciuti a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, sapete benissimo che questa era la punchline con cui Hannibal Smith commentava le imprese, sempre coronate dal successo, del suo A-Team. Ma nella finzione come nella vita non sempre i piani ben progettati vanno come è previsto che vadano. Perciò, i film che abbiamo raccolto in questa filmografia sono tutti accomunati dalla stessa cosa: i loro protagonisti hanno fatto grandi piani, destinati a finire malissimo!

PULP FICTION
di Quentin Tarantino, USA, 1994, durata 150’
Zucchino e Coniglietta hanno elaborato il piano perfetto per rapinare la caffetteria in cui stanno facendo colazione. Ma non hanno calcolato che Jules Winnfield e Vincent Vega hanno scelto lo stesso ristorante dopo aver passato la mattina a ripulire pezzi di cadavere dalla loro automobile. Purtroppo non potevano prevedere il colpo partito dalla pistola di Vincent, il quale, a sua volta, mai si sarebbe immaginato che Mia Wallace avrebbe potuto scambiare la sua eroina per cocaina e acchittarsi una botta capace di spedirla nel limbo per… beh per abbastanza tempo da fargli venire qualche capello bianco in testa. In ogni caso, il succitato Marcellus Wallace non aveva certo previsto che il pugile Butch, poche ore dopo averlo truffato sul ring, gli sarebbe passato davanti all’auto ignaro del rischio che stava per correre. E Zed? Zed è morto baby. Zed è morto.

INSIDE OUT
di Pete Docter, USA, 2015, durata 94’
Riley Andersen ha undici anni e la sua famiglia si è appena trasferita dal Minnesota a San Francisco e, si sa, i cambiamenti non piacciono a nessuno, specialmente a quell’età. È così che, nella sua mente, Tristezza comincia a prendere il controllo più spesso di Gioia, che fatica ad accettare la cosa. Il bisticcio tra le due emozioni causa la perdita dei ricordi base e il progressivo spegnimento delle isole della personalità, fatti che rendono la bambina incapace di provare emozioni. Gioia mette così a punto un piano per risolvere le cose e riportare la situazione al punto di partenza. La lezione che imparerà, però, è che i cambiamenti vanno accettati per quello che sono e che le cose, anche se ci piacciono, non possono sempre restare come sono.  

IL GRANDE LEBOWSKI
di Joel Coen, USA, Gran Bretagna, 1997, durata 117’
Jeffrey Lebowski è dedito a una vita di ozio e nullafacenza. Continuerebbe a condurla volentieri, se non fosse che la sua pigrizia lo spinge a prestarsi a diventare strumento per le ambizioni e le velleità di riscatto delle persone che gli stanno intorno. È a causa della sua indolenza – e della cialtroneria di chi progetta le trame in cui finisce invischiato – che il povero Jeffrey si trova a dover affrontare una sfilata di bruti di varie fogge e dimensioni che finiscono puntualmente per malmenarlo nel peggiore dei modi.

I SOLITI IGNOTI
di Mario Monicelli, Italia, 1958, durata 111’
Cosimo, un criminale di mezza tacca che sta scontando una condanna nel carcere di Regina Coeli, viene a sapere da un compagno del piano per svaligiare, facilmente e senza troppo sforzo, il Monte di Pietà. Prende così avvio una lunga e arzigogolata catena di magheggi e macchinazioni che ruotano intorno a questo furto clamoroso e che finiranno per risolversi in un buco nell’acqua altrettanto clamoroso. Con la magra consolazione che, alla fine di tutto, almeno un piatto di pasta e ceci sarà possibile rimediarlo. Chi si contenta gode, dice il proverbio.

BILLY ELLIOT
di Stephen Daldry, Gran Bretagna, Francia, 2000, durata 110’
È il 1984, i minatori inglesi affrontano un lungo e disperato sciopero per opporsi alla chiusura delle miniere che danno loro da vivere. Il babbo di Billy Elliot è uno di loro ed è vedovo. Vorrebbe che il figlio diventasse un pugile e lo iscrive così a un corso di boxe. Ma il temperamento porta Billy lontano da ring e guantoni, dritto nella classe di danza della signorina Wilkinson. Non sarà facile per il padre accettare la passione del figlio. Ma spesso, di fronte alla forza delle persone a cui vogliamo bene, dobbiamo avere la capacità di mettere da parte i nostri progetti per sostenere i loro. 

FARGO
di Joel Coen, Ethan Coen, USA, 1996, durata 98’
Ancora un film dei fratelli Coen? Ancora un film dei fratelli Coen che, si sa, sono famosi per mettere in scena le vicende di personaggi che pensano in grande e finiscono malissimo. È il caso di Jerry Lundegaard, venditore di automobili di Minneapolis che decide di assoldare due maldestri sicari per rapire la moglie. Il suo obiettivo? Estorcere al suocero Wade un lauto riscatto. La cosa non andrà a finire bene.

BANDE À PART
di Jean-Luc Godard, Francia, 1964, durata 95’
Arthur e Franz sono due giovani scavezzacollo. Fannulloni e amanti della bella vita, meditano di rapinare una casa elegante della periferia parigina. Vi abita Odile, loro compagna a un corso d’inglese per adulti, che s’è fatta sfuggire il fatto che il padrone di casa tiene nascosta in soffitta una grossa somma di denaro. I due corteggiano la ragazza a turno, nella speranza che lei li faccia entrare in casa. Al colpo vorrebbe partecipare anche il cugino di Arthur, un poco di buono che campa d’espedienti. È proprio quando entra sulla scena del delitto, che tutto precipita e il piano va a rotoli. La trama sembra banale? Può darsi, ma la scena del ballo e quella della corsa dentro il Louvre sono tra le più belle della storia del cinema.


Flavio Pintarelli (1983) è uno scrittore che è nato e vive a Bolzano. Ha pubblicato i saggi Su Facebook (:duepunti, 2013) e  Stupidi Giocattoli di Legno (Agenzia X, 2014). Scrive regolarmente reportage e saggi di cultura visiva e digitale su riviste come Internazionale, Il Tascabile, Esquire, Rivista Letteraria, Not e Domus.