In viaggio con i bambini
Articolo a cura di Monica Gilli
La soglia è un confine, una possibilità, un passaggio. È un tra.
La soglia sta nel mezzo tra ciò che è dentro e ciò che resta fuori e in questo spazio ridotto, nel
mezzo, stiamo noi.
Attraversare una soglia è un atto che porta verso, per questo è possibilità, perché ci spinge al
movimento accompagnato dal desiderio o dalla volontà.
La parola soglia, nel suo etimo porta con sé anche un valore affettivo, perché racconta della parte inferiore di un uscio, precisamente la soglia, che è la pietra che sta nel piano inferiore delle porte, dove terminano gli stipiti e attraverso le quali si passa.
La soglia è un limitare ma è anche un passaggio, la soglia è casa ma è anche viaggio.
Anche i linguaggi sono soglie, strumenti di contatto con il mondo, con gli altri. Aiutano a tradurlo, a dirlo non necessariamente e non solo a parole, perché le parole non sono tutte uguali, le lingue ci dividono, si perdono i significati e così diventiamo sconosciuti l’uno all’altra.
Quando invece è il corpo a farsi soglia, allora possono succedere molte cose, tutte potentemente emotive perché il corpo che parla non si sente ma si vede e dice cose comprensibili a tutti e tutte.
In questo modo pensare a giocare, senza alcuna finalità, se non quella comunicativa e ludica,
insieme ai bambini della scuola dell’infanzia e alle loro mamme, può essere un modo gioioso e
curioso di parlarsi. Soprattutto quando si proviene da culture altre.
Giocare con i messaggi che il corpo scrive su un tappeto diventa un metodo pedagogico per
tracciare, intrecciare, e tessere relazioni che delle parole non hanno bisogno.
La traccia di un gomito è una virgola, la curva della schiena un abbraccio, il contorno di una mano è saluto, è sorriso, una traccia sconosciuta è libertà espressiva.
I bambini sono maestri, è necessario lasciarsi condurre, liberarsi dai dettami culturali ed educativi che hanno disciplinato i corpi adulti, che hanno de-limitato le potenzialità, che hanno assegnato alla parola l’esclusiva funzione di farsi tramite dell’incontro con l’altro.
I bambini e le bambine di una scuola dell’infanzia e di alcuni nidi di Milano, insieme a mamme,
danzatrici, educatrici, filosofe e libraie, hanno provato per qualche giorno a rompere le barriere
culturali e linguistiche per attraversare soglie di possibilità divertendosi insieme.
Su un tappeto volante decorato con tracce di sé hanno provato a lasciare da parte l’imbarazzo e il disagio della parola sicura e hanno tentato di comunicare attraverso il corpo e le soglie sono divenute potenti possibilità di ascolto, di sguardi di intesa e di comprensione, che dice di un senso di prendere con sé di abbracciare l’altro.
Adulti e bambini, oltre le culture, oltre le lingue, oltre i limiti. Oltre la soglia.