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Liberi di muoverci

Laboratorio a cura di Marion Torresani, Chiara de Filippo, Anna Stenico e Michela Antonella, studentesse del Master in Design for Children presso la Libera Università di Bolzano

Introduzione

Chi non sarebbe curioso di realizzare un’opera d’arte al buio e circondato da persone che devono fare lo stesso condividendo la stessa tela?

Sì, questa premessa può sembrare la ricetta per un gran pasticcio; in realtà si tratta soltanto dell’incipit di questo laboratorio. Un laboratorio che vuole far vivere al bambino un momento libero di espressione artistica, senza subire la pressione del risultato facendosi stimolare da quei sensi che solitamente non vengono posti al centro dell’attività artistica. Infatti, durante l’esperienza, abbandoneremo la vista per dieci minuti, scoprendo quello che il nostro corpo è in grado di creare senza essere guidato dagli occhi. Ci sono due sole regole fondamentali: ascoltare e ascoltarci! I bambini saranno liberi di muoversi ed interagire nello spazio con gli altri e con i materiali, per imprimere su una grande superficie bianca, distesa a terra, le proprie tracce.

Un buon esercizio per imparare a conoscerci e a conoscersi sotto una nuova luce… o ombra!

Materiali

  • Tante strisce di stoffa per bendare tutti i partecipanti
  • Un colore a cera diverso per ciascun partecipante
  • Carta da pacchi bianca (quantità in grado di coprire un’ampia superficie)
  • Pennarelli colorati
  • Forbici
  • Colori vari (pennarelli, pastelli a cera)

Preparazione

Per allestire lo spazio è necessario stendere e fissare per terra la carta da pacchi in modo da realizzare un grande tappeto cartaceo su cui muoversi e disegnare. Al centro di questo spazio disporre quindi le bende e i pastelli a cera.

È importante che venga creata una superficie molto ampia che consenta a ogni partecipante di muoversi il più liberamente possibile.

Bene, ora il setting è pronto per dare inizio alle danze!

Svolgimento

Fase 1

Per prepararsi all’avvio di questo laboratorio, viene chiesto ai partecipanti di togliersi le scarpe, per evitare di sporcare e strappare il foglio di lavoro.

Siccome è sempre buona pratica dare ai bambini un’anticipazione di ciò che andranno a fare, si consiglia di focalizzare l’attenzione sulle bende e i pastelli a cera che saranno utilizzati di lì a poco, spiegando quindi le condizioni in cui lavoreranno.
A questo punto, si invitano i bambini a prendere posto intorno al foglio in modo da avere sufficiente spazio tra sé e i compagni.

È ora il momento di dare la consegna: i partecipanti, bendati, devono lasciare traccia del loro movimento sul foglio, utilizzando il colore a cera che avranno a disposizione.
I bambini devono, quindi, muoversi sul grande spazio delimitato dai bordi del foglio e al tempo stesso tracciare linee e segni come più preferiscono.
Bisogna però fare attenzione alle altre persone che come loro si muovono bendati all’interno dello spazio condiviso. Procedere con cautela e sfruttare i sensi che si hanno a disposizione è un ottimo modo per immergersi nel lavoro proposto.

Una volta sciolti i dubbi, si può procedere a bendare i partecipanti, i quali, in modo casuale, pescheranno un colore a cera.
In questo momento, suggeriamo di segnare quale colore è stato pescato da ciascun partecipante, in modo tale da poter ricollegare facilmente la traccia al bambino che l’ha prodotta.

Quando tutti sono pronti, si può dare il via alla prima fase: 6 minuti circa per esplorare lo spazio di lavoro e lasciarsi guidare dal momento.
Come si intrecceranno le linee? Come si scontreranno i corpi?
Osservate questo momento anche per capire quando porre fine ai minuti di attività.

Fase 2

In questa fase viene svelata l’opera.
Mentre sono ancora tutti bendati, si passa a ritirare i colori. Dopodiché i bambini possono togliersi la benda e ammirare il garbuglio di linee che hanno creato alla cieca.
A questo punto, si chiede ai partecipanti di provare a riconoscere la propria traccia (se in difficoltà, vengono aiutati rivelando il colore utilizzato) e se essa coincide con le loro aspettative.
Da qui, si fa partire un breve dialogo sull’esperienza appena fatta: è stata positiva? Negativa? È stata difficile?
Oppure facile? Un breve momento per ripercorrere l’attività e osservare cosa ne è affiorato.

Fase 3

Contemporaneamente, al momento di riconoscimento della propria traccia, si procede a distribuire pennarelli colorati, pastelli a cera e forbici dalla punta arrotondata intorno allo spazio in cui è stata svolta l’attività.
Si prosegue chiedendo ai bambini di passeggiare sul piano di lavoro e di individuare delle forme che per loro hanno un significato. A questo punto, possono utilizzare i pennarelli e i pastelli a cera messi a disposizione per ripassare il profilo di ciò che ognuno ha individuato ed eventualmente completarlo con i colori.
Si conclude questa fase di lavoro ritagliando con le forbici la propria creazione, portandola fuori dal casuale groviglio di linee e colori da cui è nata.

Conclusione

Per concludere il laboratorio, i partecipanti mostrano a turno il disegno che hanno estrapolato, descrivendo ciò che per loro esso rappresenta. Un momento di racconto e condivisione di storie personali e collettive.
Questo disegno, che ognuno ha portato alla luce, sarà un piccolo ricordo dell’esperienza vissuta che i bambini potranno portarsi a casa.


Il master in Design per bambini: oggetti, spazi, processi ed esperienze si propone di offrire un’esperienza formativa post-laurea multiculturale che parte da un presupposto reale, ovvero la necessità di rinnovare le modalità e gli strumenti di apprendimento e le sollecitazioni che i loro operatori esprimono verso il mondo della ricerca e della didattica universitaria. L’intento è quello di formare delle figure professionali che maturino competenze a cavallo fra progettazione e pedagogia, tra sapere e saper fare e che riescano a creare un ponte tra l’apprendimento formale, caratteristico degli ambienti istituzionali, e quello informale. A questo scopo sono previste docenze su entrambi i campi di applicazione, favorendone la comunicazione e l’interscambio.
Il master professionalizzante è orientato a diverse fasce di professionisti/e e operatori/trici già attivi/e sia nel campo del design che della educazione e mediazione, interessati/e ad acquisire nuove competenze: operatori/trici e professionisti/e dei settori design e grafica, scienze della formazione, educazione e servizi sociali, insegnanti (di diversi livelli), mediatori/trici e educatori/trici museali, professionisti/e di diversi settori specializzati nell’offerta rivolta ai bambini (es. editoria, marketing, produzione artigianale e industriale, allestimento degli spazi e di percorsi, management turistico e degli eventi).


Anna Stenico, laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel corso di studio “Comunicazione e didattica dell’arte”, dopo lo stage formativo nel dipartimento di educazione e mediazione del “Museo di arte
moderna e contemporanea Mart” si è iscritta al Master “Design for Children” presso Unibz.

Michela Antonella è studentessa in Design for Children alla Libera Università di Bolzano, laureata in Scienze della formazione primaria all’Università degli Studi di Macerata e insegnante di scuola primaria presso “Istituto di cultura e lingue Marcelline” di Bolzano.

Chiara de Filippo è studentessa del Master Design for Children presso la Libera Università di Bolzano, laureata in Design
del prodotto e della comunicazione e Design del prodotto e dell‘evento presso l‘Università di Genova.

Marion Torresani è cresciuta in Trentino – Alto Adige e si è laureata in Design del Prodotto presso l’Accademia di Belle
Arti di Bologna. Da un paio d’anni lavora come educatrice in lingua tedesca in una scuola d’infanzia italiana e ora frequenta il master “Design for Children” alla Libera Università di Bolzano.