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FarFarFare #2 Nomadismo

Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento. 

In questo numero

Nomadi di cuore

Articolo a cura di Federica Armiraglio

A spasso tra sé e sé

Laboratorio a cura dei Ludosofici

Passi tra le pagine

Bibliografia a cura 365 Storie. Libreria per bambini e ragazzi

e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!

“Vado a fare un giro” è un proposito che a tutti è capitato di annunciare.

Può essere successo di dichiararlo ad alta voce, per comunicare a interlocutori o conviventi sedentari la propria improvvisa decisione di sgranchirsi le gambe. Altre volte, invece, quelle parole si rivolgono a se stessi, al fine di interrompere un flusso di pensieri che ormai ha assunto la forma di una confusione indecifrabile, che solo una boccata d’aria fresca potrebbe districare.

In ogni caso, l’intenzione di fare quattro passi è spesso figlia di un desiderio di evasione. La mente, annoiata o affaticata, vuole provare a lasciarsi andare chiedendo al corpo di prendere il comando. Le gambe si mettono in moto e i pensieri si affidano al loro ritmo e alla loro incoscienza, provando in tutti i modi a non condurre quella danza nata come passeggiata senza meta. Dove porta questo libero girovagare? Ci sono tracciati impressi nella memoria fisica dei passi, che cercano la rassicurazione dei luoghi familiari. C’è l’imprevisto di un percorso che si presenta diverso da com’era e che impone curiose deviazioni. Ci sono pensieri così stanchi che il corpo in movimento si trasforma in una culla, li addormenta e li tramuta in sogni: sogni che si sveglieranno all’improvviso quando capiranno di essersi smarriti o perché scossi da una bellezza inaspettata.

Il desiderio di evasione, però, può anche tradursi nel perseguimento di un obiettivo definito: un lungomare, la casa di un parente o di un amico, un rifugio di montagna, un paese in cui ci si sente a casa o un luogo che non si conosce affatto e che, per questo, si desidera scoprire sono mete scelte e ambite, tappe di un peregrinare più cadenzato e ragionato, capace comunque di offrire uguale conforto.

Il movimento che ci permette, decisi o spensierati, di lasciare un luogo per trovarne altri riflette la nostra libertà: libertà di passeggiare, di scoprire, di conoscerci e di tirare il fiato. Poter “fare un giro” è un enorme privilegio: è disporre a propria discrezione dello spazio vicino e lontano, attraversarlo alla luce dei nostri bisogni e desideri, dargli la forma che più ci somiglia. Tuttavia, sappiamo che non è sempre così. 

Ci sono situazioni in cui muoversi da un luogo a un altro significa fuggire. A volte, i passi compiuti sono imposti, altre volte inevitabili. Può succedere che non ci si possa spostare di un centimetro e che ogni slancio, figurato o fisico, sia proibito. O ancora, potrebbe darsi che ogni passo porti con sé l’ombra del pericolo. E accade che queste condizioni durino pochi mesi o una vita intera.

Oggi siamo convinti di aver assaggiato tutti quella sensazione disperata in cui lo spazio circostante respinge la nostra libertà di movimento. Forse, in piccola parte, non abbiamo torto; forse, a ripensarci, tendiamo a esagerare. Ciò che conta, però, è che abbiamo avuto modo di scoprire la fragilità dei passi umani: ogni metro percorso non è ovvio, ogni direzione scelta non è scontata e l’incedere libero che li caratterizza può valere oggi, ma non sempre; può valere qui, ma non altrove.

Nomadi di cuore

Articolo a cura di Federica Armiraglio

Se fossimo liberi di passeggiare attraverso tutto il nostro paese, saltando da un luogo all’altro, a quali mete non potremmo rinunciare? Il progetto “I Luoghi del Cuore” può essere un ottimo punto di partenza… per orientarsi e per dare slancio a tante nuove idee!

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Laboratorio

A spasso tra sé e sé

Laboratorio a cura dei Ludosofici

Se avete mai provato a fare un giro tra i vostri pensieri e le vostre emozioni,
senza dubbio vi sarà capitato di perdervi. Una mappa di sé per orientarsi
non c’è, ma a volte basta quella della propria città o del proprio paese.
Guardatela bene… Non ci siete forse anche voi?

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Passi tra le pagine

Bibliografia a cura 365 Storie. Libreria per bambini e ragazzi

Aprendo un libro e sfogliando le pagine che lo compongono, si trovano passi. Passi scritti, fatti di parole. Passi noti, che hanno lasciato un’impronta riconoscibile. Passi da compiere, come sentieri inesplorati e ricchi di sorprese. Non resta che cominciare a camminare: fare un primo passo e scoprire questa bibliografia.

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Alcune cose curiose

  I confini di un paese possono essere intesi come muri di separazione o come i limiti di un contenitore. Queste definizioni, però, valgono se immaginiamo che tra uno stato e l’altro ci sia una linea rigida e invalicabile e questo non corrisponde alla realtà, che forse richiederebbe una nuova immagine: un’onda mobile che, a ritmi alterni, segue l’andare e venire delle persone che, per infiniti motivi, passano da un luogo a un altro.

Il lasciare una terra per approdare altrove non è sempre frutto di una scelta.
A volte, alla base di questo movimento c’è una necessità, uno strappo, che anche se non impedisce future felici sorprese, ha in sé la paura, la perdita e la nostalgia. L’andare – il dover andare – a vivere in luoghi diversi dai propri è un’esperienza complessa, che merita di essere indagata da occhi e linguaggi che sappiano approfondire, come quelli dell’artista Adrian Paci.

Anche se priva di radici, una vita nomade può essere ricca di tradizioni. Tale è, per esempio, “Appleby”, la fiera di cavalli organizzata dai nomadi irlandesi e documentata dal lavoro del fotografo Mattia Zoppellaro, che, con il suo reportage, ha provato a restituire dignità a una comunità tanto riconosciuta quanto discriminata e che è doveroso conoscere al di là di ogni possibile pregiudizio.