Note di luci e ombre
Playlist a cura di Danilo Faravelli
Che cosa accade quando la luce, l’ombra e il buio rinunciano a essere mere impressioni visive e si propongono al mondo dei suoni?
Accade che qualcuno, dotato dell’abile e talentuosa pazienza di accoglierli, ascoltano i loro suggerimenti, li trasformano e li cantano per noi.
T’AMO MIA VITA
di Carlo Gesualdo da Venosa
Si tratta di un madrigale, il cui carattere arcano e sinistro (come gran parte dei madrigali di
Gesualdo) evoca inevitabilmente la tenebra della sua vita di principe oscuro, dedito alla composizione musicale nel chiuso del proprio castello di Venosa o del suo palazzo di Napoli (Palazzo Sansevero), all’interno del quale, in una notte del 1590, trucidò la moglie mentre lo
tradiva con uno sciupafemmine della nobile schiatta dei Carafa; ucciso a sua volta.
EURIDICE
di Jacopo Peri
In quest’opera in musica, una delle primissime creazioni di tale genere datata 1600, fra i personaggi che si muovono sulla scena c’è il Coro delle Ombre infernali. Né formazioni simili mancheranno nelle rivisitazioni successive del celebre mito: nell’Orfeo di Monteverdi (1607), nell’Orfeo ed Euridice di Gluck (1762)…
LEÇONS DES TÉNÈBRES
di François Couperin
Si tratta di un capolavoro della musica sacra vocale datato 1714. Fu concepito per fare da
“colonna sonora” alla liturgia delle tenebre della Settimana Santa. La si cantava associata ai riti del triduo pasquale con spegnimento progressivo di quindici candele posizionate sull’altare fino al traguardo del buio totale con conseguente uscita dei fedeli dalla chiesa.
OMBRA MAI FU
di Georg Friedrich Händel
È la celebre aria d’apertura dello opera Serse (1738). Il signore dei persiani, compiacendosi del
fresco ristoro che riceve appisolandosi ai piedi di un frondoso platano, canta la più sublime delle musiche sulla più ridicola delle invenzioni poetiche: “Ombra mai fu / di vegetabile / cara ed amabile / soave più”.
SONATA DEL TRILLO DEL DIAVOLO
di Giuseppe Tartini
È una delle più celebri composizioni barocche per violino e basso continuo. Si narra che l’inquietante tema che ne costituisce il cuore espressivo sia stato dettato al maestro dal diavolo in persona, nottetempo, nel bel mezzo di un sogno.
OUVERTURE DEL DON GIOVANNI
di Wolfgang Amadeus Mozart
In questa introduzione sinfonica al capolavoro teatrale di Mozart luci ed ombre si fronteggiano per simboleggiare lo scontro fra situazioni comiche e situazioni tragiche in cui lo spettatore si immergerà ad apertura di sipario. Stando a quanto riferirono alcuni testimoni diretti, fu comunque la tenebra a fare da stabile cornice alla nascita del celebre brano orchestrale, se è vero che il compositore lo portò a termine la notte precedente la prima rappresentazione, mentre la moglie Constanze, per tenerlo sveglio, gli leggeva fiabe da Le mille e una notte.
LA CREAZIONE
di Franz Joseph Haydn
In questo grandioso oratorio cantato in lingua tedesca e basato sul libro biblico della Genesi il momento in cui il coro canta “E la luce fu” è sottolineato da un luminosissimo accordo che, a contrasto con il caos precedentemente descritto da un magma sonoro pieno di dissonanze, vede il coro e l’orchestra coalizzati in uno stacco di impressionante potenza espressiva.
NOTTURNI
di Friedrich Chopin
Al pari del celeberrimo “Chiaro d luna” di Ludwig van Beethoven, anche i meravigliosi Notturni di Chopin sono pagine pianistiche che esprimono alla perfezione la predilezione del Romanticismo per il dissolversi della luce del giorno (quasi in polemica con l’esatto contrario preferito – guarda caso – dall’Illuminismo). Che Chopin fosse un fan della notte fu lui stesso a confermarlo allorché disse al suo caro amico Delacroix, pittore di fama: ”Se non smetterai di
nutrire il legame che ci unisce, ti farò il più bel regalo che conosca. Suonerò per te al buio”.
LE GIBET DA GASPARD DE LE NUIT
di Maurice Ravel
Si tratta di un incantevole pezzo pianistico a carattere descrittivo che ci pone di fronte alla scena desolata di un tramonto rosseggiante sul cui orizzonte si staglia la nera sagoma di un impiccato il cui corpo senza vita pende da un forca oscillando.
ERWARTUNG
di Arnold Schönberg
Si tratta di un monodramma, ovvero di una messa in scena operistica per una sola attrice-cantante. La storia è quanto mai lugubre: una donna è alla ricerca in un bosco del proprio amato scomparso. La notte è buia e minacciosa. Dapprima, inciampando in un tronco, pensa di averlo riconosciuto. Poi incappa effettivamente nel suo cadavere e non trova di meglio che accusarlo dell’ingiustizia di averla lasciata sola.
QUINTA SINFONIA, QUARTO MOVIMENTO
di Dimitri Sciostakovic
Per salvarsi dall’accusa di formalismo mossagli dalla censura del dittatore Stalin (e quindi per salvarsi la vita), Sciostakovic compose nel 1936 una sinfonia il cui finale è un giubilare di luminoso ottimismo nel radioso futuro del socialismo. Facile farsi un’idea assai precisa della reale consistenza e sincerità di tale sentimento.
Danilo Faravelli, nato nel 1953, si è appassionato alla musica d’arte negli anni dell’adolescenza. Sin da subito ha preferito consacrarsi a una prospettiva interdisciplinare del culto a cui si sentiva vocato: anziché sognare di diventare virtuoso della tastiera o dell’archetto, si è avventurato per anni in esperimenti alchemici miranti a combinare l’Arte dei Suoni con la prosa letteraria, il teatro, la poesia, la corporeità, il gioco, i piaceri della tavola e la pittura.