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Numeri da… favola

Laboratorio a cura di Francesca Zago

E chi l’ha detto che coi numeri non si possono raccontare storie?

Dovete sapere che i numeri a volte si annoiano. Accade, per esempio, quando li si usa solo per fare i conti, che siano quelli della spesa o quelli in colonna sul quaderno: sia ben chiaro, sono molto orgogliosi della loro utilità, ma ogni tanto gli piacerebbe uscire dai loro schemi fatti di regole ben precise… 

Addirittura, se sono particolarmente annoiati, iniziano a invidiare un po’ le lettere dell’alfabeto. 

Pensate che il numero 4, quando gli succede, guarda la lettera A, sospira e dice tra sé:

“Ma guarda un po’!
Se avessi solo una gambetta in più e fossi un pelo più inclinato, potrei diventare un Albero di una foresta immensa, piena di misteri e suoni da esplorare.
Chissà in che bella storia potrei finire!” 

Beh, che dite, allora, di accompagnare i numeri fuori dai loro schemi e trasportarli in una storia sulle ali della nostra fantasia? 
Magari poi scopriamo che di fantasia ne hanno una anche loro, capace di prendere le redini e trasportarci chissà dove…

Materiali

  • 9 pezzi o fogli di carta o cartoncino 
  • Pennarello nero fine
  • Matita di grafite 
  • (Pastelli, matite, acquerelli colorati)

Istruzioni

Scrivi

Sui 9 pezzi di carta scrivi i numeri da 1 a 9 con il pennarello nero (può essere comodo il formato A5 così da avere per ogni numero una carta abbastanza grande per disegnare e non ingombrante poi da utilizzare).

Disegna

Parti dall’1 o dal numero che vuoi e trasformalo con la matita di grafite: disegna quello che la tua fantasia (o il numero?) ti suggerisce. 
Adesso, o dopo, puoi colorare il disegno con i colori.

Oppure… Per realizzare ciascun disegno numerico bisogna rispettare il valore quantitativo del numero (per esempio, il disegno che sviluppa il numero 5 deve contenere un dettaglio che si ripete cinque volte).

Racconta

Sparpaglia i tuoi numeri disegnati sul tavolo, oppure impilali di fronte a te, come ti va. Annuncia la tua storia pronunciando a voce ben alta: “Cera una volta…” e …via! Inventa il tuo racconto a partire dai numeri trasformati: prendine uno e aggiungi un pezzettino alla storia …che avventura viene fuori?
Basta cominciare a… dare i numeri!

Oppure… Per raccontare la storia bisogna rispettare l’ordine, crescente o decrescente, dei numeri.

Un esempio

Anch’io ho provato a dare i numeri! Questo è l’inizio della mia storia.

C’era una volta un drago di nome Ernestino.

Ernestino era un drago un po’ stranino. Aveva degli occhi grandi e gentili ma, quando spalancava la sua bocca, si svelava una dentatura aguzza aguzza, talmente appuntita che qualsiasi creatura ci fosse nei dintorni scappava terrorizzata a gambe levate, anche se le gambe magari manco le aveva.

Questo era un bel problema per Ernestino! Lui di spaventare non ne aveva nessuna intenzione, anzi… avrebbe tanto voluto farsi un po’ di amici: gli sarebbe piaciuto giocare con Clotilde la farfalla, con Ginio il cigno e, perché no, anche con quella bambina dai capelli neri che indossava sempre una maglietta arancione con un bel sole in mezzo.

Per di più, non sputava fuoco: non ci riusciva! Ci provava eh, si preparava prendendo un bel respiro e gonfiando la sua pancia per bene, tratteneva per un secondo e… niente: buttava fuori l’aria e di fuoco nessuna traccia, nemmeno una piccola e insignificante fiammella di candelina.

Un giorno, sdraiato su un prato con l’erba alta, si trovò ad osservare una lunga canna arrotolata messa lì ad innaffiare la distesa verde.

“Ohibò” pensò Ernestino, “ma quindi si può sputare anche altro, non solo fuoco…”

Quell’idrante arrotolato lo affascinò moltissimo e, col passare dei giorni comincio a formicolargli un’idea: “E se io iniziassi a sputare qualcosa d’altro?”.

E con questa intuizione in testa, cominciò a prendere fiato e soffiare tutta l’aria che aveva in pancia. 

La farfalla Clotilde, svolazzando per caso di lì, fu investita dal fiato del drago e cominciò a ridere a crepapelle rotolando insieme ai vortici di aria che uscivano dalla bocca del drago.

Quando si fermò, si accorse che il drago la guardava in silenzio e abbastanza sorpreso: aveva davvero fatto ridere la piccola farfalla! 

Clotilde invece era curiosa: si può giocare e divertirsi con un drago?


Francesca Zago è nata a Milano nel 1992 ed è una educatrice-maestra della scuola primaria. Si è laureata in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Cattolica di Milano, assecondando e scoprendo piano piano la sua passione per l’educazione, l’infanzia e la scuola. Oggi vive a Saronno con la sua famiglia, dove insegna in una scuola Senza Zaino. Ciò che abita la sua ricerca e il suo agire educativo-didattico quotidiano, è il desiderio di una scuola che sia a ritmo e a misura di bambino: lento, contento, condiviso.