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Oggi la mia pianta diventa…

Laboratorio a cura di Emma Dinale, Alice Failoni, Elisa Giuliano, Gino Maniaci, Benjamin Marcon con Beate Weyland

Questo laboratorio è stato sviluppato da un gruppo di studentesse e studenti di Scienze della Formazione Primaria della Libera Università di Bolzano al primo anno all’interno del corso di Didattica Generale. Le attività laboratoriali di quest’anno hanno messo a tema lo sviluppo di prossimità con le piante da interno negli spazi scolastici. Partendo dall’idea che ciascun bambino porti a scuola la sua piccola pianta, la sfida era quella di sviluppare semplici progetti per permettere ai bambini di entrare in relazione con i vegetali in modo divertente, creativo e ludico. Le piante possono infatti essere davvero straordinari mediatori didattici per imparare, per emozionarsi. Inoltre permettono di ragionare più da vicino sulla cura della natura e di scoprire quanto i vegetali possano essere degli esseri che non solo abbelliscono le aule scolastiche, ma che offrono un grande senso di benessere percepito dai bambini.

L’attività proposta in questo laboratorio è volta a stimolare la creatività del bambino nel cimentarsi a travestire le piante come spesso amano fare anche con loro stessi. L’idea è quella di invitarli a personificare i vegetali interagendo con loro attraverso l’uso di materiali di riciclo. 
La cosa interessante è che non si è mai pensato di travestire una pianta e che, se ciascuna ha davvero una sua specifica particolarità, non ha però una faccia. I bambini, esortati a inventarsi un travestimento, avranno proprio il compito di dare un volto ai loro vegetali, permettendo a questi ultimi di acquisire sembianze personificate. Con questa attività i bambini saranno stimolati a osservare le loro piante, a scoprire che se anche ce ne fossero tante della stessa famiglia, in fondo sarebbero molto diverse tra loro, proprio come noi umani. Inoltre potranno decidere se inserire solamente alcuni oggetti sulla pianta, perché acquisti le caratteristiche tipiche del volto (gli occhi, il naso, la bocca), oppure se aggiungere particolari per trasformarla completamente come nell’esempio proposto.
La creatività del bambino si intreccerà con le sue doti di osservazione e con i messaggi che vorrà lanciare con il travestimento scelto.

pianta-minion

Per svolgere questo laboratorio sarà necessario preparare una scatola con diversi materiali di riciclo e di cartoleria (ad esempio cartoncini colorati, forbici, colla, stoffe, tappi, fili di lana…). I bambini potranno liberamente scegliere come travestire la pianta e, se vorranno, le daranno un nome. Potranno anche divertirsi con i compagni a indovinare da cosa sono travestite le rispettive piante.

L’unica attenzione sulla quale bisognerà sensibilizzare i bambini sarà quella di non colorare o incollare niente direttamente sulla pianta, trattandola con delicatezza e rispetto, ricordandosi che si tratta di un essere vivente. Per non dimenticare la propria creazione, e per condividerla con gli amici, i bambini potranno fare una foto al proprio personaggio e caricarla su una bacheca digitale (come, per esempio, Padlet).

Beate Weyland, professore associato di Didattica presso Unibz, sviluppa studi, ricerche e percorsi all’incrocio tra pedagogia, architettura e design per il ripensamento dei luoghi e dei mondi dell’educazione tra spazi e didattiche e approfondisce, con un progetto denominato EDEN (Educational Environments with Nature), la possibilità di creare l’ambiente e di fare didattica con la natura indoor.