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Opere d’aria

Laboratorio a cura dei Ludosofici

In queste settimane la nostra attenzione era tesa a esplorare l’aria in ogni sua sfaccettatura. Trepidanti e disponibili all’idea di lasciarci sorprendere, abbiamo sfruttato ogni occasione possibile per consentire a un elemento così indispensabile, effimero e onnipresente di svelare i suoi segreti e di spiazzarci, mettendo in discussione le nostre convinzioni.

Abbiamo pensato a che cosa dell’aria ci sembrasse ovvio e indubitabile e, com’è nostra abitudine, abbiamo provato a far vacillare questa certezza.

L’aria non si vede: la sua trasparenza è un filtro che rivela quello che circonda e che, nel rivestire e coprire, si nasconde e scompare. Eppure, l’aria c’è e si percepisce.

Come affrontare il duplice e incredibile carattere dell’aria, che, nel suo essere invisibile, riesce a farsi notare chiaramente? Come tradurre in una forma che sia fruibile anche dalla vista la molteplicità di sensazioni che l’aria offre al nostro corpo e alla nostra mente?

Non saremmo mai riusciti a rispondere da soli a queste domande, né ci sembrava interessante farlo. Così, abbiamo coinvolto tutti i bambini che in questa prima parte dell’estate ci è capitato di incontrare durante i campi estivi alla Triennale di Milano. Il risultato è stato il semplice e affascinante laboratorio che vi riportiamo qui di seguito.

È possibile far vedere l’aria?

L’aria è davvero invisibile?

Dopo aver cercato qualche risposta fatta di parole, i bambini sono stati invitati a rappresentare l’aria in una composizione.

Ogni bambino o bambina ha potuto scegliere il colore del cartoncino A3 che avrebbe fatto da sfondo alla sua opera e che ritenesse adatto a raccontare l’elemento invisibile per eccellenza.

Decisa la base, ecco il momento di scegliere i materiali di recupero i cui colori e le cui consistenze ben si prestassero a mostrare l’aria: stoffe, plastiche dure o morbide, fili, cotone, carta stagnola, carta crespa e molto altro potevano essere selezionate e disposte e incollate sul cartoncino colorato.

Infine, ogni opera d’aria è stata arricchita di una didascalia che raccontasse quale faccia dell’aria si era deciso di mostrare, di rendere visibile.