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Piccola rassegna di avventure labirintiche

Teatrografia a cura di Caterina Nebi

Hänsel e Gretel

Compagnia Societas Raffaello Sanzio, Teatro Valle di Roma, 1993

Uno spazio labirintico a forma di stomaco occupa tutto il teatro, lo rende invisibile e lo fa scomparire. Una scenografia gigantesca, una struttura completamente  avvolgente composta da sentieri terrosi, cunicoli stretti e bassi, passaggi segreti, salite, discese e radure. Questo il percorso attraverso il quale vengono condotti gli spettatori di Hänsel e Gretel, spettacolo messo in scena dalla compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio presso il Teatro Valle di Roma nel 1993.  
Si penetra nella fiaba. 
È la struttura scenica che provoca il senso di smarrimento proprio della storia, perché il teatro non si vede e lo spettatore si trova perso, assieme ai due bambini. Attraverso la pelle si sente la fiaba, sono i sensi ad attivare le emozioni, lo smarrimento, la paura, il coraggio, gli odori, gli sguardi. Un narratore che ha l’aspetto di un minatore o animale sotterraneo accompagna e guida il pubblico attraverso questo labirinto. Anche il testo narrato diventa percorso, un ponte là dove solo la parola può far  strada. 
“Hänsel e Gretel è la fiaba classica per eccellenza, la fiaba che permette di compiere  un viaggio, un percorso”.
C’è un labirinto in tutti i boschi delle fiabe.  

Abbiamo una soglia, il cui attraversamento coincide con l’abbandono o la partenza di fronte all’ignoto. Coraggio e paura, lo smarrirsi, per poi trovare la strada o forse no, l’impossibilità o la difficoltà di tornare indietro. Ci si trova soli ad affrontare streghe cattive, orchi, bestie sconosciute e selvagge. 
È un viaggio da cui non si esce uguali. 
Come in Hänsel e Gretel così in Pollicino i bambini cercano, come piccoli Teseo, di  ritrovare la strada di casa lasciando cadere a terra dei sassolini bianchi ad indicare il percorso. E infatti ci tornano, ma vengono abbandonati nel bosco una seconda volta. Non fanno in tempo a raccogliere i sassolini, accontentandosi delle briciole, briciole  che vengono inevitabilmente mangiate dagli uccelli. I bambini si perdono.


Pollicino

di Marco Chiarenza

In Pollicino di Marcello Chiarenza l’orco si mostra con le sembianze di un minotauro. Pollicino, seppur piccolo piccolo, non si fa sopraffare dalla paura. La curiosità e il coraggio lo spingono ad affrontare con leggerezza i boschi bui del mondo.  
Dai boschi delle fiabe si esce trasformati.


Labirinto

Teatro delle Apparizioni, Romaeuropa Festival Kids 2017

Labirinto, è un progetto site-specific presentato a Romaeuropa Festival Kids 2017 dal Teatro delle Apparizioni. Il labirinto in quanto costruzione antica, che arriva da molto lontano, è in questo caso “realizzata per essere percorsa da uno sguardo bambino”. Un percorso alla cieca tra le stanze di un palazzo sconosciuto costruito con casse vuote della frutta. La drammaturgia è dettata dal suono che conduce il piccolo spettatore-attore in un viaggio incantato, divertente ma allo stesso tempo spaventoso. L’atmosfera sonora si trasforma di stanza in stanza creando immaginari e suscitando emozioni, visioni, sfide e trasformazioni. I bambini sono spinti a inoltrarsi e a scegliere, ad affrontare una strada sconosciuta, a perdersi per ritrovarsi, lasciarsi guidare, cercare, sbagliare e poi uscire come in un piccolo viaggio iniziatico.


Inolito gioco dell’oca

di Emanuela dell’Aglio, Palazzo Ducale di Parma, 2020

Anche il gioco dell’oca è un avventura labirintica. Insolito gioco dell’oca è un percorso narrativo, un viaggio da agire, ideato da Emanuela dall’Aglio per il Parco Ducale di Parma nel 2020. 
Ai giocatori è richiesto di essere gli eroi della storia, di affrontare la partenza, il tempo perduto, l’errore grave, il labirinto, la scelta, la morte, il ritorno. Una voce-guida conduce, come un oracolo, nell’azione, attraverso poche ma importanti parole che consegnano indizi, direzioni per orientarsi nelle installazioni.


Steli

Stalker Teatro

Anche in Steli lo spettatore è attore. In questo progetto performativo di Stalker Teatro, il pubblico di tutte le età partecipa a una performance collettiva in cui costruisce, attraverso steli di legno colorati che vengono connessi tra loro, una scenografia gigantesca e potenzialmente infinita che prende l’aspetto di un labirinto multiforme da attraversare. Davanti agli occhi si presenta una rete complessa composta da infiniti corridoi intricati e tocca allo sguardo e al corpo ridefinire ogni volta l’immagine che si incontra. Tutto si trasforma in un gioco emozionante.

Come giocano i bambini in un labirinto? Quando il percorso non oscura la vista ma è una linea da seguire? Un percorso che non arriva dritto al punto ma si aggomitola e dilunga, torna indietro, si avvicina e di nuovo si allontana, quasi temporeggiando nel raggiungere la meta.  

«Così fa l’istinto negli episodi che precedono la sua soddisfazione.»
(W. Benjamin)

Si divertono e con una precisione che ha tutto il tempo da perdere o da vivere percorrono la linea del labirinto. Forse perché si godono il percorso, forse perché  “giungere troppo rapidamente alla meta significa perdere se stessi per strada”.
Si abbandonano per gioco a un percorso scritto, condotti in una direzione decisa da qualcun altro, in un altro tempo. Come gli argini di un fiume inducono la direzione di un flusso, il labirinto chiede a chi lo percorre di affidarsi, abbandonarsi con fiducia e timore a ciò che avviene attorno a sé.


Caterina Nebi si laurea alla Facoltà di Design e arti presso la Libera Università di Bolzano nel 2018, dove coltiva l’interesse per la progettazione, l’arte, la fotografia. Approfondisce lo studio del teatro e delle arti performative seguendo corsi e laboratori in Italia e all’estero, con particolare attenzione al lavoro sul corpo, la performance, la clownerie, il teatro infantile. Nel 2019 inventa il personaggio della Signorina Bo, che sviluppa nei cabaret berlinesi ed è protagonista di racconti, laboratori per bambini e improvvisazioni. Collabora da diversi anni con realtà dedicate all’infanzia per la creazione di attività e spettacoli per i più piccoli. Oltre a questo si diverte con progetti fotografici, video, musicali, colleziona oggetti, insegna teatro negli asili, fa la libraia a Milano presso Corraini Edizioni.