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FACES

Playlist a cura di Francesco Bianconi

Faccia a faccia – Titoli di testa (Ennio Morricone)

Tema killer del maestro Morricone, con dissonanze in agguato. Da un western super cult di Sergio Sollima. Con Tomas Milian e Gian Maria Volontè, due facce niente male.


Face in the crowd (Cat’s Eyes)

Occhi di gatto! Sghembo progetto del cantante degli Horrors. La canzone ha un testo sciocco, ma, come si dice nel rock and roll, suona: “You’re not the one /You’re not anyone”


I’ve just seen a face (The Beatles)

Un pezzo di Paul, se non ricordo male. Il tema è antico (e adolescenziale): vedere una faccia e non riuscire a dimenticarla; ma dirlo su una melodia così… E quegli arpeggi, le voci. Tutto è magico.


Stay with me (Faces)

Uno dei pezzi più famosi e fracassoni dei Faces, band da sballo con dentro almeno due facce da foto segnaletica, Rod Stewart e Ron Wood (di lì a poco uno sarebbe diventato una superstar e l’altro un Rolling Stone).


Both sides now (Joni Mitchell)

Versione originale di una canzone incisa anche da Neil Diamond e Frank Sinatra. Joni ti dice di aver vinto e di aver perso, e di non conoscere ancora la vita e le sue facce, e tu le credi e resti incantato.


The real me (the Who)

Qual è la vera faccia di Jimmy, il mod protagonista di Quadrophenia, l’opera rock degli Who? Schizofrenia moltiplicata per quattro, ricerca di identità, disperato grido d’aiuto da parte di uno che si è perso.

People’s faces (Kate Tempest)

“Even when I’m weak and I’m breaking / I stand weeping at the train station / ‘Cause I can see your faces / I love people’s faces”. Non sentivo un pezzo così potente da anni. 


Eyes without a face (Baustelle)

Non sono mai stato un fan di Billy Idol e non mi ero mai fermato ad ascoltare con attenzione questa sua hit. Alessandro Michele commissionò ai Baustelle una cover della canzone, per inserirla in uno spot della nuova linea di occhiali. Avevo carta libera, così ne feci una versione piena di sequenze, synth e arpeggiatori. Spero che Billy mi perdoni (anche perché nel frattempo ho capito che la canzone è molto bella).


Broken face (Pixies)

La mia rock band preferita di tutti i tempi!


First time I ever saw your face (Jonny Cash)

Ricordare la prima volta che si è visto il volto della persona amata, la prima volta che lo abbiamo baciato. Così dice il testo di questo grande classico del folk. Rallentato, spogliato da tutto e cantato dalla voce scura di Cash quasi morente riesce a trascinare chiunque dentro il libro dell’Apocalisse, e annegarlo di lacrime. 

Francesco Bianconi (Montepulciano, 25 maggio 1973) è un musicista e scrittore italiano. Dal 1997 canta, suona e scrive canzoni con il gruppo Baustelle. Nel 2009 scrive con i Baustelle la colonna sonora originale del film Giulia non esce la sera di Giuseppe Piccioni, con Valeria Golino e Valerio Mastandrea; scrive e canta insieme a Valeria Golino la canzone “Piangi Roma”, che vince in quell’anno il Nastro d’Argento come miglior canzone originale. È autore di canzoni per altri interpreti (Irene Grandi, Paola Turci, Anna Oxa, Gianna Nannini, Chiara Civello, Eros Ramazzotti, Mario Venuti, Chiara Galiazzo). Nel 2017 ha partecipato, componendone ed eseguendo dal vivo la colonna sonora, al reading televisivo di Alessandro Baricco Furore, andato in onda su Rai 3 in occasione della giornata mondiale delle vittime dell’immigrazione. Nel dicembre del 2018 a Milano partecipa come voce narrante e cantante a Pinocchio!, serata speciale del Festival ContempoRarities dedicata alle musiche composte da Fiorenzo Carpi per lo sceneggiato Rai del 1972. Sono con lui Enrico Gabrielli e gli Esecutori di Metallo su Carta (sonorizzazione dello spettacolo) e Olimpia Zagnoli (disegni dal vivo).

Nel luglio 2019 partecipa a “Eneide, un racconto Mediterraneo”, rappresentazione teatrale ideata da Sergio Maifredi con la consulenza letteraria di Andrea Del Ponte e inserita nel programma dell’Estate Fiesolana, leggendo e commentando il Libro IX al Teatro Romano di Fiesole. Nell’ottobre del 2020 è uscito Forever, il suo primo album solista, prodotto da Amedeo Pace dei Blonde Redhead e con la partecipazione del quartetto d’archi Balanescu, Rufus Wainwright, Eleanor Friedberger, Kazu Makino, Hindi Zahra, Thomas Bartlett.