Quando il tempo cambiò
A cura dei Ludosofici

Tempo è una parola che racchiude un mondo, poiché da sola indica un elemento che a noi, nel suo fluire indifferente ma determinato, appare tanto impercettibile quanto vincolante. Il tempo delimita la cornice entro cui la nostra vita è iscritta, scorrendo nella precisa direzione che porta da un inizio a una fine, ma è così discreto che spesso e volentieri ci dimentichiamo di lui e ci comportiamo come se non esistesse.
In effetti il tempo, in quanto tale, non si tocca, non si annusa, non si gusta e non si sente: sembra inevitabile che passi inosservato. E invece, quasi a volersi palesare, riesce a rendersi visibile diventando cambiamento in noi stessi e in ciò che ci circonda: è allora che affermiamo senza dubbio “il tempo passa” e che, sapendo di non poterlo trattenere, vogliamo almeno provare a controllarlo. Lo misuriamo, con meridiane, clessidre od orologi, nel tentativo di renderlo oggettivo per trattarlo in modo freddo e distaccato, per poterci organizzare e per poterlo usare a nostro beneficio. Eppure c’è ancora qualcosa che ci sfugge quando capita che un’ora duri sessanta minuti su un quadrante e cinque secondi nella nostra percezione. Nonostante i nostri sforzi di appiattirlo, il tempo non passa ugu…