Vai al contenuto

Quando iniziamo
a dare i numeri?

Articolo a cura di Monica Gilli

Tutti noi ricordiamo quando abbiamo incominciato ufficialmente a leggere e a scrivere. 

Questa esperienza, per la maggior parte dei bambini, accade in corrispondenza dell’inizio della frequenza alla scuola primaria dove, attraverso gli insegnamenti curricolari, si imparano a conoscere le lettere dell’alfabeto, le sillabe, le parole e via via le regole che determinano il linguaggio simbolico orale e scritto.

Alcuni bambini, grazie alla loro naturale curiosità, affascinati dal mondo dei codici, e supportati da maestre e maestri sagaci, iniziano a perlustrare ed entrare in relazione con la scrittura e la lettura già alla scuola dell’infanzia.

Lettura e scrittura sono codici arbitrari, convenzionali, decisi dall’uomo e frutto della cultura di appartenenza e devono essere insegnati ed imparati.

Per la matematica invece è tutto molto differente. Pochi sanno che già alla nascita il neonato possiede la capacità di contare! 

Grazie all’intelligenza di quantità l’uomo primitivo poteva capire se aveva tanti o pochi nemici, oppure sapeva da quale cespuglio raccogliere le bacche e i frutti presenti in maggiore quantità. Noi sappiamo contare ancora prima di aver iniziato a parlare (Gelman e Gallistel, 1978; Gelman e Greeno, 1989; Gelman e Meck, 1983; Gelman, Meck e Merkin, 1986, Lucangeli, 2003).

Il bambino appena nato sa distinguere uno da molti e riconosce l’uno nella sua mamma che è appunto unica, come anche il papà, i fratelli e le sorelle e così via.

Contare perciò è un atto naturale e spontaneo. Ciò che è necessario imparare è l’insieme di regole matematiche che aiutano gli uomini a comprendere scientificamente il mondo e a poterlo spiegare, ma per questo sarà necessario attendere ancora una volta la scuola primaria e gli ordini successivi.

Allora perché è raro vedere contesti dove si sperimenta e si scopre l’intelligenza numerica al nido o alla scuola dell’infanzia?

Forse perché non ci siamo fermati mai abbastanza ad osservare un bambino che gioca, oppure perché pecchiamo di premura e cura e interveniamo troppo spesso nelle attività e nei giochi dei piccoli senza lasciare loro il tempo di allenare il problem solving e il pensiero matematico.

Se iniziamo a “dare i numeri” fin da piccolissimi e ogni giorno, durante il percorso di crescita, se veniamo accompagnati da educatori ed educatrici attente e in ascolto, possiamo sperimentare il calcolo, la matematica e i suoi processi fin dalla frequenza al nido.

I bambini possono essere messi nella condizione di vivere esperienze che promuovono l’intelligenza numerica, organizzando momenti di gioco con spazi e materiali che stimolino la capacità di contare, esplorare, tentare per prove ed errori a comprendere il mondo utilizzando le potenzialità innate della mente umana.

Per organizzare contesti educativi stimolanti e conoscere le finalità delle attività proposte è importante sapere che la matematica che incontrano i bambini da 0 a 6 anni circa è costituita da processi semantici, lessicali, pre-sintattici e processi di calcolo.


Monica Gilli, pedagogista.
Mi piace abitare i luoghi, fare casa ovunque sia, come una lumaca ma con il turbo inserito. Senza natura non so vivere, neanche senza i bambini, per questo sono stata maestra d’infanzia per molto tempo. Ora mi prendo cura degli adulti e di ciò che resta del bambino che siamo stati e che vorremmo ci insegni la bellezza di vivere. Sono curiosa, golosa, pensosa e amo accarezzare, soprattutto i gatti.