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Ri-Alzate la voce!

Laboratorio a cura dei Ludosofici

In ogni nostra casa è custodita la storia di una mamma, nonna, bis-nonna, zia, amica, vicina di casa, cugina, sorella, amica… che non aspetta altro di essere raccontata o addirittura illustrata. Potete aggiungere fotografie o altro materiale che può servire a descriverla meglio e raccontare le straordinarie gesta di cui è stata protagonista. E quando le tracce sono state smarrite, nulla ci vieta che possiamo essere noi, con la nostra immaginazione, a sopperire a questa mancanza. Grazie all’esempio di Le Ortique, che ridà voce alle artiste dimenticate, anche noi possiamo dare voce a tutte le artiste nascoste nelle nostre case e nei nostri ricordi e immaginare, a partire da loro e grazie a loro, nuove forme per i nostri sogni e i nostri desideri.

Dunque, che aspettate? Scaricate il libretto qui sotto, andate alla ricerca di voci sussurrate e trasformatele in racconti udibili in tutto il mondo!

Coraggiosa come Didone:
Adele Cambria

Articolo a cura di Alessandra Trevisan (Le Ortique)
Letto da Costanza Faravelli

Adele Cambria

Giornalista, femminista ed intellettuale, poeta e scrittrice: Adele Cambria è stata una figura militante del secolo scorso, sempre in prima linea per le battaglie delle donne prima e dopo il sessantotto. Il suo essere appassionata e schietta – diceva di “non voler piacere a tutti ma solo ai pochi a cui già piaceva” – è un prezioso indicatore della sua sconfinata tenacia, che porta le sue qualità in un futuro nel quale molti dei suoi testi potranno essere riscoperti e riletti. 
Presente a tutte le principali battaglie per i diritti femminili, viva interprete del proprio tempo – anche di quello che la faceva essere una donna che lavorava con due figli a carico e senza un marito –, ciò che forse l’ha resa celebre è un suo sguardo che non lascia spazio a interpretazioni, una intransigenza che non segna confini netti ed insegna, a chi è giovane, come sostenere un’idea e sé stessi fino in fondo. Perché Adele Cambria ha mollato nove redazioni di giornali, da Paese sera, a Il Giorno, L’Europeo a Lotta Continua fino a L’Unità, e si è assunta la responsabilità politica ed etica delle proprie scelte senza appoggi, con fatica, ricordandosi sempre che la lotta, in un mondo patriarcale, è impari. 
«Vado a vedere», diceva, perché osservare e verificare è stata la sua regola d’oro: quella che la liberava dagli altri, quella con cui l’affidamento sulla propria intuizione raggiunge la completezza. Era una donna degli anni Trenta, cresciuta in pieno fascismo in una Calabria provinciale e soffocante, dove la famiglia non accettava le sue aspirazioni. 
A Roma, dove ha vissuto per tutta la vita, è stata vicina a tanti scrittori, tra cui Moravia, Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini, per il quale ha recitato in Accattone. Una sua grande amica, nella differenza, è stata Goliarda Sapienza, con cui ha fondato anche un gruppo di scrittura informale durato qualche anno. E poi: frequenta il Teatro della Maddalena, insieme a Dacia Maraini e altre; scrive pièces, romanzi e racconti. Soprattutto: scende in pizza, manifesta, partecipa. 
Adele Cambria ha trascorso la propria vita tra cronaca mondana e un giornalismo civile espresso sulle riviste femministe degli anni Ottanta e Novanta; si è fatta conoscere nella propria interezza perché sapeva come vincere la solitudine familiare e di individuo sempre in lotta con il mondo esterno.  
Una grinta vivace, un colore vivido e una fierezza senza addobbi: lei è stata una Didone (per riprendere un suo titolo) che si reincarna, che sfugge al mito – dove Enea è l’esterno, ciò che c’è attorno – e sa gratificarsi da sola. Fuori dai ghetti culturali, fuori dal provincialismo, sempre nell’attivismo. Rialzarsi contro chi la manipolava – nelle redazioni –, contro chi le voleva far indossare un abito che non aveva nulla a che fare con il suo stile. Rifiorire nella libertà di parola e di stampa, che è ‘costituzionale’ – e questo, lei, lo sapeva fino in fondo. 
Attraversare i margini, restarci; poi spingere sempre oltre, soprattutto oltre l’indifferenza di chi vuole le donne ai bordi della società. Scriveva, nel 1993: «E le donne? Siamo state, in questi ultimi vent’anni, le protagoniste dell’unica rivoluzione, e per di più non violenta, che abbia mai avuto il nostro paese. Continueremo a ragionarci sopra, come abbiamo sempre fatto […] utopiste forse, crocerossine mai, responsabili sempre». Un messaggio di chi eternamente conosce come rialzarsi, resistente, potente e inclusivo.

Foto Alessandra Trevisan

Alessandra Trevisan è PhD in Italianistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di autrici dimenticate del Novecento e ha lavorato a lungo su Goliarda Sapienza, dedicandole due monografie. Nel 2020 ha fondato con Viviana Fiorentino e altre autrici il gruppo Le Ortique. È lyricist e poeta.


Le Ortique deforming the canon. A group of women authors committed to discover forgotten women artists.
Dall’Italia all’Irlanda, un percorso obliquo e fuori strada fatto da autrici per riscoprire le artiste dimenticate dai canoni.