Vai al contenuto

«Senti tu
quello che sento io?»
nella natura

Laboratorio a cura di Giulia Mirandola

Questo laboratorio nasce in occasione del Festival di Piacenza Sette Giorni per Paesaggi. Il suo titolo originario era «Senti tu quello che sento io? Bambini in ascolto del paesaggio» ed era dedicato, appunto, ai suoni del paesaggio ascoltati e registrati dai bambini. Da giugno 2021, attraverso la piattaforma storielibere.fm,
i suoni raccolti da tanti bambini in tanti luoghi diversi diventeranno un podcast diffuso. Quando sarà possibile, sarà bellissimo poterli ascoltare!

Nel frattempo, però, eccovi un piccolo assaggio del laboratorio, che potete ascoltare e leggere qui, in una versione pensata appositamente per FarFarFare!

1.

Una sera d’estate, in un prato di notte, l’aria era piena di suoni del prato di notte. Il mio amico mi disse: «Rimango a registrare i grilli.» E con queste parole semplici mi insegnò che cos’è un paesaggio sonoro e da cosa lo si riconosce. Non solo di notte. Non solo in estate. Non solo in un prato.


2.

Da allora, con le mie orecchie, sono stata in tanti luoghi diversi e attraverso l’ascolto di ciascuno di loro mi sono appassionata a una domanda: «Senti tu quello che sento io?».


3.

«Senti tu quello che sento io?» nella natura è il fulcro del nostro laboratorio di oggi, qui, nello spazio di FarFarFare. Andiamo nel paesaggio con tutto il nostro corpo. Le orecchie e l’udito, in questo caso, giocano un ruolo di primo piano, ma anche i piedi e le gambe, le braccia, le dita, la testa, gli occhi sono in azione. Quello che servirà poco è la bocca. Il paesaggio sonoro risalta quando stiamo in silenzio.


4.

Per fare «Senti tu quello che sento io?» nella natura servono tre strumenti:


5.

Per ascoltare più a fondo cosa dice il paesaggio, partiamo da un gesto che tutti sappiamo fare, ma che usiamo poco da svegli: chiudere gli occhi.
Chiudi gli occhi per un minuto e ascolta con più concentrazione possibile i suoni che provengono dall’ambiente nel quale ti trovi. Quando faccio questo gioco, a questo punto riapro gli occhi, rimango nello stesso punto e saluto il paesaggio: gli dico “ciao prato”, “ciao mare”, “ciao piazza”, “ciao strada”, “ciao rondini”. E tu, cosa fai a questo punto?


6.

Qual è il luogo più vicino alla natura che conosci e che sei in grado di raggiungere partendo da casa tua, a piedi o in bicicletta? La scelta del luogo nel quale compiere l’esperimento è molto importante. In questa parte del laboratorio interessa esplorare i suoni della natura. Prenditi il tempo che ti serve per valutare più di una ipotesi, cambiare idea se lo ritieni e infine decidere. 
Prima di iniziare la registrazione del paesaggio sonoro, registra un breve messaggio nel quale descrivi in modo sintetico dove ti trovi.


7.

Adesso gioca con la spazializzazione del suono. Usa tutto il tuo corpo per aiutare le orecchie a captare il suono in più direzioni. Accendi il registratore e lascia entrare il paesaggio sonoro: quali suoni arrivano da davanti, da dietro, da sinistra, da destra, da sopra, da sotto? Ci sono delle barriere? Ci sono dei suoni fissi? Ci sono dei suoni intermittenti? Ci sono dei suoni che entrano all’improvviso nel paesaggio sonoro in cui ti trovi?


8.

Ora esploriamo un paesaggio sonoro opposto a quello precedente. Qual è il luogo più distante dalla natura che conosci e che sei in grado di raggiungere partendo da casa tua, a piedi o in bicicletta? Anche in questo caso prenditi il tempo per riflettere e infine decidere dove andare a compiere il tuo rilievo.


9.

Per chi segue il tuo esperimento a distanza è importante sapere quali sono le caratteristiche del luogo prescelto. Prima di iniziare la registrazione del paesaggio sonoro, registra un breve messaggio nel quale descrivi in modo sintetico dove ti trovi. Gioca con il tuo ascolto, gioca con la tua attenzione. Registra ciò che senti e ricordati di appuntare in un quaderno luogo e orario della tua registrazione.


10.

Il momento del reportage è giunto. Alla registrazione dei suoni prova ad aggiungere adesso la registrazione della tua voce che racconta in modo sintetico cosa hai scoperto durante il laboratorio. Ricorda che la tua voce sono i nostri occhi. Buon divertimento!

Foto Giulia Mirandola

Giulia Mirandola (1979) si occupa di educazione visiva, letteratura per l’infanzia, progettazione culturale. Lavora in ambito editoriale dal 2004. Nel 2019 si trasferisce a Berlino grazie a “MoVE 2019-2020″, un programma di mobilità transnazionale che le permette di collaborare con la libreria berlinese Dante Connection. Scrive di editoria, librerie e biblioteche berlinesi per la rubrica “Finestra su Berlino” del magazine culturale di Goethe-Institut Italia. Collabora con “Il Mitte-Quotidiano per italofoni” di Berlino. Nel 2020 esce in Italia Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione (Settenove edizioni) di cui è coautrice. Per il suo lavoro di progettazione culturale nell’ambito di “Il Masetto” le viene conferito il “Premio Triennale Fare Paesaggio-edizione 2020”. Tiene corsi di formazione per adulti di educazione alla lettura visiva, è curatrice indipendente di progetti culturali che mettono al centro la lettura visiva, la narrazione visiva del paesaggio e la mediazione delle letterature, in particolare quella visiva.
Contatti
giulia.mir@gmail.com
Giulia Mirandola Progettazione