Vai al contenuto

Si può giudicare il frutto dalla scorza?

Laboratorio a cura dei Ludosofici

L’apparenza inganna” è un modo di dire molto diffuso, ma per nulla banale. In qualche modo riassume bene il punto di vista di alcuni dei più famosi filosofi.

Platone, per esempio, nel suo Mito della Caverna, racconta di prigionieri costretti in una posizione che li obbliga a mantenere lo sguardo fisso davanti a sé. Essi sono inconsapevoli della loro condizione e credono che ciò che vedono corrisponda alla realtà. Se potessero muoversi e voltarsi, scoprirebbero che ciò che normalmente osservano non è altro che l’ombra di oggetti che altri uomini, fuori dalla caverna, portano sulle spalle: oggetti, che, a ben guardare, sono a loro volta imitazioni delle cose reali. Cogliere l’essenza del reale, secondo Platone, è un’impresa estremamente difficile, proprio perché essa è al di là di ciò che appare ai nostri occhi. Anche altri filosofi diranno che l’autentica realtà resta irraggiungibile, come nascosta dietro un velo.

Dunque è vero che le apparenze ingannano?

Dipende. Pensiamo a un libro. Esso ci appare innanzitutto attraverso la sua copertina, che racchiude le pagine e la storia che vi è scritta.

Un libro, si dice, non dovrebbe essere giudicato dalla copertina, perché questa non dice abbastanza e, se parla, lo fa in modo inappropriato rispetto al contenuto. Eppure una copertina può essere un vestito aderente che lascia intravedere molti particolari o solo alcuni, un abito largo che libera l’immaginazione o un travestimento che imbroglia e si prende gioco di chi la osserva.

Proviamo a fare un esperimento!

Prendiamo cinque fiabe: Il Brutto Anatroccolo, La Bella e la Bestia, Pinocchio, La Sirenetta e Cappuccetto Rosso. In tutte i protagonisti subiscono delle trasformazioni che mutano le loro sembianze: qualche volta il cambio d’aspetto accompagna un cambiamento interiore (la Bestia e Pinocchio), altre volte la trasformazione fisica è indipendente (la Sirenetta e il Brutto Anatroccolo), altre volte ancora la nuova esteriorità stride con le intenzioni del personaggio (il Lupo cattivo che finge di essere la dolce Nonnina).

Conoscete tutti queste fiabe, non è vero? Se così non fosse, per prima cosa correte a leggerle!

E adesso pronti a progettare le copertine, che, ricordate, possono raccontare, svelare, nascondere o addirittura camuffare!

Cosa serve?

  • un quaderno piccolo (A5)
  • la stampa della copertina con cui si andrà a ricoprire il quaderno (scarica qui il file, stampa su fogli A4 e incolla i fogli a due a due come indicato, piega lungo le linee e ricopri il quaderno)
  • matite, pennarelli, pastelli a cera, carta colorata per decorare la copertina
  • tempo: un elemento che ricorre in tutti i laboratori proposti; si deve dare e prendere tempo, per recuperare la lentezza necessaria a prendersi cura delle idee e dei progetti.

Avete creato le vostre copertine?

Allora sediamoci in cerchio e, invece di leggere le fiabe, mostriamo le nuove scorze che le racchiudono, chiedendo agli amici di provare a raccontare la storia che quella copertina suggerisce: sarà la trama originale o un’avventura tutta diversa?