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Spazio teatro

Teatrografia a cura di Judith Annoni

C’è il teatro come lo conosciamo: palcoscenico, sipario, platea. È una scatola magica dove, il più delle volte, è necessario un velo sottile (la cosiddetta quarta parete) che separi il mondo della fantasia dai corpi degli osservatori.

C’è un altro teatro, invece, che ha scelto di uscire dai bordi, che s’infiltra fra le persone senza distinguere gli attori e attrici dagli spettatori e spettatrici. Quest’ultimo avviene per strada, oppure in un parco, o a volte anche in grandi stanze dove c’è abbastanza spazio orizzontale per raccogliere tutti. È un teatro che è un gioco serio, nel quale l’altro è vicino, pari, prossimo.
Di questo teatro scelgo di raccontarvi alcuni esempi.

Stormo® di Effetto Larsen

È un progetto che fa emergere chiaramente l’idea di “teatro” come spazio condiviso, intriso di connessioni e al tempo stesso protetto e regolato con cura.
Il progetto ha diverse declinazioni, ma nella maggior parte dei casi il momento performativo è preceduto da un workshop durante il quale vengono create le condizioni per sperimentare fra partecipanti e conduttori una modalità di ascolto sottile, affidato alla relazioni fra i corpi. L’obiettivo è far emergere l’intelligenza collettiva del gruppo, e usarla per prendere decisioni immediate per muoversi nello spazio condiviso, ricordando il movimento dello stormo di uccelli.


Dominoes di Station House Opera

È un progetto che si declina nello spazio pubblico. Di nuovo le pareti del teatro svaniscono per dare spazio a una creazione che s’insinua nei luoghi che abitiamo quotidianamente. Si tratta di una linea di domino in formato extralarge che si dipana attraverso la città e viene “srotolata” nel corso di una giornata, grazie alla partecipazione degli abitanti. Attraversa strade, parchi, piazze e capita che scompaia dentro case o negozi per poi ricomparire all’improvviso. Gli ideatori del progetto dedicano molto tempo per organizzare il tracciato e posizionare i pezzi, ma il vero e proprio rito accade il giorno in cui il domino si attiva, restituendo al lavoro le peculiarità di un’azione teatrale, che avviene in un preciso momento e luogo e che permette agli spettatori di vivere un’esperienza comunitaria.


Remote Milano di Rimini Protokoll

È un altro progetto che fa dello spazio urbano il suo teatro. È il pioniere delle camminate in cuffia, nasce prima della necessità di svolgere attività a distanza e all’aperto e apre la strada alle successive sperimentazioni.
Cinquanta persone partecipano a un attraversamento della città di Milano, guidati da una voce nell’orecchio. Ogni partecipante sperimenta la possibilità di prendere decisioni come individuo o come gruppo, osservando lo spazio circostante da un nuovo punto di vista che è offerto dagli stimoli percettivi che questa esperienza invita a seguire.


Legarsi alla montagna di Maria Lai

A differenza degli altri esempi che ho citato, questo non ha origine nell’ambito teatrale, ma compie un’operazione molto simile alle altre descritte, diversi decenni in anticipo. Lai ha realizzato infatti la prima opera di arte relazionale a livello internazionale. L’artista scelse di legare insieme tutte le case del paesino sardo di Ulassai, del quale era originaria, con 25 km di nastro celeste. L’operazione durò tre giorni e coinvolse tutti gli abitanti, realizzandosi con successo. Il processo che permise la buona riuscita dell’evento durò invece un anno e mezzo, durante il quale l’artista riuscì a instaurare un legame con le famiglie e a permettere loro di superare i pregiudizi e la diffidenza nell’operazione artistica dato che, senza la partecipazione di tutti, l’obiettivo finale non poteva essere raggiunto.

Judith Annoni, nata nel 1989, vive e lavora tra Milano e la campagna alessandrina. Ha frequentato l’Accademia di Brera, parallelamente si è dedicata allo studio di movimento, teatro e voce. In relazione alla scelta di condurre uno stile di vita più essenziale e a una profonda riflessione sul presente, si occupa di performance con un’attenzione particolare alla relazione tra suono e movimento, tra individuo e spazio circostante, tra gli individui stessi.