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Telefono senza filo… logico!

Laboratorio a cura della redazione di FarFarFare

Questo laboratorio è perfetto per essere svolto a grandi distanze, con parenti e amici lontani, perciò è molto adatto al periodo delle vacanze!
Nonostante la lontananza, nasceranno storie assurde e piccoli libretti da rileggere assieme.

Cosa serve?

  • un paio di telefoni mobili
  • molta pazienza

Perché?

L’obiettivo del laboratorio è usare i telefoni e la loro perfezione per creare un piccolo sistema di generazione di errori.
Insomma noi facciamo giusto e la tecnologia sbaglia al posto nostro!

Come funziona?

Il laboratorio si svolge in due fasi: la prima, di creazione dell’errore; la seconda, di produzione del libro.

Si parte dall’incipit di una storia conosciuta: i Promessi Sposi, Il conte di Montecristo, Cappuccetto Rosso o la Divina Commedia. Fate voi.

Si modifica la voce in qualche fantasioso modo: con una matita in bocca, parlando sul sottofondo di amici che nel frattempo urlano o magari dall’interno di una pentola.

Con la voce modificata e il testo davanti, magari senza mai averlo letto prima, si detta al telefono l’inizio della storia (attenzione: non si tratta di registrare un audio, ma di far sì che le nostre parole siano trasformate dal telefono in un testo scritto).
E così si inizia…

Esempio

Partendo dall’incipit di Pinocchio:

«C’era una volta…
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo di catasta […]»

Coprendo la bocca con le mani diventa:
«Elena volta un re direbbe subito i piccoli lettori e ragazzi essa divenne religione di lusso è sempre pezzo di catastrofe».
Oibò! Chi è questa Elena? E sicuramente una religione di lusso porterà alla catastrofe… come si può impedire?
Insomma è l’inizio di una storia sbagliata, ma che noi faremo diventare giusta!

Ovviamente lo stesso incipit verrà sbagliato in maniera diversa a seconda di come modificheremo la voce, del caso e della tecnologia utilizzata.

Con il naso tappato, il nostro telefono lo ha trasformato così:
«Il re divenne subito i miei piccoli lettori ragazzi».
Che è una storia di metamorfosi di un re che diventa un lettore piccolo piccolo.

Se un giocattolo meccanico vibra sopra il microfono mentre leggiamo, il testo diventa questo:
«Una volta avuto diranno subito distributori ciao ragazzi avete sbagliato se una volta un pezzo di legno».

E anche questa è un’altra storia… insomma, a partire da un solo incipit, è la quantità di errori che si possono produrre è potenzialmente infinita!

Qui però bisogna fare una scelta, che sta a chi conduce il laboratorio:

a) si può partire dall’incipit trasformato per costruire una storia che prenda spunto dagli errori.

b) si può rispondere attraverso lo stesso metodo, riscrivendo la frase successiva e leggerla al telefono per generare ancora altri errori.

La seconda fase, seppur più “classica”, è di fondamentale importanza.
Si tratta di riscrivere il testo e illustrarlo in un piccolo libro con testi sulla pagina di destra e illustrazioni sulla pagina di sinistra.

È un’operazione molto semplice, ma che serve a dare forza al laboratorio. Nel momento in cui la storia generata attraverso errori e caso diventa un libro (ancora di più se illustrato), l’errore smette di essere errore e diventa parte integrante del racconto. Così, la distinzione tra cosa è “giusto” e cosa è errore non esiste più. Giusto?