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Tra il nascondere
e il mostrare

Laboratorio a cura di Benedetta Bandini, Irene Bressan, Lisa Guerra
studentesse del Master in Design for Children
presso la Libera Università di Bolzano

Il laboratorio è stato pensato per essere rivolto a bambini e bambine di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Per la sua prima realizzazione, è stato scelto, come teatro, il Convento dei Francescani di Bolzano.

Materiale

  • Forbici
  • Colla
  • Scotch
  • 6 segnaposto circolari in cartoncino colorato
  • Rotoli di cartoncino (2 a testa)
  • Cartoncini ritagliati a forma di lenti – dello stesso diametro del rotolo di cartoncino
  • Materiali da aggiungere alle lenti come pellicola (alluminio, spago, plastiche colorate…)

Scopo del laboratorio

Il workshop offre diversi spunti e riflessioni, specialmente considerando il tema del nascondersi, del mostrarsi e dell’esplorare, il tutto sempre a stretto contatto con la struttura architettonica del luogo. Ecco alcuni possibili insegnamenti che potrebbero emergere:

  1. Nascosto: ragionare sul concetto di nascosto, quando qualcosa è nascosto? L’architettura intorno a noi cosa ci nasconde e cosa ci mostra? 
  2. Conoscenza e Realtà: il gioco con le lenti e le colonne potrebbe portare a riflessioni sulla percezione e sulla conoscenza. Come vi è sembrato guardare attraverso le lenti? Come hanno influenzato la nostra visione della realtà?
  3. Dualità: il concetto di nascondino e l’utilizzo delle colonne potrebbero ispirare discussioni sulla dualità, sul nascondere e mostrare, sulla presenza e assenza. Come queste dualità si riflettono nella nostra vita quotidiana? Se non vediamo qualcosa è perché non c’è o perché è nascosto?
  4. Creatività e Immaginazione: la creazione delle lenti e l’immaginazione necessaria per giocare nel chiostro possono essere esplorate filosoficamente in termini di creatività e capacità di vedere il mondo in modo diverso. Come la creatività può influenzare la nostra percezione del mondo?

Fasi del laboratorio

Fase 1.

Prima narrazione basata sulla storia di un esatto elemento architettonico presente nel cortile esterno. L’elemento è la “pisotta” o anche “gobbe anti bandito”, ovvero delle colate di malta posizionate negli angoli bui delle strade o negli angoli delle chiese che impedivano, o almeno cercavano di impedire, che i malviventi si nascondessero proprio in questi angoli. La pisotta, sotto forma di personaggio, racconta la sua storia attraverso un albo illustrato e introduce il luogo che si visiterà a breve.

Fase 2.

Si entra nella corte interna, costituita da un porticato rettangolare coronato da archi continui. Qui si procede con la prima esplorazione:

  • 6 segnaposto vengono posizionati a terra, in corrispondenza delle colonne;
  • 6 bambini vengono invitati a sostare sui segnaposto. In questo momento alcuni di loro vedranno i loro compagni dall’altro lato, ma altri saranno celati dalle colonne;
  • al via i bambini si spostano di un segnaposto, ad ogni cambiamento di posizione potranno osservare come le colonne possono ingannare l’occhio e nascondere o mostrare qualcuno.

Fase 3.

Si procede con la seconda fase del laboratorio, ovvero la creazione di piccoli monocoli personali:

  • consegna dei monocoli e della prima lente – intera;
  • dalla prima lente dovranno essere tolti degli elementi per mostrare qualcosa del reale;
  • prova della prima lente e scambio anche con gli altri compagni;
  • consegna della seconda lente – forata;
  • viene richiesto ai bambini di aggiungere alla seconda lente diversi materiali per modificare la loro visione del reale, senza però bloccare interamente la visione;
  • prova di entrambe le lenti e scambio con i compagni, anche dei loro stessi monocoli (provare tutte le lenti, provarne diverse, provare entrambi i monocoli in combinazione…).

Benedetta Bandini frequenta il Master in Design for Children presso la Libera Università di Bolzano. Laureata nel 2023 in grafica con ciclo triennale all’università della repubblica di San Marino, scopre tramite la tesi la passione per il mondo dell’infanzia e per gli albi illustrati.

Irene Bressan, laureata in Terapia Occupazionale nel 2010 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Bolzano (BZ), e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie presso l’Università degli studi di Verona. Nel 2013 consegue l’abilitazione ASI® Ayres Sensory Integration e la certificazione SIPT, Sensory Integration and Praxis Tests, nel percorso SI610 presso l’University of Southern California a Los Angeles, U.S. Lavora come Terapista Occupazionale a Bolzano, dove ha acquisito esperienza clinica in ambito dell’età evolutiva. È autrice della versione italiana del manuale Sensory Processing Measure SPM™.

Lisa Guerra si laurea all’Accademia di Belle Arti di Venezia in Nuove Tecnologie per l’Arte. In seguito, frequenta la magistrale all’Accademia Albertina di Torino con l’obiettivo di ampliare le sue conoscenze nella didattica museale. Attualmente frequenta il master di Design e contestualmente collabora con associazioni pubbliche e private in ambiti storici e didattici.