Intervista a Erri De Luca
«Per chi scrive storie all’asciutto della prosa, l’azzardo dei versi è il mare aperto… È che a cinquant’anni un uomo sente di doversi staccare dalla terraferma e andarsene al largo»
Comincia con questa dichiarazione la raccolta
di Erri De LucaA vederlo è uno dei tanti volumi di Bianca, la collana storica che ospita le più celebri e singolari poesie pubblicate da Einaudi.
Una piccola, potente opera, che ci parla d’acqua. Acqua che viene plasmata nella penna dell’autore, per diventare metafora, allegoria, ricordo o sorgente preziosa di vita.
Acqua che viene dominata dall’uomo, acqua come ricerca e riaffiorare di nitidi ricordi.
Attraverso i versi di Erri De Luca, l’acqua si intreccia con la scrittura, in un flusso incessante continuo che ricorda il moto delle onde, lo scorrere di un fiume.
Abbiamo pensato di domandare direttamente a lui, attingendo proprio da queste pagine, quale fosse il suo rapporto con l’acqua, quale quello con la scrittura e non solo!
Sono un lettore di poesie, preferendo quelle del 1900. Ne scrivo ma con un sentimento di insufficienza che non provo per la scrittura in prosa, per la quale so che meglio di così non la so fare. Mentre, per i versi, mi accorgo che potrebbero essere migliori, ma non ci arrivo.
Mi considero in poesia approssimato per difetto: ma l’editore pensa diversamente e me le pubblica lo stesso.
La poesia più della prosa può affascinare uno studente, per la sua capacità di sintesi e di immagine. La poesia condensa, allude a un nocciolo delle cose. A me ha spalancato molte volte gli occhi. Un verso della poeta (non poetessa)
, dice semplicemente “Oltre l’attrazione terrestre esiste l’attrazione celeste”. Non è una trovata poetica, è una precisa osservazione naturale. In natura esistono forze che spingono verso l’alto, dal filo d’erba, all’albero, al fuoco, al vapore acqueo fino alle montagne che sono manifestazioni di sollevamento.
I ricordi sono per me qualcosa che deve essere prima dimenticato, poi avviene il soprassalto emozionante del ricordo. La mia scrittura proviene da queste sorprese, visite improvvise di cose finite fuori dell’album.
Quanto all’acqua: ne siamo formati in gran parte, chimicamente siamo acqua che cammina. Il nostro pianeta è fatto pure lui da questa maggioranza, perciò per visitarlo abbiamo dovuto percorrere le acque. Omero dice che il mare è una strada liquida. È pura verità, offerta da un poeta, naturalmente. Una strada liquida, non uno sbarramento, non un fossato con i coccodrilli, non un recinto.
L’acqua è la condizione della vita sul pianeta. Chi la sottrae, la privatizza, è un ladro. Chi la rinchiude in dighe, potrà vederla saltare oltre e travolgere città e vallate. Chi la spreca, verrà sprecato.
“Siamo fatti di ossigeno, gas della terra e di idrogeno, gas dell’universo.
Siamo della stessa materia delle stelle.”
Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento.
Per il cinema ha scritto il cortometraggio “Di là dal vetro”, “Il Turno di Notte lo Fanno le Stelle” (premiato al Tribeca Film Festival di New York 2013), la biografia musicale “La Musica Provata” e il documentario “Alberi che camminano”. Ha tradotto in napoletano e sceneggiato “La voix humaine” di Cocteau per l’interpretazione di Sophia Loren.
In teatro è stato in scena con “Attraverso” ( Mario Brunello, Gabriele Mirabassi, Marco Paolini, Gianmaria Testa); “Chisciotte e gli invincibili” ( Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa); “In nome della madre” ( Sara Cianfriglia e Simone Gandolfo); “In viaggio con Aurora” ( Aurora De Luca); “Chisciottimisti” ( Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa); “Solo andata” con il Canzoniere Grecanico Salentino.
Pratica alpinismo. Le sue montagne preferite sono le Dolomiti.
Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi.