Un passato in eredità
A cura dei Ludosofici
Un vecchio detto dice che la Storia non si fa né con i se né con i ma: le cose sono andate in un certo modo, indietro non si torna ed è inutile piangere sul latte versato o immaginare cosa sarebbe successo se gli eventi si fossero sviluppati diversamente.
Con il passato, in effetti, dobbiamo per forza fare i conti: ci si presenta come una sorta di pacco postale che non possiamo rispedire al mittente e che reca un’etichetta con su scritto: “Per te, che sei figlio di questa storia (e di tutte le altre in essa contenute)”. Quel pacco parla di noi, delle nostre radici, e gettarlo via sarebbe un’occasione persa per conoscersi meglio. Sarebbe anche un gesto irresponsabile, perché solo sapendo davvero chi si è si possono compiere le scelte più importanti.
Dunque, che cosa ha contribuito a fare di me ciò che sono oggi?
Parte del mio passato posso ricordarlo personalmente: è la mia esperienza, ciò che ho vissuto, e che ha lasciato un segno indelebile dentro di me. C’è un’altra parte, invece, che è più difficile da riconoscere, perché appare troppo lontana: si studia o, se siamo fortunati, qualcuno ce la racconta, ma facciamo fatica a pensare che ci riguardi davvero. È la Storia, che si impara a scuola, che vive dentro di noi molto più di quanto non siamo disposti ad ammettere.
È possibile far venire alla luce tutto il passato che abita in noi?
Cosa serve:
- un cartoncino bianco formato A3
- una matita
- fogli A4 di tre colori diversi
- pazienza: il lavoro dello storico richiede tempo per cercare, per riflettere, per lasciare sedimentare le diverse fonti e re-interrogarle a distanza di tempo e confrontare le risposte nel caso fossero diverse.
Un se stesso fatto a strati
Visto che è di ciascuno di noi che dovremo parlare, vi suggeriamo di procedere con l’esecuzione di un vostro autoritratto. Non temete, non dovrete riportare fedelmente e con la massima abilità pittorica i vostri lineamenti. Al contrario, per il momento limitatevi a prendere un cartoncino bianco formato A3 e a disegnarvi sopra un grande cerchio. Esso rappresenterà i contorni del vostro viso ed è qui che, progressivamente, il vostro passato riaffiorerà.
Una storia tutta mia
Ora ponetevi una domanda che riguarda il vostro presente, ciò che siete ora: guardandomi indietro, nella mia esperienza passata, c’è qualcosa che ha contribuito a fare di me la persona che sono oggi?
Dovete pensare a episodi significativi, come il primo incontro con un amico, la visione di un film, la lettura di un libro, la visita in una città. Nella vostra mente di sicuro riaffioreranno molti ricordi: dovrete selezionare quelli che ritenete abbiano avuto un impatto così forte su di voi da farvi pensare che, senza aver vissuto quella data esperienza, probabilmente sareste una persona diversa.
Una volta scelti i ricordi, rendeteli visibili. Potete disegnarli o, se sono legati a un oggetto che ancora possedete, come un libro o un gioco, potete farne una fotografia. Altrimenti, trasformate in parole il vostro ricordo. Eseguite il tutto su fogli ritagliati secondo la grandezza di una cartolina (un foglio A4 diviso in quattro parti) e appiccicateli sul vostro testone sagomato.
In questo modo avremo ottenuto il primo strato di noi stessi: quello dei nostri ricordi ed esperienze.
Una storia di famiglia
Adesso riflettete su questo. Ognuno di noi ha alle spalle una famiglia: genitori e nonni, che a loro volta hanno vissuto esperienze e accumulato ricordi. Spesso questi ultimi si traducono per noi nella forma di racconti, arricchiti magari da fotografie o oggetti che ci vengono mostrati.
In questo caso non si tratta di qualcosa che abbiamo vissuto direttamente, ma potremmo lo stesso domandarci: i racconti che posso ascoltare dalla mia famiglia hanno contribuito a fare di me ciò che sono? O meglio, se fossi nato in una famiglia con una storia diversa, sarei diverso anch’io?
È vero, abbiamo detto che la storia non si fa con i “se”. Ma, in questo caso, pensare a possibilità diverse da quelle che si sono effettivamente realizzate può aiutarci a non dare per scontati alcuni dettagli importanti. I racconti e le testimonianze dei miei familiari potrebbero accendere i riflettori su alcuni episodi della storia recente e renderli per me particolarmente significativi: se avessero vissuto esperienze diverse i loro racconti sarebbero mutati e, di conseguenza, con molta probabilità, anche il mio interesse per un dato momento storico, le mie idee, la mia capacità di sconcertarmi ed emozionarmi non sarebbero gli stessi.
Prendete dunque altre cartoline (scegliete fogli di colore diverso rispetto al passaggio precedente) e riempitele, sotto forma di scrittura o per immagini, dei racconti della vostra famiglia che vi hanno colpito e catturato di più. Fatevi aiutare dai vostri nonni e genitori e non esitate a chiedere loro di esaurire ogni vostra curiosità.
Appiccicate infine le vostre cartoline sul vostro testone sagomato. Abbiamo così ottenuto il secondo strato di noi stessi: la storia vissuta e raccontata dalla nostra famiglia.
Una storia di tutti
L’ultimo strato è quello più complesso e forse il più importante, perciò non ci scoraggiamo. Esauriti i ricordi personali e i racconti di famiglia, sembra che a parlarci del passato siano rimasti solo i libri di storia. Essi sono fondamentali, ma spesso poco avvincenti. Eppure, anche la storia contenuta lì dentro parla di noi e ha contribuito a fare di noi ciò che siamo. Facciamo una prova e poniamoci una domanda che, ancora una volta, pare riguardare il nostro presente: io sono libero?
Ciascuno di noi può dire di esserlo. I più critici e pignoli potrebbero rispondere chiedendo che cosa si intenda per “essere liberi” e, a partire da questa domanda, potrete sbizzarrirvi alla ricerca di una definizione di libertà che vi soddisfi. In ogni caso, tutti sarete d’accordo nel considerare la vostra libertà un valore da difendere. Bene, sappiate allora che anche la vostra libertà ha una storia, che va conosciuta, se non altro perché ci dimostra che essa è nata, non c’è sempre stata e, come tale, è fragile e va tutelata.
Il passato che vive nel presente è fatto anche di ideali: valori che si danno per scontati, ma che non lo sono affatto.
La libertà è uno di questi, ma potremmo dire lo stesso della democrazia, del diritto all’istruzione o di chissà cos’altro ancora.
Il terzo strato di voi stessi sarà fatto di parole: parole che rivelano concetti che ci permettono di essere chi siamo. Confrontatevi tra voi, con i vostri familiari, per cercarli, scriveteli sulle cartoline e appiccicateli sul testone sagomato, ripromettendovi, però, pian piano di ricercare la storia di quel concetto. Perché solo così sarà possibile comprenderne il vero significato e diventare consapevoli dell’eredità di cui si è portatori.