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Un tuffo nel mondo

Intervista a Ellen Duthie

Perché pratichi la filosofia con i bambini? È qualcosa di cui loro hanno bisogno o credi sia piuttosto una proiezione di noi adulti?

Pratico la filosofia con i bambini perché farlo è una gioia.
È una gioia per me, questo è certo. Ma ho le prove per affermare che anche i bambini si divertano e lo trovino un modo entusiasmante e coinvolgente di ricercare, di stare nel mondo. Ho iniziato a praticare la filosofia con i bambini in modo spontaneo (qualcuno potrebbe dire disordinato…). Negli anni in cui studiavo filosofia all’Università di Edimburgo, insegnavo anche inglese ai bambini e, soprattutto all’inizio senza pensarci troppo, mi è capitato di condividere con loro le mie domande e i miei interessi filosofici: si è rivelato un modo infallibile per innescare una conversazione irresistibile!

Da allora, ho sviluppato un approccio più ponderato e metodico, sono diventata più consapevole della pratica che metto in atto, cercando di volta in volta di capire che cosa funziona e che cosa invece no. Ma quella gioia iniziale rimane e si accende ad ogni sessione, così come, spero, in ogni libro.
Penso che i bambini e gli adulti abbiano bisogno di provare quel sentimento tipicamente umano che è la meraviglia; credo che sia importante avere un tempo e uno spazio condiviso in cui pensare al nostro mondo, a noi stessi e agli altri. In particolare, mi interessa moltissimo la pratica filosofica intergenerazionale.


In uno dei giochi che hai creato, e poi trasformato in un libro, hai affrontato il tema della crudeltà: perché questa scelta, apparentemente lontana dai temi solitamente proposti ai più piccoli…