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Oltre le stelle
Intervista e laboratori a cura di Mascia Premoli
Guardando il cielo, con occhi sognanti e i pensieri sospesi tra le nuvole, può capitare di ricevere una confessione che, all’improvviso, ci riporta coi piedi per terra: «Sai, anche il Sole è una stella».
È una rivelazione che, lì per lì, non può fare a meno di sorprenderci. Ma come mai ci stupisce così tanto realizzare che il Sole sia una stella?
Sarà perché, diversamente dalle sue sorelle, si rende visibile di giorno e non di notte? O sarà perché è troppo grande e troppo tondo, più simile a un tuorlo d’uovo che a un brillantino scintillante?
Intervista e laboratori a cura di Mascia Premoli
C’è, in effetti, una forma sola con cui ci immaginiamo le stelle: un irradiarsi di cinque punte aguzze tra loro molto simili, meglio se perfettamente uguali.
Ma perché?
Le stelle che vediamo di notte sono puntini dai contorni indefiniti e un po’ sfocati e la loro luce potrebbe ricordare al massimo piccoli spilli, sottilissimi e molti più di cinque.
Nessuno ha mai visto nel cielo le stelle che è abituato a disegnare. Eppure, una volta che impariamo a farlo, ci fidiamo più del nostro tratto e ignoriamo ciò che si staglia sopra di noi o all’orizzonte. Pretendiamo di sapere il mondo, quando lo stiamo solo imprigionando senza ascoltarlo.
Per questa volta, però, lasciamoci guidare: affidiamoci al Sole, alla sua forma insolita, per pensare che forse le cose sono diverse da come le avevamo immaginate.
E poi, con questa nuova consapevolezza, riprendiamo a giocare.