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Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento. 

Destinazione: “La città dei bambini”

intervista a Francesco Tonucci

Decise Utopie

laboratorio a cura dei Ludosofici

Le città vanno al cinema

filmografia a cura di Future Film Festival


e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!

Noi adulti viviamo nell’orgogliosa convinzione di sapere che cosa sia meglio per i nostri bambini e i nostri ragazzi. Lo facciamo con i nostri figli quando siamo genitori, con i nostri alunni quando siamo insegnanti e con i nostri giovani concittadini quando prendiamo decisioni che riguardano la città che abitiamo.

I bambini e i ragazzi sono troppo ingenui per fare proposte che siano ragionevoli, per obiettare a qualcosa che non li convince o per giustificare le loro posizioni. Sono piccoli, immaturi e indifesi: vanno protetti dalla loro naturale incoscienza e, per questo, hanno bisogno che noi grandi, forti delle nostre esperienze, conoscenze e competenze, decidiamo per loro. 

È così che noi adulti ci assumiamo le nostre responsabilità.

Ed è così che priviamo i bambini e i ragazzi di un diritto. 

La città, così come la scuola, è un luogo tanto loro quanto nostro: perché non dovrebbero potersi esprimere a riguardo? Forse perché le loro idee sarebbero eccessivamente strampalate? Forse perché, quando si decide e si progetta, esistono dei limiti oggettivi di cui non saprebbero tenere conto? O forse perché noi dovremmo fare lo sforzo sovrumano di ascoltarli, prenderli sul serio, osservare la realtà da un’altra prospettiva e non siamo certi di saperlo fare?

Stare coi piedi per terra ci fa sentire più sicuri, ma, quando le decisioni riguardano tutti, è necessario alzarsi almeno sulle punte per vedere un po’ più in là del nostro naso. E anche così ci sono angoli che rimarranno bui, non importa quanto strizzeremo gli occhi. Farseli raccontare da chi riesce a vederli sarà allora la nostra più grande responsabilità.


Francesco Tonucci

Destinazione: “La città dei bambini”

Che cosa vuol dire prendere davvero sul serio il punto di vista dei bambini quando si tratta di decidere della vita di una città? Ce lo racconta Francesco Tonucci, ideatore e curatore del progetto internazionale “La città dei bambini”.

Decise Utopie

a cura dei Ludosofici


Che cos’è una città ideale? Una città può essere sia ideale sia possibile? Tanti filosofi hanno provato a rispondere a questa domanda, che non pare accontentarsi mai di nessuna risposta. Ci rinunciamo? Al contrario! Proviamo anche noi a dire la nostra!

Le città vanno al cinema

A volte a decidere di una città sono i personaggi immaginari che la abitano e le menti che creano l’una e gli altri: è quello che succede nel cinema, quando stravolge e reinventa le città per le storie che vuole raccontare!

Può capitare che chi progetta una città voglia proteggere gli elementi che la caratterizzano dall’uso sbagliato che le persone potrebbero farne. Difendere gli oggetti dal comportamento umano, però, rischia di impedirne l’utilizzo non tanto ai malintenzionati quanto a categorie di individui a cui non si pensa mai abbastanza. Perché non immaginare allora innanzitutto idee capaci di includere tutti gli abitanti di una città, partendo proprio da questa riflessione: chi abita la città in cui vivo anch’io?

Una città è composta da un centro e dalla sua periferia e i suoi abitanti sono tanto quelli che vivono nel primo quanto quelli che hanno casa nella seconda. Eppure spesso sembra che si tratti di città diverse e che chi vive ai margini geografici sia emarginato anche dalla sua città. Quando poi si è ragazzi, partecipare attivamente è ancora più difficile, ma il desiderio di condivisione e incontro è estremamente vivo. Potrebbero essere proprio i ragazzi, allora, a creare una connessione tra centro e periferia, mescolando le carte di quello che è un unico mazzo. Potrebbero farlo raccontandosi la propria vita cittadina con lo strumento che ritengono più adatto: con la fotografia, come hanno fatto i ragazzi delle periferie milanesi in questo progetto, o nel modo che li convince di più!

L’idea di coinvolgere i bambini nelle decisioni e nella progettazione di una città può far sorridere. Eppure, di fronte all’atteggiamento di generale scetticismo ancora molto diffuso, impressiona scoprire che sono molti, lontani e diversi i luoghi che condividono la medesima sensibilità. Lo dimostra anche questo articoloin tutto il mondo sono tante le iniziative che dimostrano l’impegno ad ascoltare la voce dei bambini, nella convinzione che una città capace di tener conto del loro punto di vista sia una città migliore per tutti.

Che cos’è una città? In fondo, può essere definita come una casa così grande da riservare tanti angoli nascosti, stanze in cui non abbiamo mai osato entrare o che invece ci sono familiari. In una città queste stanze si chiamano quartieri e, pur essendo sempre aperti, a volte sono più difficili da osservare, conoscere ed esplorare.Indagare i punti di vista sul quartiere che abitiamo o il significato della parola “casa” può aiutare a decidere che cosa sia e come debba essere una città: si può fare passeggiando, ma anche leggendo qualche libro, come quelli consigliati qui dalla redazione di Terre di Mezzo.