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LABIRINTO 3

Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.

IN QUESTO NUMERO

La piega spiegata

Laboratorio a cura dei Ludosofici

Il labirinto di Pomodoro

Articolo a cura di Paola Boccaletti di Fondazione Arnaldo Pomodoro

Addentrarsi in un labirinto è un atto coraggioso. 

Col fiato sospeso, compiamo il primo passo, varchiamo la soglia, oltrepassiamo l’ingresso. Respiriamo, il nostro torace ora si gonfia e si sgonfia regolarmente.
Proseguiamo di qualche centimetro, forse di una manciata di metri. Poi, i nostri piedi rallentano e, infine, si fermano. E, di nuovo, tratteniamo il fiato.

 

La piega spiegata

Laboratorio a cura dei Ludosofici

Non è la paura a fermarci, non necessariamente. È semplicemente la forza dell’incertezza, dell’indecisione. Davanti a noi si apre un bivio, un’alternativa di fronte alla quale dobbiamo pensare.

SCOPRI

Il carattere spezzato del labirinto, che prepotentemente ordina di orientarsi in un percorso in cui sarebbe più facile perdersi, è un invito a riconoscere e a valutare molteplici possibilità che, lì per lì, si equivalgono. Come rispondere a questa esortazione?
D’istinto, la nostra reazione sarebbe quasi isterica: gli occhi comincerebbero a oscillare a destra e a sinistra, ballando da un’opzione all’altra come in una conta frenetica che, senza farsi notare, volesse sostituire la sorte alla scelta. 

Noi, però, non siamo questo. Non tratteniamo il fiato per riempire quella pausa di un vuoto incontrollato e frettoloso. Ci fermiamo per riflettere e per provare a capire. 

Il labirinto di pomodoro

Articolo a cura di Paola Boccaletti di Fondazione Arnaldo Pomodoro

Cosa può suggerirci la geometria di un labirinto? Che cosa possiamo intuire da un percorso apparentemente incomprensibile? Quali indizi vi ha lasciato chi l’ha immaginato e realizzato?

SCOPRI

Per rispondere a queste domande, e non per indovinare la strada giusta, dobbiamo pensare. Dobbiamo guardarci intorno, leggere e interpretare. Dobbiamo lasciare che ciò che ci circonda si intrecci con noi, con il nostro vissuto e possa parlare. Così facendo, avremo scelto. L’avremo fatto noi, perdendoci e orientandoci al contempo, proprio come vuole un labirinto.