Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.
Luci a regola d’arte
Articolo a cura di Elena Stradiotto, per Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Note di luci e ombre
Playlist a cura di Danilo Faravelli
Poche cose ci sono familiari come la luce. La ritroviamo ogni giorno, fedele come un’abitudine, pronta a sostenerci nella maggior parte delle nostre azioni. Scivola sotto i nostri passi affrettati e, splendente e silenziosa, ci incoraggia a darci da fare. Il suo ritmo quotidiano ci rassicura. La sua compagnia ci rasserena. Eppure, anche se abbiamo davvero la sensazione di conoscerla, c’è qualcosa in lei che non smette di sorprenderci.
Articolo a cura di Elena Stradiotto, per Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Il suo apparire, quella capacità lenta e intensa di farsi strada nel buio, sembra una magia. Come per incanto, i colori cambiano, il mondo è trasformato. E la luce ha di nuovo, come sempre, realizzato il suo capolavoro.
Si dice che la luce sia un elemento essenziale nell’arte. Forse, però, si potrebbe anche dire che la luce è ciò che rende la realtà una forma d’arte. È inevitabile pensarlo quando si osservano i raggi del sole che filtrano attraverso le nuvole, quando si immerge lo sguardo nelle sfumature del cielo o quando gli occhi inciampano nel confine tra l’ombra e la luce.
Playlist a cura di Danilo Faravelli
È davvero difficile non crederlo se la luce, nota per impressionare la vista, dimostra di avere una voce, di poter suggerire dei suoni, ed è capace di farsi ascoltare.
La luce dipinge la realtà, le dà una forma nitida e sfocata. La irrora, la acceca, la sfiora e, nel farlo, fa vedere ciò che deve essere cantato. È così che dà luogo a quel connubio inestricabile tra l’arte e il mondo in cui viviamo, rendendo l’una la copia dell’altro, creando un doppio dai poli confusi. È così che, attraverso la sorpresa, un elemento a noi tanto familiare ci ricorda che sa fare l’impossibile, e ci implora di essere conosciuto sempre di più.