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FarFarFare - 1 Neve

Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.

In questo numero

Carta bianca

  intervista a cura a Dario Zeruto

Fiocchi di pieghe

laboratorio a cura di Dario Zeruto

Fogli di neve (pt.1)

bibliografia a cura della Libreria La Montagna

Non tutti conoscono la neve. 

Il protagonista ossuto e spaventoso di un film di animazione di quasi trent’anni fa, per esempio, non sa assolutamente che cosa sia. Jack Skellington, re della Città di Halloween, abituato a tuoni, fulmini e oscuri cumulonembi che avvolgono il cielo come una densa e buia coperta, non sa che altrove esistono perturbazioni diverse, più dolci e più candide. Lo scoprirà quando la sua incontenibile curiosità lo risucchierà nella Città del Natale, lasciandolo precipitare in un vortice di bianchi e gelidi coriandoli e gettandolo sul manto soffice e spesso, che, indisturbato, ricopre quel luogo da cima a fondo. Jack Skellington impiegherà qualche istante a decifrare la natura del tappeto su cui è precipitato: per caso vi affonda una mano e vi lascia scivolare tutto il corpo, con decisione vi solca passi che intendono esplorare l’ignoto che lo circonda; lo studia e vi si traveste, ne assaggia la porzione che si ritrova tra le dita.

«Cos’è?», si domanda nel ritmo concitato di una canzone che accompagna la sua scoperta. Lo stupore del sovrano della paura cresce alla vista di ogni angolo e dettaglio del regno del Natale, di cui la neve è inevitabile e poetica cornice: incredibile, come tutto il mondo che contiene, brilla alla luce dei colori e diventa sfondo che attira l’attenzione.

Sconosciuto, mai visto, il mantello bianco che riveste strade e case e che si nutre dei fiocchi che cadono dal cielo acquisisce agli occhi di Jack un’aria sempre più familiare, che, cantando, riesce a nominare, come se d’un tratto si fosse ricordato di averne letto o sentito raccontare tempo prima. La neve è quel bianco luminoso che si stacca dalle stelle e si posa su qualunque superficie, è un gioco freddo con cui ci si riscalda, un disegno perfetto che sparisce nel nulla o in un mare di panna candida e compatta.

Per alcuni la neve è un dato di fatto, una presenza costante o, comunque, un appuntamento certo. Per altri, invece, la neve è il contenuto di una storia: è l’inverno che si trasforma in favola e si ammanta di magia, e difficilmente, dopo averla toccata con mano una volta, se ne può fare a meno. Così, una volta tornato a casa, anche Jack Skellington fa di tutto per riprodurre l’atmosfera che ha vissuto: armato di pozioni, ingredienti e oggetti presi di nascosto, sperimenta e, con i materiali che conosce, prova a ricreare gli elementi che l’hanno tanto affascinato. Di che cosa è fatta la neve? A che cosa somiglia? Bianca, fragile, sa volare; raffinata, geometricamente impeccabile, si diverte a trasformarsi da poligono serio ed elegante a sfera pronta al lancio. Un po’ come la carta, quando, nel suo candore, si presta a cambiare nella pressione di una piega, nel coraggio di un ritaglio o in un pasticcio accartocciato. Jack ci prova: prende un foglio bianco e lo affronta con le mani e con le forbici, ma, al posto del fiocco che si aspettava, compare una spaventosa ragnatela. L’intuizione era sbagliata? Forse. Magari, invece, è neve vera che, fatta di carta, sa assumere le forme più incredibili.


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Carta bianca

intervista a cura di Dario Zeruto

Quante possibilità può offrire un foglio di carta tutto bianco che si presta a essere piegato secondo regole eleganti e delicate? Con molta probabilità, se avremo la pazienza di osservarle da diversi punti di vista, scoprendo luci e ombre e lasciando scorrere il lento incedere del tempo, saranno infinite. E saranno incredibili.

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Laboratorio

Fiocchi di pieghe

laboratorio a cura dDario Zeruto

La carta e la neve si somigliano. Hanno lo stesso colore – tante sfumature di bianco, che cambiano anche alla luce del sole. Sono fragili, delicate. Amano la precisione geometrica. Si divertono a farsi prendere in mano per dare vita alle creazioni più inaspettate: palle, pupazzi, vere e proprie sculture. Dario Zeruto, ingegnere e artista, ci dà un piccolo assaggio di cosa significhi dare forma a una carta bianca che si lascia piegare.

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Fogli di neve (pt.1)

bibliografia a cura della Libreria La Montagna

La neve, come le pagine di un libro prima di essere stampato, è carta bianca. Libera, attende di essere macchiata da segni indelebili, che la renderanno inconfondibile. Ci sono libri in cui lettere e punteggiature cadono sulla pagina proprio per parlare della neve. Questa selezione di titoli raccoglie alcuni tentativi destinati ai lettori più esperti.

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Alcune cose curiose

 I fiocchi di neve sono delicati, eleganti e naturalmente precisi. Testimoni del rigore geometrico, non possono definirsi perfetti perché svaniscono rapidamente. Esiste un modo di immortalarli, così da poterli osservare più a lungo? Wilson Bentley ci ha provato e questo è il suo album di fotografie dedicato alla neve.

 La neve è bianca, inconfondibile agli occhi. È fredda, ben nota – e spesso insopportabile – alla pelle nuda. Ma la neve ha anche un suono? Il suo cadere al suolo è talmente delicato che pare non possa essere descritto da nulla che non sia silenzio. Eppure, là dove la neve è protagonista dei paesaggi, riesce a farsi sentire distintamente… almeno per ora.

 I fogli su cui siamo abituati a leggere e scrivere sono bianchi. È un dato di fatto che diamo per scontato e che porta con sé dei valori su cui non ci interroghiamo mai. Pensiamo che non ci sia foglio migliore di quello bianco per comporre le pagine di un libro, né per buttare giù le righe di un tema scritto per un compito di scuola. Ma siamo sicuri che sia davvero così?