Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.
A scuola di nido
Laboratorio a cura di Viola Tortoli Bartoli
Mani e parole
Intervista a Viola Tortoli Bartoli
Chi di noi non ha mai giocato con le costruzioni? Tutti, almeno una volta, ci siamo dedicati a questa attività e ci siamo divertiti a incastrare tra loro mattoncini di colori uguali o diversi. È strano stabilire da dove nascesse la composizione, che spesso non sembrava avere un’origine precisa. I nostri occhi seguivano le nostre mani, intente a realizzare un’idea che non le precedeva, ma che si formava piano piano, al loro muoversi.
Laboratorio a cura di Viola Toroli Bartoli
Costruire vuol dire, al contempo, fare e riflettere. Le dita che raccolgono, montano, premono e assemblano rispecchiano un pensiero che non guida, ma, a sua volta, accompagna e racconta.
Poi, poteva accadere che arrivasse qualcuno a interrogarci sulla natura della nostra costruzione. Concentrati sul nostro lavoro, alzavamo lo sguardo e, riconoscendo nel volto di chi aveva parlato un potenziale compagno di gioco, ci prendevamo un minuto per scoprire e rivelare, prima di tutto a noi stessi, ciò che avevamo creato. L’incontro con l’altro ci invitava a definire, a mettere un punto, a dare uno scopo a quel movimento di mani che, pure, non era confuso né casuale. Era un flusso continuo di riflessione e azione, che ora, per essere comunicato, pretendeva una forma.
Intervista a Viola Tortoli Bartoli
Quando il gioco diventa collettivo e coinvolge altre persone oltre a me stesso, lo scambio è vitale: il dialogo è essenziale alla pratica; le voci esprimono idee e, allo stesso tempo, esprimono i corpi. Le parole e le mani si intrecciano le une alle altre.
Trasformata e arricchita dai nostri e dagli altrui racconti, la costruzione prendeva vita e diventava protagonista di storie fantastiche o prototipo di invenzioni incredibili. Regalava idee. Invogliava a costruire, e costruire ancora. E, così facendo, dimostrava qual è l’origine di ogni composizione fatta con mani e pensieri: il desiderio, irrefrenabile, di creare occasioni per fermarsi a giocare.