Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.
Una storia tira l’altra
Intervista a Francesco Costa
Sotto un mestiere
Laboratorio a cura della redazione di FarFarFare
Sotto copert…ina
Bibliografia a cura di Selma
e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!
L’iceberg è una montagna di ghiaccio in gran parte sommersa da gelide acque oceaniche. La punta che si mostra in superficie non è che un assaggio della sua spaventosa maestosità e, dentro o fuor di metafora, non riesce, da sola, a dare un’idea del pericolo che nasconde sotto di sé.
È storia nota a tutti quella del transatlantico Titanic, che nel 1912 sprofondò proprio dopo essere caduto nel tranello di un frammento di ghiaccio visibile, da cui solo occhi molto esperti e tecnologie ben più avanzate avrebbero saputo non farsi ingannare. Io, come molte persone della mia generazione, venni a conoscenza di questo tragico episodio in occasione del film del 1997 e ne rimasi terribilmente impressionata. Supplicavo continuamente il nonno, che di certo non era ancora nato al tempo dell’avvenimento, di raccontarmi le ragioni e le modalità dell’incidente come se ne fosse stato un testimone oculare, se non addirittura un fortunato superstite: avevo fame di dettagli ed ero convinta che lui, il più anziano della famiglia, non ne sarebbe mai rimasto sprovvisto. D’altro canto, il nonno non si tirava indietro di fronte a nessuna delle mie domande e io continuavo a insistere, certa che non avrebbe mai deluso la mia curiosità.
Crescendo, ho imparato che sono tante le vie che permettono di approfondire una storia che ci interessa. Forse nessuna avrà il calore e l’entusiasmo di un racconto vivo, che rispetta le pause e la concitazione di una voce che sente la responsabilità dell’improvvisazione, ma non per questo sarà priva di sorprese e peculiarità.
Così, poiché dopo qualche anno la storia del Titanic continuava ad affascinarmi, provai a risalire alle radici della storia in altro modo. Andai con mio padre a visitare l’archivio dei giornali della Biblioteca Centrale di Milano con l’obiettivo di leggere le notizie pubblicate proprio nei giorni del naufragio. Non ci sorprese notare come la stampa italiana di quelle settimane fosse del tutto concentrata sulla morte di Pascoli: il poeta era venuto a mancare il 6 aprile 1912 e i giornali dei giorni successivi a quella data continuavano a dedicare molto spazio al ricordo della sua scomparsa. La notizia dell’affondamento del Titanic emergeva timidamente, lasciando via via intravedere la realtà dei fatti: un episodio del tutto trascurabile, meritevole di giusto un paio di righe di racconto; un grosso incidente, al quale però si era riusciti a porre rimedio grazie agli immediati soccorsi di una nave vicina; uno spiacevole errore ingegneristico che era costato qualche vita umana; un’inspiegabile disgrazia a cui molte persone non erano sopravvissute; una tragedia inenarrabile.
Giorno dopo giorno, mentre la nave si depositava interamente sul fondo del mare, veniva a galla quel che era successo. Cinta da acque che piano piano si ritirano, proprio come una montagna di ghiaccio in mezzo al mare, la verità si faceva sempre più evidente. E ancora oggi, come allora, spera sempre che quando la marea si alzerà di nuovo nessuno dimentichi che ogni storia ha sotto qualcosa che merita di essere conosciuto e raccontato.
Una storia tira l’altra
Intervista a Francesco Costa
Un giornalista, in qualche modo, è un cantastorie. Il suo compito è raccontare la realtà ed è per questo che, nel farlo, può scegliere tanti e diversi strumenti, perché siano trasparenti. Solo così potrà lasciare emergere le storie sommerse e garantire la possibilità di tuffarsi, per andare a scoprire sempre di più che cosa ci sia ancora là sotto.
Sotto un mestiere
Laboratorio a cura della redazione FarFarFare
Le persone che ci circondano, conoscenti e sconosciute, nella società di cui facciamo parte interpretano parti che si intrecciano e interagiscono continuamente. Questi ruoli – mestieri, professioni, ma non solo – hanno una storia: perché non indagarla?
Sotto copert…ina
Bibliografia a cura di Selma
Un libro è fatto di tante o poche pagine che, una dopo l’altra, raccontano una storia: approfondiscono, scavano, vanno sempre più al succo di ciò che contengono, invitando l’immaginazione di chi legge a fare altrettanto, scoprendo e inventando ciò che c’è sotto.
Così come spesso ci è oscura la storia di mestieri molto noti, ci sono professioni che affondano le loro radici nella storia, ma hanno una debole eco nel presente. A Milano esiste un negozio, una cesteria, che dal 1904 intreccia e vende cestini. Quali tracce di antichi mestieri si nascondono tra le vie della vostra città?
Ci sono storie nascoste all’interno di libri che rischiano di sfuggirci, perché, viaggiando da un luogo all’altro nel corso del tempo, sono approdati in terre lontane da noi o ne abbiamo smarrito le tracce. C’è chi ha voluto ricostruire il percorso dei libri che si sono incamminati lungo La via della seta, dandoci la possibilità di approfondirne le storie.
Le storie si nascondono ovunque e non tutte vengono allo scoperto attraverso parole che sappiano raccontarle: capita che, più semplicemente, si muovano, magari in modo impercettibile, ma tanto da essere vere e proprie forme di vita. Sono queste le storie nascoste sotto la superficie della nostra spazzatura…