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Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.

Cambio, ma rimango io

Bibliografia a cura di Martina Pennacchia (Biblioteca dei Ragazzi Leontine)

I luoghi del cambiamento

Laboratorio a cura di Wanda Cronio

E un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet

Cambiare vuol dire crescere.

Il tempo avvolge i corpi e muta il loro aspetto. Davanti allo specchio, giorno dopo giorno, gli arti si allungano, le forme si acuiscono e i volti si riconoscono in espressioni nuove, dense di vita. Anni misurati in esperienze incidono il carattere come fosse pasta malleabile e invisibile che sa farsi afferrare e sfuggire alla presa.

Cambiare è piacevole e spiacevole. A volte, è frutto di impegno e di coraggio, un simpatico imprevisto o la dolce conseguenza degli eventi; altre volte, invece, è un’imposizione odiosa o una sconfitta insopportabile. È un momento in cui ci congratuliamo con noi stessi, ci siamo indifferenti o non ci vorremmo più vedere.

 

Cambio, ma rimango io

Bibliografia a cura di Martina Pennacchia
(Biblioteca dei Ragazzi Leontine)

Quando siamo noi a cambiare, non sempre sappiamo cosa fare, poiché si tratta di episodi misteriosi, che a volte ci rendono irriconoscibili a noi stessi. Una selezione di libri è la bussola migliore per orientarsi.

Anche il mondo cambia. Intorno a noi, vediamo lampeggiare porti che credevamo sicuri e che ora, a tratti, svaniscono. I colori sbiadiscono per poi riaccendersi, i luoghi si scaldano per poi raffreddarsi. Mentre ci confonde nel rivelarsi imprevedibile, però, il mondo ci rassicura: le stagioni e il sole, nel loro mutare ciclico e costante, ci tranquillizzano. E sa farsi punto fermo nel nostro vorticare, quando non siamo più chiari nemmeno ai nostri stessi occhi e abbiamo bisogno di fermarci e di conoscerci.

     

I luoghi del cambiamento

Laboratorio a cura di Wanda Cronio

Il mondo si offre alla nostra capacità di cambiarlo: la nostra azione, ponderata e libera, può trasformarlo, lasciandovi un segno poetico e consegnandolo al tempo che verrà.

Ciascuno di noi cambia e, nel cambiare, cambia il mondo. Mentre abbiamo la sensazione che la nostra stessa identità ci scivoli tra le mani, riusciamo a raccogliere un pezzetto di ciò che ci circonda e a farlo nostro, più ancora di noi stessi; e lì, ci ritroviamo. 

Cambiare vuol dire trasformare e trasformarsi, decidere e lasciarsi andare. Significa non accorgersi di nulla, accettare e protestare.
Cambiare è assecondare e accompagnare il tempo, adeguando il proprio passo al suo o sorprendendolo con l’originalità di un salto, di una corsa o di una danza. 


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I cambiamenti che osserviamo nelle piante e nei fiori ci rassicurano, perché, ciclicamente, si ripetono. Li conosciamo e li prevediamo. Non tutti, però. Chi saprebbe dire, per esempio, come si muoverà una foglia o un ramo col passare del tempo? Questo video registrato all’Azuma Makoto Flower Center prova a mostrarcelo, in una lotta contro il tempo.

Una natura morta è fissa, rimane sempre uguale. Non cambia mai. Eppure, nel suo essere inerme, subisce l’intervento del tempo, che, piano piano, agisce su di lei. E la trasforma. Accade anche alla natura morta e mutevole ripresa in questo video