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Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.

Mi fingo fungo

Intervista ad Anna Tsing

Cosa cambia?

Articolo a cura di Arianna Cavallo

E un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet

D’ora in poi sarò diverso”.

Suona più o meno così la frase con cui proviamo a dire addio alla versione di noi di cui vorremmo sbarazzarci. Può capitare, infatti, che prenda il sopravvento la stanchezza o che non ci si senta soddisfatti. Accade che si voglia diventare qualcun altro o che si senta l’inspiegabile bisogno di osservare ciò che ci circonda da una prospettiva insolita. Così, guardandoci allo specchio, ci esortiamo a cambiare personaggio e a indossare una maschera diversa. E siamo pronti: senza essere più quelli di prima, entriamo in scena nel mondo che ci aspetta.

 

Mi fingo fungo

Intervista ad Anna Tsing

Che effetto fa cambiare identità? Questa volta, abbiamo voluto esagerare e abbiamo finito per diventare un fungo. Incredibile: sembra proprio che ora andiamo d’accordo con tutti! Mai avremmo immaginato che si potesse imparare così tanto…

D’ora in poi sarà diverso.
Il sogno che ci ha trasformato in funghi è stato breve, ma ci ha mostrato nuove possibilità a cui adesso non vogliamo rinunciare. Vestendo quei panni straordinari, così vicini a terra, così sensibili alla Terra, ci siamo intrecciati indissolubilmente, ci siamo sentiti sollevati e responsabili. Nel silenzio del nostro stupore, protetti nella trama di una rete, abbiamo sentito chiaramente il desiderio di un reciproco sostegno. Ma se era così ovvio, perché non ce ne siamo accorti prima?  


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Cosa cambia?

Articolo a cura di Arianna Cavallo

A volte, l’abitudine che accompagna i gesti e le parole che provengono da noi è così forte da respingere l’urgenza che ci grida di cambiare. Quante volte siamo indifferenti alla curiosità che brilla negli occhi di un bambino e che ci sussurra di fare una rivoluzione?


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Se ci lasciassimo guidare da quegli occhi, ci si rivelerebbe la rigidità del nostro sguardo e le nostre scelte ci apparirebbero appassite e presunte. Capiremmo che ogni cambio di punto di vista ci regala un tesoro: una scossa, un brivido, un dubbio, che mettono in discussione chi siamo; il coraggio, la voglia, l’idea di cambiare le cose.

Allora, giocando sul serio, mettiamoci in pausa e diamoci il cambio: usciamo da noi per poi ritornarvi sconvolti, decisi e stretti in un abbraccio che sia solidale. 


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Qual è il modo giusto per affrontare il tema dell’identità di genere in ambito educativo, con i bambini? Un esempio pratico è raccontato nell’articolo Da femmina e da maschio, pubblicato sulla rivista digitale Educazione Interculturale (Erickson). 

Negli ultimi giorni si parla molto dello storico programma giapponese Old enough, approdato su Netflix Italia solo recentemente e portavoce di uno sguardo inedito sui bambini e sulla loro autonomia. Che sia davvero così?