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Largo agli errori
Intervista a Keri Smith
Sbaglia meglio!
Laboratorio a cura di Giacomo Isidori, Jacopo Natoli e Danilo Innocenti
E un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet


Siamo abituati a pensare che ogni errore sia frutto di una svista o di un’attenzione macchiata di ignoranza. Fatichiamo a immaginare che uno sbaglio sia voluto, perché, se così fosse, sarebbe uno scherzo di cattivo gusto, una colpevole provocazione. E nessuno si comporterebbe in modo tanto sconveniente, non è vero?

Largo agli errori
Intervista a Keri Smith
L’idea che un errore sia commesso di proposito è inaccettabile. Ma perché? Sbagliare apposta può voler dire anche provare, correre rischi e scoprire percorsi meravigliosi, che una strada sicura non ci avrebbe mai permesso di trovare.
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Siamo convinti che gli errori siano orrori, ma è proprio questo il nostro sbaglio più grande. Qual è il delitto commesso nel compiere un tentativo? Chi si dovrebbe sentire deluso a causa di un passo insolito? E perché avvicinarci a qualcosa di nuovo e diverso dovrebbe farci tanta paura?
Il più delle volte guardiamo all’eventualità dell’errore come a una tragedia. Il pensiero di sbagliare ci fa tremare le gambe, accelera il nostro battito cardiaco, ci toglie il fiato. Ci fa sentire vicino a un precipizio che provoca un’insopportabile vertigine e che, alla fine, ci convince a chiudere gli occhi, ad arretrare e a rinunciare. Ma se considerassimo l’errore come se fossimo in una commedia, potremmo ridere di quell’inciampo, prenderlo sul serio con la giusta leggerezza.
Gli errori non fanno paura. Forse, un po’ goffamente, vogliono solo farci sorridere. A chi li ha compresi senza correggerli offrono tutti i loro servigi. E, come in quel divertimento musicale in cui W. A. Mozart sbaglia tante volte di proposito, diventano belli; compongono il bello.
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Giovannino Guareschi ha dedicato un breve racconto alla figura del correttore di bozze, mestiere che dipinge con forte ironia. La sua instancabile caccia all’errore è frutto di precisione o di estrema pignoleria?
Però, diciamocelo, trovare errori qua e là (soprattutto se fatti da altri) regala enormi soddisfazioni: avete mai giocato a rintracciare pasticci “evidentissimi” nei film che conoscete?
A volte l’arte nasce proprio dalla presenza di qualche errore. Se non fossero state “sfocate”, le fotografie di Julia Margaret Cameron sarebbero state ricordate in egual modo?