Feste
Piaccia o no, l’aria delle feste arriva inarrestabile per tutti. C’è chi, entusiasta, conta i giorni e chi, al solo pensiero della nuova atmosfera nella quale, di lì a poco, fluttuerà, riesce a trasformare il broncio in un sorriso; c’è chi, tutto sommato, fatica a cogliere la straordinarietà di un’occasione così ripetitiva, chi è soffocato dal peso delle aspettative e chi si tapperebbe per un mese intero occhi, naso e orecchie, se solo servisse a superare più in fretta quei giorni chiassosi e abbaglianti.
Con il trascorrere del tempo, ciascuno di noi intreccia un suo personalissimo rapporto con il riconoscibile e immancabile periodo che precede e accompagna il Natale. Estasiati o cinici, trepidanti o insofferenti, gli adulti affrontano le feste dall’alto di esperienze che, anno dopo anno, hanno forgiato il loro atteggiamento e selezionato sentimenti e conoscenze impossibili da cancellare.
È ovvio, però, che la vita non scorra sempre uguale. Incontri o cambiamenti dettati dalle più svariate circostanze possono suggerire nuovi punti di vista, che mai si sarebbe immaginato di poter fare propri. Tuttavia, difficilmente si riconquisterà lo stupore e la fiducia che sorge nel cuore dei bambini quando scorgono l’arrivo del Natale. I grandi, ormai, sono disillusi: sanno tutto, e non c’è modo di tornare a quell’innocente stato di ignoranza.
Per i più piccoli, invece, le cose stanno diversamente. I bambini si abbandonano al mistero, credono ciecamente alle promesse, si lasciano trascinare dai racconti e si fanno ipnotizzare dall’attesa. I loro occhi, spalancati, brillano alle luci che trasformano strade e case in villaggi fatati. I pensieri inseguono i giorni secondo un ritmo che stravolge la regolarità del tempo, sempre più veloce, in un crescendo, fin quasi a esplodere in un fragore di emozioni. Meticolosi, i bambini si preparano ad accogliere ospiti che non vedranno mai e che, proprio per questo, sono sicuri arriveranno. Trovano conferma alle loro convinzioni nei bicchieri di latte rovesciati o semivuoti, nelle carote sgranocchiate e nelle risposte alle loro letterine, anche se scritte da grafie stranamente familiari. Non dubitano mai, anche nella confusione e di fronte a elementi decisamente sospetti.
In qualità di esseri umani, costretti a vivere nella realtà, non ci è permesso sperimentare la magia. A meno che non si sia bambini e a meno che non sia quasi Natale. In questo caso, infatti, è possibile fare incredibili incantesimi: chiudendo gli occhi, stringendo i pugni, sussurrando formule diverse ma sostenute dalla medesima speranza, si lascia che, per una volta all’anno, esistano davvero creature leggendarie, instancabili animali capaci di volare e di marciare senza sosta e spiriti che sanno colorare e illuminare l’atmosfera che ci avvolge; si lascia che, per una volta all’anno, basti una decorazione a diffondere sorrisi a macchia d’olio.
Sembra incredibile, eppure è tutto vero. Del resto, lo è stato di sicuro anche per noi. Lo è stato, quando non eravamo che impazienti di aspettare.