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Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.

In questo numero

Libri da collezione

Intervista a James Bradburne e Federica Rossi

Libri fatti in casa

Laboratorio a cura di Libri Finti Clandestini

e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet

I libri sono oggetti fragili. 

Lo sono in virtù della loro tradizionale sostanza cartacea, che li rende vulnerabili in quasi ogni occasione. 

Piove, e l’acqua si infiltra tra le pagine. Il libro che non troverà riparo si scioglierà e svanirà; sul più fortunato rimarranno cicatrici indelebili: onde asciutte e parole sbiadite, a ricordo dell’attimo in cui si bagnò.

Un incendio controllato scoppia tra la legna che arde di fronte a occhi consapevoli. Un libro cade nel fuoco, per sbaglio o gettato con furia e follia: brucerà, fino a diventare cenere.

Un gesto impacciato, vorace o distratto incontra la carta, e il libro si strappa.

Folate di vento partecipano con entusiasmo a tranquille letture all’aperto: incalzano il ritmo, l’impazienza stropiccia le pagine.

È dal momento in cui nasce che un libro conosce la sua condizione: è il caso che gli ha risparmiato pieghe, tagli o rifiniture inesatte e gli ha mostrato la luce del sole; e ora, come un equilibrista, cammina su un filo con lo sguardo fisso in avanti, pregando che la sorte gli sia favorevole ancora.
Ed è qui che si compie il miracolo. È qui, in questo viaggio precario pieno di rischi, che il libro incontra l’eternità.

I libri sono oggetti forti. 

Lo sono in virtù della loro tradizionale sostanza, ideale, storica, umana. 

Quando la vista si dedica a un libro, l’acqua la soccorre traducendosi in lacrime: se lo sguardo si scioglie, gli occhi si riempiono fino a scoppiare; quando non cede, le palpebre si inumidiscono appena, quanto basta per resistere fino al finale. 

Al passaggio di un libro, scoppia un incendio privo di fuoco: i pensieri si accendono, i ricordi si scaldano, le possibilità si infiammano. La mente brucia, ma non c’è traccia di cenere.

Gesti grati e commossi modellano la carta, piegandone gli angoli per non stenderli più.

Il libro, sospinto sul filo sottile da un soffio propizio, porta una ventata d’aria fresca o soffocante, che il tempo, innocente, distribuirà pazientemente nell’arco di una vita.

Il libro è una forza fragile: ha il potere di trasformare ciò che incontra, mentre ciò che incontra può spazzarlo via. Ed è in questa contraddizione che l’umanità sceglie la carta come corpo a cui affidare le sue idee: tutt’altro che immortale, saprà comunque mantenerle in vita.


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Libri da collezione

Intevista a James Bradburne e Federica Rossi

Il libro è un progetto composto da moltissimi elementi e nessuno di questi è lì per Di fronte alla realtà, i libri possono decidere di ignorarla o di tenerla in considerazione. Di questa seconda possibilità è un esempio la collezione Adler, composta da 257 libri sovietici per bambini pubblicati negli anni Trenta del secolo scorso. James Bradburne e Federica Rossi ci raccontano la loro storia.

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ALCUNE COSE CURIOSE

I libri sono progetti che attendono di essere sviluppati, ma non sempre le cose vPuò stupire che un oggetto piccolo e fragile come un libro di carta scateni sentimenti tanto forti da portare, nelle loro accezioni più inquietanti, a un desiderio di totale distruzione. C’è chi, come Leo Löwenthal, ha assistito a simili episodi e, per raccontarli e interpretarli, li ha trasformati proprio in un libro…

I libri sono oggetti pensati per essere utilizzati. Alcuni di essi, col tempo, finiscono con l’essere considerati pezzi da museo, ma anche in questo caso viene loro dedicato un posto speciale: le biblioteche, che permettono ai libri di essere conservati, consultati ed essere a disposizione di tutti.

Oggi siamo portati a guardare ai libri come oggetti antichi, che appartengono a una tradizione che spesso ci sentiamo pronti a superare. Tuttavia, è importante ricordarci che il libro stesso è stato rivoluzionario, così come rivoluzionaria è stata l’invenzione della stampa, che ha preso un libro e lo ha reso di tutti.