Prossimo
Il futuro è per sua natura incerto. Possiamo immaginarlo, auspicarlo o scongiurarlo, nutrire nei suoi confronti disillusione o sicurezza, ma, in ogni caso, le nostre previsioni non saranno mai perfette: conserveranno sempre un margine di errore, destinato a emergere o scomparire nell’incontro con l’inconfutabile presente.
Noi umani siamo rassegnati alla nostra condizione di ignoranza: nessun libro o sfera di cristallo possono rivelarci i dettagli del futuro che ci aspetta, lontano o imminente che sia. Ci siamo però attrezzati in altro modo, bilanciando il vuoto della conoscenza con un ventaglio infinito di emozioni: trepidazione, ansia, speranza, preoccupazione, fiducia, confusione, tranquillità, indifferenza sono solo alcuni degli stati d’animo che colorano i nostri pensieri e muovono il nostro corpo nell’attesa di ciò che accadrà.
A volte, però, le parole si ribellano all’assenza di anticipazioni. A loro piace raccontare, annunciare e dare forma anche a quello che non c’è. Salendo sulla scia di quel vortice emotivo, si gonfiano di voce e raggiungono le labbra per uscirne. Rischiano di dire il falso, sognano sonoramente, dipingono storie meravigliose e talvolta indovinano la verità.
C’è una parola, in particolare, che ama sfidare il carattere incerto del futuro. Non descrive e non svela quasi nulla: dà un appuntamento indefinito, ma sufficiente a confermare che quel momento arriverà. Come promesso.
Prossimo è una parola che attira a sé il futuro e cerca di farlo avverare prima che accada. Lo avvicina fin quasi a renderlo presente, confidando nelle intenzioni e nella consapevolezza presenti nella voce a cui si consegna. Contempla gli imprevisti, purché non siano scuse.
Prossimo è una parola onesta, rassicurante e coraggiosa. È una promessa che va mantenuta.